Lo snowboard parallelo italiano sta vivendo un momento magico grazie ai ragazzi di Cesare Pisoni. Fra coloro spicca il nome di Fabiana Fachin, in grado di salire sul podio a Ratschings in Coppa Europa. La 21enne di Valdidentro, in forza all’Esercito, vuol fare ancora meglio conquistando il posto fisso in Coppa del Mondo e puntando alle Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026.
Perché ha scelto lo snowboard invece che lo sci di fondo, praticato dai suoi genitori?
Mamma insegna insegna sci di fondo, mentre papà era in Nazionale per cui è sempre stato uno sport di famiglia. Praticamente io e mio fratello lo abbiamo sempre praticato da quando eravamo piccoli. Ho provato a far qualche gara, ma presto mi sono resa conto che gli sport di resistenza non mi entusiasmavano. Per questo ho provato altre discipline, ma non trovavo la mia strada. Ho provato quindi lo snowboard e mi è piaciuto sin da subito.
Cosa l’ha colpita di più nello snowboard?
La vera scintilla è scoccata quando facevo i corsi visto che, a differenza di altri sport che avevo affrontato in precedenza, non mi pesava, anzi, mi divertivo ogni volta di più e questo mi ha spinto a proseguire.

Perché ha scelto il parallelo e non lo snowboard cross, più conosciuto in Italia?
Ho frequentato le scuole superiori a Malles, in Val Venosta, per la precisione un liceo sportivo in lingua tedesca. Lì l’unica disciplina dello snowboard che si poteva affrontare era il parallelo. Non c’era cross o freestyle, per cui, sin dall’ingresso a scuola, ho dovuto iniziare a utilizzare l’hard. Ho affrontato le prime gare e mi è piaciuto tanto da seguire quel percorso. Il boarder cross l’avevo già testato in realtà alle scuole medie, ma non mi aveva colpito così tanto.
Come si è sentita a lasciare la famiglia così giovane?
Trasferirmi a Malles non è stato poi così complicato perché mi sono trovata sin da subito bene sia con la scuola che con il convitto dove alloggiavo stringendo un profondo rapporto con le persone che mi circondavano. Non ho avuto grandi difficoltà nemmeno con il tedesco tant’è che, impegnandomi un po’, ho imparato un’altra lingua conciliando scuola e sport al tempo stesso.
Quanto l’aiuta avere al proprio fianco una Nazionale così forte?
Tantissimo. E’ una molto importante perché ti sprona un sacco a fare del tuo meglio e a non mollare mai. Vedere loro che raggiungono questi risultati ti porta a seguire le loro orme e averli in squadra mi permette di sentirli molto più vicini.
Si ispira a Lucia Dalmasso?
Sì, io ammiro un sacco Lucia per quanto è riuscita a fare, arrivando a questi livelli partendo dallo sci alpino dopo gravi infortuni. Compiere una progressione del genere in poco tempo è davvero ammirevole.

Preferisce il gigante o lo slalom?
Fino allo scorso anno avrei detto che preferivo lo slalom perché è necessario aver più reattività di gambe nel movimento, tuttavia nel corso di questa stagione ho affrontato molti giganti e questo mi ha permesso di apprezzare particolarmente l’adrenalina che si prova grazie a una maggior velocità.
Non ha paura di essere travolta da un’avversaria in gara?
Mi è capitato due volte in gara che la mia sfidante finisse per invadere il mio percorso. Nel primo caso sono stata travolta rompendo fortunatamente soltanto l’attacco, nel secondo caso è stata una grande distrazione e ho cambiato la linea frenando leggermente, ma non mi sono fermata completamente e ho continuato a gareggiare. In questi casi potresti alzare la mano per far ripetere la run, ma quando sono al cancelletto non penso a questi inconvenienti.
Sogna di essere il prossimo anno all’Olimpiade di Milano-Cortina 2026?
Ovviamente le Olimpiadi sono il mio più grande sogno, per essere realisti le Olimpiadi dell’anno prossimo sono un po’ di data troppo vicina e ho ancora tante esperienze e miglioramenti da fare e davanti a me ci sono grandissimi atleti che hanno più possibilità e quindi mi prendo il mio tempo. Cerco di fare la mia esperienza, i miei miglioramenti e poi chi lo sa magari quelle dopo.