Etimologicamente lo sport è l’insieme delle attività ludiche di tipo agonistico che
richiedono un certo livello di abilità fisiche e intellettuali.
Fin dall’antichità é sempre stato sinonimo di salute, scuola di vita, rispetto di regole
e avversari, confronto leale, onestà, costruzione giornaliera delle proprie qualità
fisiche e mentali, miglioramento dei propri limiti.
Oggi si è molto lontani dal concetto tradizionale di sport, in quanto alla sua
dimensione ludica si intrecciano componenti economiche, politiche, sociali e
culturali che ne fanno un fenomeno poli-dimensionale.
In una società dove “l’apparire” svolge un ruolo significativo, la competizione
sportiva non è più sana ma è volta a “mettersi in mostra”, tanto che la vittoria è
vista non come il raggiungimento di un obbiettivo personale ma come un occasione
per eccellere e prevalere sugli altri, e per farlo gli atleti ricorrono all’aiuto di pratiche
illecite piuttosto che alle capacità personali.
In campo, la responsabilità principale della condotta corretta dello sport a livello
internazionale è affidata agli stessi giocatori, ma cosa succede se sono loro i primi a
infrangere le regole?
Ma io mi chiedo, che senso ha imbrogliare?
Che gusto c’è?
Lo scopo della competizione non è vincere, é prima di tutto mettersi in gioco,
confrontare se stessi e le proprie capacità con quelle di altre persone, imparare a
migliorarsi attraverso il confronto e il duro allenamento, senza imbrogliare!
Vincere con l’inganno però non è sempre una scelta dell’atleta, infatti, dietro le
“quinte” di una competizione sportiva ci sono allenatori, sponsor, medici che
esercitano implicitamente pressioni psicologiche sui giocatori, per indurli a barare.
Ma andando avanti così, che fine farà il mondo sportivo?
Che insegnamento trarranno i giovani davanti a questi esempi diseducativi?
Le Associazioni, le famiglie, le scuole e la società dovrebbero investire su una nuova
filosofia dell’attività sportiva, non più legata al successo a tutti i costi ma alla crescita
fisica e morale dei giovani, rifacendosi al concetto tradizionale dello sport.
Il Daily Mirror ha stilato l’elenco dei 7 peggior inganni di sempre.
Cricket
L’ultimo grande imbroglio dello sport è successo nel mondo del cricket, coinvolti
Steve Smith, capitano dell’Australia, David Warner, vice-capitano e Cameron
Bancroft, tra i più grandi giocatori dell’epoca recente. Hanno ingannato tutti,
provando a vincere seguendo la via disonesta. Avevano dei pezzetti di carta vetrata
nei calzoni con cui sfregare la palla. Risultato: effetti imprevedibili nel lancio, capaci
di ingannare i battitori, un imbroglio chiamato, nel gergo tecnico “ball tampering”.
Conseguenze?
Squalifica per un anno per Smith e Warner, nove mesi a Bancroft, il coach Lehmann
si è dimesso.
Paralimpiadi basket
Tra le tante medaglie d’oro dei Giochi Paralimpici di Sidney ci fu anche quella della
Spagna nel basket maschile, vincente in finale sulla Russia. Inganno colossale,
oltreché vergognoso: di quella squadra ben dieci giocatori su dodici erano infatti
normodotati, e solo due avevano un QI inferiore a 70, quello in grado di attestare
una forma di ritardo mentale. Il velo di menzogna cadde pochi mesi dopo l’oro
grazie alle confessioni di Carlos Ribagorda, uno dei cestisti della squadra. L’ex
presidente della federazione Martin Vicente venne multato di 5400 euro, la
federazione stessa dovette restituire gli oltre 142mila euro intascati come sussidi.
Ovviamente, anche la vittoria fu revocata, e il titolo andò alla Russia.
Maratona
Sembra più la trama di un film la sua, o forse quella di una scenetta comica. Quasi
una barzelletta che prende vita: ma tutto questo accadde realmente, a Boston, nel
1980 durante la 84esima edizione di una delle maratone più famose al mondo. Tra i
concorrenti c’era anche Rosie Ruiz, la donna che vinse la corsa facendo parte del
percorso in metropolitana. Possibile? Sì, perché inizialmente il titolo andò
veramente alla cubana. Il tempo finale fu di 2 ore, 31 minuti e 56 secondi, il terzo
tempo più veloce mai corso da una donna. Eppure a molti il volto non sembrava
affatto quello di un’atleta stremata dalla fatica, motivo semplice: la Ruiz si era
mischiata nella folla, rientrando soltanto nel finale di gara. L’inganno fu scoperto e il
suo nome cancellato dall’albo d’oro.
Rugby
Rugby, sport di grande lealtà e correttezza: il terzo tempo è un vanto per la
disciplina stessa, eppure quel giorno di aprile del 2009 tutte le regole vennero meno
per Tom Williams degli Harlequins. L’occasione erano i quarti di finale della
Heineken Cup contro il Leinster, anno 2009. Durante la partita Williams perde
sangue in viso: nulla di strano all’apparenza per una partita di rugby. Tuttavia, dopo
le investigazioni, le federazioni scoprirono che il sangue venne generato da delle
capsule nascoste in bocca. L’espediente nacque per favorire una sostituzione tattica.
Williams fu squalificato per 12 mesi, gli Harlequins persero comunque quella partita
e il trofeo, alla fine, andrà proprio ai Leinster.
Salto in alto
Il salto è di molto a ritroso nel tempo, durante i campionati europei di Vienna. Dora
Ratjen stabilisce un nuovo primato nel salto in alto femminile, raggiungendo la
misura di un metro e 70. Il problema? Non era una donna, o almeno, non
totalmente, e il suo fu uno dei primi casi di ermafroditismo. All’anagrafe come
Heinrich Ratjen, fu immediatamente privato della medaglia d’oro e lì terminò la sua
carriera sportiva. Dora/Heinrich provò a giustificarsi asserendo come ci furono
sempre molti dubbi sul suo vero genere e che per tutta la vita fu cresciuto come una
ragazza.
Pattinaggio su ghiaccio
All’inizio degli anni ‘90 Tonya Harding era la più bell’immagine del pattinaggio su
ghiaccio americano, finché non fu scoperto il suo terribile tentativo di sabotaggio nei
confronti di Nancy Kerrigan, sua prossima rivale nei Giochi Olimpici Invernali di
Lillehammer 1994. La Kerrigan fu aggredita dopo una sessione di allenamento ai
campionati nazionali e fu costretta a ritirarsi momentaneamente dalle competizioni,
spingendo il titolo proprio verso Tonya Harding. Le indagini dimostrarono
successivamente come l’ex marito della Harding Jeff Gillooly pagò un aggressore per
eliminare la concorrenza dalle gare per la moglie. L’infortunio però fu più lieve del
previsto e in quei Giochi Olimpici Invernali Nancy Kerrigan vinse l’argento. Tonya
Harding chiuse ottava, salvo poi vedersi revocato anche il precedente titolo
nazionale ed essere bandita a vita dalla federazione americana.
Ciclismo
Di Tour de France ne vinse sette, e passò alla storia come una delle più grandi
imprese dello sport di tutti i tempi, specie dopo essere risalito sulla bicicletta dopo
aver vinto la lotta contro il cancro. Nel 2012 l’agenzia americana anti doping
smascherò però il sistema di Lance Armstrong, passato alla storia come uno dei più
sofisticati programmi di doping mai conosciuti nel mondo dello sport. Dopo essere
stato privato di tutte le sue vittorie confessò in tv a sua trama di inganni, in una
celebre intervista con Oprah Winfrey incisa a fondo nella storia.
Calcio
Quando gli chiesero di quel gol di mano contro l’Inghilterra lui rispose che, in realtà,
si trattava della mano di Dio. Un’istantanea che è passata alla storia, quel buffetto al
pallone a scavalcare Peter Shilton nei quarti di finale del Mondiale messicano del
1986. Quello fu il suo Mondiale, il mondiale dell’Argentina campione del mondo e di
Maradona che diventò una divinità in patria.
Inghilterra affondata 2-1, e dopo di loro toccherà al Belgio in semifinale e alla
Germania nella finalissima. 2-1 il risultato finale e, cinque minuti dopo quella che
rimane, a tutti gli effetti, una scorrettezza, Maradona segnerà il gol più bello che il
calcio possa ricordare. Lo chiamarono il gol del secolo, saltando mezza Inghilterra e
depositando il pallone in rete. Quel suo gol di mano rimane la scorrettezza più
grandiosa della storia dello sport.