E’ stato il weekend del volley, al femminile, a Vicenza, un weekend inebriante e contrastato, interessante e noioso, al tempo stesso.
A questo indirizzo una parte del videoracconto da Vicenza, https://www.youtube.com/c/VanniZagnoliripreseeintervistecuriosecostume/search?view_as=subscriber&query=volley%2C+supercoppa
L’Imoco stravince la supercoppa, 3-0 e parziali bassi, secondo pronostico: 25-17, a 14 e a 22. In Italia non conosce avversarie, negli ultimi anni ha concesso solo la Champions e una coppa a Novara e adesso le piemontesi sono lontane, eliminate nella mattinata per 3-1, da Busto Arsizio.
Conegliano domina e lo farà chissà per quanto tempo ancora, con i 190 sponsor, con la rosa campione del mondo per club: “Ci manca solo la Champions”, osservano Asia Wolosz e Raphaela Folie, la bolzanina è stata la mvp dell’ultimo atto.
Final four a Vicenza contrastata, perchè sabato sera si è interrotta la seconda semifinale sull’1-1, per la scivolosità del parquet. Mai successo, sembrava il tennis, quando un match si completa l’indomani, è successo nella pallavolo e allora addosso al presidente Mauro Fabris e alla Lega è arrivato un mare di critiche, immeritate.
L’evento era memorabile, la pallavolo all’aperto, in una piazza che manda in estasi, con appena 300 persone all’interno di una bolla. Era onestamente difficile prevedere che l’umidità sarebbe stata tale da pregiudicare il prosieguo della gara, la superficie è la stessa usata nei palasport, con i nomi degli sponsor. “Era un rischio calcolato – dice l’ex parlamentare -, non siamo stati fortunati”.
Lo staff di Mastergroup ha fatto i miracoli per consentire di terminare la manifestazione. Aveva annunciato la ripresa alle 11, il campo non era pronto e Busto-Novara è ripresa con mezz’ora di ritardo. Hanno lavorato nella notte, siamo testimoni, per levare i materiali dalla piazza berica e traslocarli al palasport, dove la Minetti si fece onore, una ventina d’anni fa.
Lì non era previsto il flop della Igor, con parziali a 22. Stefano Lavarini si è qualificato per l’olimpiade, con la Corea del sud, è un ottimo allenatore, Marco Fenoglio però si mostra superiore e raggiunge la finale.
Di fatto, la seconda semifinale è stata come la finale per l’argento, perchè l’ultimo atto era scontato, con le pantere troppo più forti di tutte, in Italia, ancora.
Un monopolio che entusiasma il presidente Garbellotto e la famiglia Maschio, quella dello spumante. A nordest si gongola, nel Trevigiano rivive l’era della Sisley, al maschile, qui la supremazia può durare tanto ed essere decisamente più schiacciante.
“La società precedente – ricorda Piero Garbellotto, re delle botti da vino – era fallita, noi siamo diventati campione del mondo per club”.
In oriente c’era anche Paolone, il re dei tifosi, morto di covid. “Lui aveva costruito la tifoseria più appassionata”.
Il Veneto operoso si immedesima nella squadra più amata, questa è come fosse la nazionale più amata dagli italiani, con Egonu e Sylla, Folie e il libero De Gennaro, moglie dell’allenatore Santarelli.
Le gialloblù sono tanto azzurre, saranno protagoniste alle olimpiadi. “Speriamo che si facciano”, dice il presidente di Lega Fabris. Così si era espresso anche il presidente federale del basket Petrucci, a Bologna.
In tribuna compaiono il ministro per lo sport Spadafora e Francesco Ghirelli, della Lega Pro, del comitato per la ripresa dello sport. “Abbiamo lavorato per mesi a questa idea”, racconta Carla Burato, vicepresidente di Lega e delegata Covid, attentissima al protocollo, in ogni istante.
Il 25 di settembre toccherà a Verona, all’Arena, con la finale maschile. Negli occhi restano lo sport all’aperto e l’inno, le ragazzine raccattapalle e asciugatrici del taraflex, i volontari e gli staff, i parenti e gli allenatori. Ha vinto la pallavolo, anche in piazza. Al palaGoldoni faceva gran caldo, dentro, ma le condizioni di sicurezza per le atlete erano superiori.
Sylla festeggia ogni trofeo come fosse il primo, lo fa vicino al palasport, forse con il fidanzato e con Raphaela Folie. “Niente festa in piazza”, promette Garbellotto. Peccato solo che, ovviamente, in questa stagione non ci sarà il mondiale per club, così le pantere dovranno accontentarsi di 4 trofei. Salvo covid, dalla prossima torneranno 5. Il totale adesso è a 10. Sono infinite.