Aveva superato indenne 88 test match e 10 anni da capitano della nazionale pakistana con la quale nel 1992 aveva conquistato la storica coppa del mondo in uno sport come il cricket fra i più corrotti. Ma dopo nemmeno 4 anni da primo ministro, destituito l’anno scorso con un voto di sfiducia del Parlamento, arrestato una prima volta a maggio, sabato è finito di nuovo agli arresti ed è stato condannato a 3 anni di reclusione per aver venduto illegalmente regali di Stato. Così la stella di Imran Ahmad Khan Niazi sembra tramontare, a 71 anni, anche se, da guerriero, lotta a fianco del popolo che l’ha acclamato da fenomeno sportivo e poi l’ha eletto da politico. E fa tremare Islamabad.
MILITARI
Prelevato dalla polizia nella sua abitazione di Lahore, Khan, ha conosciuto ufficialmente il verdetto del giudice Humayun Dilawar, ma i suoi legali hanno subito contestato la sentenza e la multa di appena 355 dollari. Una cifra irrisoria, così come irrisoria viene ritenuta l’accusa, che si riferirebbe ai regali ricevuti da altri paesi dal politico, poi rivenduti con un profitto non dichiarato. Accusa che Khan ha rigettato denunciando a sua volta il magistrato di faziosità, chiedendo invano un altro giudice e preannunciando di ricorrere in appello. Con l’appoggio del partito, il Pakistan Tehreek-e-Insaf che, in un comunicato ha definito la sentenza “il peggior esempio di vendetta politica”. Mentre Attaullah Tarar, leader del Pakistan Muslim League-Nawaz, ha ribadito: “Imran Khan pagherà le sue pratiche di corruzione e non sfuggirà alla giustizia”. Anche se forti sono le illazioni che dietro la nuova coalizione di governo – guidata dal primo ministro Shehbaz Sharif – si nasconderebbero i militari e che l’arresto di Khan per motivi futili punterebbe solo ad estromettere un personaggio di grandissimo carisma dalla corsa alle elezioni di ottobre.
LUNGA BATTAGLIA
Il clamoroso arresto è l’acme della ribellione di Khan al nuovo fronte politico, cominciata nell’aprile dell’anno scorso e conclusa, politicamente dalla sua sfiducia. L’ex star del cricket era stato già arrestato il 9 maggio ma la sollevazione popolare era stata talmente massiccia da spingere la Corte Suprema a dichiarare che le autorità l’avevano detenuto illegalmente, ordinandone il rilascio. Anche se poi la stretta dei militari contro gli oppositori del regime s’è fatta sempre più dura ed è culminata nel nuovo arresto di Khan. Il quale ha esortato i sostenitori a organizzare proteste pacifiche e a non rimanere in silenzio a casa. Ma solo nella città portuale di Karachi alcune decine di sostenitori sono scese in strada. A testimonianza di come i militari abbiano ormai stretto in una morsa il paese, accelerando forse le prossime elezioni.
CAPO POPOLO
Khan, che s’è diplomato alla famosa università di Oxford, è considerato uno dei migliori giocatori di cricket all-rounders, cioé sia nel batting (la battuta) che nel bowling (il lancio), caratteristica che accresce il suo talento, ed è stato inserito nell’Hall of Fame. Da politico, s’è battuto da subito per migliorare le condizioni del popolo promuovendo una serie di iniziative sia economiche che sociali. E ha gestito talmente bene la pandemia Covid che il Pakistan è stato giudicato il terzo paese al mondo nella crisi. Ma la sua figura è risultata sempre più scomoda al potere, e a novembre è anche sfuggito ad un tentativo di omicidio.
Foto tratta da superstra