Il tennis non è un paese per vecchi, semmai per diversamente giovani, come i super-eroi Rafa Nadal (anni 36) e Novak Djokovic (35), e come gli altri magnifici 6 che si sfidano da domenica a domenica al PalaAlpitour di Torino al Masters targato ATP Finals. Perché possiamo serenamente mettere insieme i 22 anni di Felix Aliassime, i 23 di Casper Ruud, i 24 di Stefanos Tsitsipas 25 di Andrey Rublev e Taylor Fritz, i 26 di Daniil Medvedev: tutti ex Next Gen dalla maturazione diversa, da spillare in tempi diversi come le birre. Ragazzi che, ancor più che negli Slam, proprio nel più importante torneo indoor stagionale ATP, si contrappongono in modo deciso ai reduci dei Fab Four. Tanto che, negli ultimi 5 anni, dalla finale 2016 Murray-Djokovic, hanno vinto Dimitrov, Zverev, Tsitsipas, Medvedev e ancora Zverev, l’anno scorso, nella prima delle 5 edizioni italiane.
L’EXTRATERRESTRE
Proprio il tradizionale Super8 ha ultimamente messo in luce le rughe degli dei della racchetta, sempre più in difficoltà, soprattutto col gioco di potenza sul veloce indoor, se devono superare due-tre pimpanti avversari di qualità consecutivi. Peggio ancora Rafa che finisce sempre l’anno con la lingua di fuori e paga gli acciacchi sui campi più ostici. Anche se l’Extraterrestre ha nove vite e si presenta a Torino con una tripla motivazione: Rafael junior nato un mese fa, l’unico grande torneo tabù (2 finali in 10 partecipazioni, con 6 rinunce) e la possibilità (in finale da imbattuto) di chiudere ancora l’anno al numero 1. Si giocherà i jolly personalità e capacità di trovare la soluzione contro il picchiatore Usa, Fritz (precedenti 2-1, soprattutto, l’ultimo, nei quarti a Wimbledon che sembrava perso, vendicando la finale di Indian Wells), contro il lineare norvegese Ruud (1-0) che s’è trasformato da terraiolo alla Nadal Academy di Maiorca (1-0) e contro il canadese Aliassime (2-0) fresco di studi con zio Toni, la guida storica dello spagnolo.
IL NUOVO LENDL
Con 5 successi in 14 partecipazioni al Masters, Djokovic punta il record di Federer a quota 6. Il suo girone sembra il più complicato anche per il campione di gomma che quest’anno nella crociata No-Vax ha immolato 2 Slam, 4 Masters 1000 e il più che probabile primato in classifica. Ma, pur dovendo rinunciare anche ai punti ATP di Wimbledon è comunque entrato alla grande fra i magnifici 8. “Da Wimbledon sono in una buona forma, ho anche vinto la maggior parte dei tornei indoor, ogni partita di Torino sarà una finale”. Nei testa a testa Nole è 9-2 (gli ultimi 8 di fila) contro l’affamatissimo Tsitsipas che vincendo il titolo da imbattuto scalzerebbe dal trono della classifica Alcaraz, infortunato), 7-4 con Medvedev (che però due anni fa l’ha dominato al Masters e l’anno scorso l’ha sgambettato sull’ultimo ostacolo del Grande Slam), e 1-1 con Rublev (che ad aprile l’ha beffato in finale nella sua Belgrado).
SCOMMESSA
I 1500 punti ATP fanno gola, come i 14,5 milioni di dollari di premi, 4,740,300 per il vincitore imbattuto, 2,200.400 per il vincitre, 1,070,000 per il finalista, 320mila per la qualificazione al torneo, 383,300 per ogni vittoria, 150mila per le riserve che sono baby-Rune ed Hurkacz e non come gli anni scorsi gli italiani Matteo Berrettini e Jannik Sinner, battuti dai troppi infortuni. In ballo ci sono tante scommesse, la più stuzzicante è la riedizione numero 60 della sfida più lunga, Nadal-Djokovic. Ma il Masters è una storia appassionante di sorprese e di riscatti nella magica settimana da una domenica all’altra. Aliassime coi tre successi di fila stoppati solo a Parigi da Rune è il più “caldo”, Medvedev sembra pronto all’ennesima zampata di fine stagione, Tsipsipas può causare danni irreparabili, gli altri sono un grande enigma da svelare solo sul campo, con Ruud, Rublev e anche Fritz che appaiono un po’ indietro. Due match al giorno, con inizio alle 14 e alle 21, domenica Ruud-Aliassime e Nadal-Fritz, lunedì Medvedev-Rublev, Tsitsipas-Djokovic. In gara anche 8 coppie di doppio.