Medvedev e la terra rossa, rapporto di amore-odio? Fino a poco tempo fa, Daniil la detestava. “È terribile giocare sulla terra, si sporcano sempre i calzini!” deplorava. Amore? Non esageriamo. Adesso diremmo piuttosto accettazione e nuove aspettative. Il russo, di casa a Montecarlo perché ci vive – e parla un francese perfetto – aspetta serenamente il suo primo turno del Rolex Montecarlo Masters, mercoledì, con il vincente tra Monfils e Thompson. Durante il suo media day si è mostrato perfino un po’ impaziente di affrontare lo swing sul rosso. “Odiavo giocare sulla terra fino a due anni fa. Cercavo di essere motivato, mi caricavo dicendo che avrei potuto fare bene, poi dopo un paio di giorni andava come andava e mi deprimevo! Adesso, mi dico che è solo un cambio di superficie e che devo adattare il gioco, i colpi e la strategia e non vedo l’ora di cominciare il torneo. Sono calmo, sono impaziente di giocare e pronto a fare del mio meglio. In partita può andare bene o male, vedremo”.
Il salto di qualità sulla terra (seppur non ancora definitivo) per il russo è avvenuto l’anno scorso, con la vittoria del titolo a Roma in finale contro Rune. Un vero colpo di scena. Precedentemente, in cinque partecipazioni al Principato, il miglior risultato è stata la semifinale del 2019 mentre l’anno scorso è stato fermato ai quarti da Rune. Ricordiamo inoltre una finale a Barcellona, sempre nel 2019, persa contro Thiem. Al Roland Garros non ha mai superato i quarti, raggiunti nel 2021, battuto da Tsitsipas.
Ora, però, l’atteggiamento di Daniil nei confronti dell’ocra è molto diverso: “Dall’anno scorso, ogni incontro vinto sulla terra mi dà ulteriore energia e un’iniezione di fiducia. Ogni singola vittoria mi dà informazioni preziose su cosa devo migliorare ancora per vincere e cosa devo fare contro i vari avversari, di conseguenza le mie aspettative sono elevate, anche sui tornei sul rosso”. La novità sta anche nel processo di adattamento messo in atto dal russo: “su questa superficie il lift è ancora più netto e non posso permettermi di rimanere troppo passivo da fondocampo e troppo lontano dalla linea di fondo. Spero dunque di entrare maggiormente dentro il campo e giocare bene”.
E allora non stupisce affatto la scelta, da parte di Medvedev, del consulente che affianca il suo coach Gilles Cervara: un altro francese, un altro Gilles, quel Simon furbo come una volpe, vero e proprio stratega della racchetta. L’ex giocatore nizzardo non è stato un campionissimo in termini di risultati ma in venti anni di carriera nel tour ha dato del filo da torcere praticamente a tutti, grazie a strategie di gioco finissime e ad un tennis dalla regolarità disarmante. Per questo la scelta di Simon appare alquanto felice e i due stanno lavorando per migliorare la tattica e l’approccio con la terra. “Gilles è partito ieri, era con me per la preparazione del torneo e ci sarà per Roma e il Roland Garros. Lui è un grande esperto e un ottimo giocatore, ha sempre avuto una grande tattica, giocava molto bene sulla terra e potremo approfondire alcuni dettagli. Ci capiamo perfettamente, c’è sintonia. Finora abbiamo lavorato bene, è molto interessante ed è un piacere condividere il campo con lui. Analizziamo spesso la diversità e l’utilità dei colpi, sono felice di lavorare con lui”.
Se in campo, quando le cose vanno male, Daniil tende spesso ad aizzare gli spettatori che lo sfidano a suon di fischi, durante la conferenza ha dato prova di un perfetto aplomb, in particolare commentando la questione spinosa relativa all’esclusione degli atleti russi a Parigi, durante la cerimonia d’apertura dei Giochi: “A Parigi, credo che disputerò il primo turno del torneo subito dopo la cerimonia d’apertura, quindi comunque sarebbe stato complicato esserci, volendo evitare un dispendio di energie. Poi, è normale o strano essere esclusi? Forse… Ingiusta l’esclusione? Nella vita ci sono tantissime cose ingiuste, e non parlo solo delle guerre. Per esempio, quando perdo un incontro, è ingiusto ricevere migliaia di messaggi ingiuriosi in cui mi vengono dette cose assurde. Ce ne sono talmente tante di ingiustizie che, a volte, preferisco non esprimere la mia opinione per non scatenare reazioni eccessive. Io riesco ad adattarmi molto bene alle situazioni e cerco di fare la mia vita nel miglior modo possibile, di rendere felici le persone che mi circondano e di stare bene con me stesso”.
Dalla nostra inviata a Montecarlo, Laura Guidobaldi (foto di Brigitte Grassotti)