Un’altra partita, la più dura, con poche forze, con l’età che incalza, con gli acciacchi che non gli danno tregua e con quest’ultima ferita al cuore, che lo colpisce negli affetti più intimi. “E’ la peggior sconfitta della mia vita, una sconfitta contro natura, contro un avversario cattivo ed invincibile contro il quale non c’è niente da fare”. Ieri mattina Nicola Pietrangeli – anni 91 – si è collegato dall’undicesimo piano del Policlinico Gemelli con la famiglia che gli ha fatto assistere in video alle esequie del figlio Giorgio, deceduto venerdì per un tumore col quale lottava da anni. Con lui il professor Giorgio Meneschincheri, l’amico col quale da 15 anni presiede Tennis & Friends, e anche medico di riferimento che l’ha assistito a dicembre nel ricovero al Gemelli per la rottura del femore, a febbraio, per assistenza ospedaliera, e da lunedì al reparto di Medicina d’urgenza diretto dal professor Francesco Franceschi.
COMMOZIONE
Nicola, in questi giorni, in ospedale, continua a ricevere tantissime testimonianze di affetto e partecipazione sia in presenza che per messaggio. Così, abbracciato anche dal personale sanitario – “avverto forte la sua presenza: oltre a curarmi mi sta sostenendo a livello morale” – l’ambasciatore del tennis italiano nel mondo ha assistito molto emozionato alla funzione funebre a Manciano, vicino Capalbio, stretto stretto, anche se solo virtualmente, alla moglie del defunto, Carola, alla piccola Nicola, e agli altri due figli, Marco (con la moglie Cinzia) e Filippo (con la compagna Alessandra), e al nipote Matteo presenti alle esequie. E si è commosso più volte, col viso coperto di lacrime. “Guarda quanta gente è andata a salutare Giorgio, pur essendo distanti da Roma, in una giornata calda ed afosa, s’è messa in macchina nel week-end di sabato mattina presto, percorrendo quattro ore in auto, sfidando traffico e caldo. Che partecipazione spontanea e umana”, ha commentato il pioniere del tennis italiano nel grande tennis. “Mi dispiace tanto di non averlo potuto salutare. Ma ho avuto la conferma di quanto Giorgio era amato. E questa è una bellissima cosa. Proprio non mi aspettavo così tanta vicinanza, e una così grande prova di amicizia e di affetto, di tanti amici e conoscenti. Questa vicinanza mi dà la forza”.
DOLORE
Nicola ha combattuto tante battaglie, sul campo da tennis, come fuori, battendo a sua volta un tumore. Ma soffre in modo particolare per quest’ultima prova per un figlio scomparso a 59 anni, dopo tante sofferenze per il tumore al cervello che scoperto 5 anni fa: “Di emozioni ne ho avute tante nella mia vita e dovrò riuscire a passare anche questa”. Che è la più dura ed amara per un genitore: “Credo sia difficile spiegare le sensazioni e le reazioni di un padre che perde un figlio”. Mi sostiene anche il fatto che Giorgio ha goduto la vita e non ha mai smesso di lottare”.
PENSIERO SPECIALE
Nicola è molto legato alla nipotina Nicola, la figlia cui Giorgio cinque anni fa ha voluto dare il nome del campione. E a lei va il suo pensiero più dolce: “Le è stato detto che papà è andato fare un lungo viaggio, auguro a Carola, la madre, che abbia il coraggio e la forza di superare questo momento. Che poi non è un momento”.
Il 10 luglio a Santa Marinella il mondo dello sport e del surf lo saluterà, sul mare che Giorgio ha tanto amato con una cerimonia speciale.
Vincenzo Martucci