Michele Uva, da vicepresidente Uefa, come riassumerebbe il 43° congresso ordinario Uefa di Roma che ha rieletto il 51enne sloveno Aleksander Ceferin – peraltro unico candidato – alla presidenza fino al 2023?
“Non ci sono state sorprese. Anche nel Consiglio Esecutivo, due dei candidati sono rimasti fuori, ma senza clamori. In definitiva la Uefa con un budget di oltre 5 miliardi di euro per il 2019-2020 si conferma l’organizzazione sportiva, non solo calcistica, più forte che c’è”.
In Italia, siamo un po’ indietro sul calcio femminile?
“Sicuramente, anche se nel 2015 attraverso programmi dedicati mirati a rafforzare le competizioni e raddoppiare il numero di tesserate e coinvolgendo le squadre professionistiche maschili stiamo recuperando il gap, a patto che si continui su questa strada. Tre anni fa in Italia abbiamo lanciato un invito che è stato raccolto e oggi 8 squadre su 12 del campionato donne ha un club maschile di riferimento in serie A. All’epoca in Italia esistevano 16 mila tesserate contro le 200 mila della Francia e le 300 della Germania. Per molte nazioni dell’area mediterranea si tratta di un gap culturale che nel nord Europa non c’è”.
Al secondo posto nelle priorità Uefa c’è il buon governo. Quindi equilibrio competitivo e coinvolgimento dei tifosi. Che significa avere un occhio particolare non solo ai bilanci ma anche alle violenza dei sostenitori e alle scommesse.
“Negli stadi la situazione delle violenze sugli spalti è stata praticamente annullata: non si vedono più risse o violenze. Il problema è al di fuori, più lontano, ma è qualcosa che non riguarda il calcio, ma l’ordine pubblico. Per le violenze in strada in prossimità dello stadio, purtroppo c’è il problema che il Daspo si ferma all’ingresso dell’impianto. Poi, bisogna che le società siano sempre più a stretto contatto coi tifosi evitando di avere rapporti con le frange di tifo non riconosciute. Le scommesse clandestine purtroppo rischiano di attirare nel calcio la malavita. Le scommesse ufficiali vengono continuamente monitorate ma bisogna alzare la guardia sulla giocata compulsiva. Il dato davvero impressionante è il numero di siti di scommesse ufficiali, on line, addirittura mostruoso in un paese come l’Inghilterra. In Italia si è dato un bel freno con la nuova legge che limita l’esposizione dei marchi”.
E sul razzismo?
“Le regole ci sono, e sono fatte per essere applicate. Bisogna passare ai fatti, e la Uefa l’ha fatto senza tanti proclami”.
Parlando di calcio, non si farà la Superlega ma ci sarà una nuova Champions (si parla di quattro gironi di otto squadre) e non ci sarà il Mondiale per club allargato. Uefa batte Fifa 1-0?
“Il calcio è uno solo e sia Uefa che Fifa lavorano insieme per il suo bene. In ogni caso il calcio ha una dimensione sempre più europea nel mondo, come dice la statistica, il 72/75% di giocatori dei Mondiali provenivano dai campionato europei. Grazie al presidente dell’Eca (l’organizzazione che riunisce i club di calcio europei) Andrea Agnelli, la cui leadership è sempre più forte, Uefa e club hanno trovato visione comune ed equilibrio nelle scelte strategiche”.
Nasce la tv della Uefa che dovrebbe generare ulteriori risorse (si parla di circa 50 miliardi di euro, il doppio di oggi).
“La Federcalcio europea sta studiano un piano di fattibilità per avere una propria piattaforma multimediale, dove trasmettere tutte le partite che non sono state oggetto di vendita. Aumenterà la visibilità del calcio anche giovanile e femminile. Tutta l’operazione deve ancora essere gestita nel dettaglio ma potrebbe partire entro giugno”.
La prossima settimana anche l’Uefa scopre la Var. Che, nel giro di due anni, arriverà sui maxischermi come succede oggi col tennis, con in più l’arbitro in campo che spiegherà perché ha preso la decisione, non ci sarà più il concetto di volontarietà sul fallo di mano (verranno annullate tutte le reti connesse) ed arriveranno le ammonizioni per gli allenatori, prima dell’espulsione.
“Queste sono modifiche al protocollo e solo l’Ifab può modificarle. Ci vorrà tempo. In Italia sulla Var siamo stati i precursori, ne sono felice, così come di avere a capo del progetto una persona competente come Roberto Rosetti. Insieme ad altri paesi abbiamo fatto da cavie, preparando il protocollo nel modo migliore. Anche se l’errore umano può succedere e deve essere accettato. Nel frattempo, godiamoci la fase finale della prima Champions League con la Var”.