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Calcio, Sport

Invidiare la Spagna

Da Fabrizio Bocca 15/07/2024

Spagna doveva essere e Spagna è stata. Giusto, giustissimo così perché l’Europeo va alla squadra migliore, più forte e più bella

Il Bar Sport di Fabrizio Bocca – Bloooog!
Bloooog!

www.bloooog.it

 Il gol decisivo lo ha segnato un basco orgoglioso come Oyarzabal. Un tempo avremmo fatto anche dei discorsi sul sentimento monarchico spagnolo e l’irredentismo Euzkadi, ma oggi francamente siamo molto oltre tutto questo. E ci resta solo la grande ammirazione per questa fantastica squadra di talenti – da Yamal a Nico Williams, da Rodri a Dani Olmo – scovati e messi insieme da un sistema praticamente perfetto, che va oltre qualsiasi divisione e schieramento. E che noi dovremmo semplicemente clonare e copiare.
  Col cavolo anche stavolta che il football coming home, che secondo me è un slogan che porta pure parecchio sfiga. Confesso che tifavo un po’ per l’Inghilterra dello spernacchiatissimo Southgate, mosso a compassione per i suoi clamorosi insuccessi, non certo degni per il paese che ha inventato il football. E tifavo Inghilterra un po’ anche per contrapposizione alle telecronache di Daniele Adani che la Rai ci ha imposto e che ci ha sfondato le orecchie per l’intero Europeo, con la sua sguaiata retorica e rivelandoci il verbo del calcio praticamente a ogni intervento. Cose tipo: il calcio l’ho inventato io. Yamal l’ho scoperto io. Messi l’ho creato io. Ma vabbé l’ho anche presa come una penitenza, un surplus di canone da pagare. Per la semplice comodità di non dover metter mano al telecomando di Sky.
   Tornando all’Inghilterra, per quanto due finali europee consecutive siano comunque la testimonianza e la prova di un grande movimento, non il più forte ma certamente il più potente al mondo, l’averle perse entrambe fa davvero pensare a una maledizione. Uno si fa delle domande su cosa serva avere Bellingham e Kane se poi non si riesce a vincere un fico secco. Salvo forse che al prossimo Mondiale, magari presentarsi con un esorcista in panchina. A Southgate resterà per sempre, nonostante tutto, il marchio di perdente. E chissà magari sparirà pure dall’orizzonte divorato dai famelici commentatori britannici, tipo Lineker o Shearer che ne reclameranno l’abbandono su una barca solitaria. Del resto, signora mia, ognuno ha gli Adani suoi.

E invece l’Europa se la prende quel magnifico impiegato federale – in semplice abito blu e non una vestaglia di Armani con scritto Italia a caratteri cubitali addosso… –  di Luis de la Fuente, basco anche lui, allenatore della scuola federale spagnola. Con i suoi giovani ha vinto prima guidando l’Under 19 e l’Under 21, fino a travasare i suoi ragazzi nella nazionale maggiore e portarla alla vittoria. Peccato perché a me questa storia sembra di conoscerla. E’ una lezione anche per noi che un tempo avevamo l’orgoglio dei nostri Bearzot, Vicini, Maldini che non facevano parte del gotha degli allenatori guru come vanno oggi. E cui ti devi anche prostituire per mettergli la Nazionale in mano. Nel vedere Chiellini che ha portato in campo la Coppa che l’Italia vinse tre anni fa, ci resta una grande amarezza e anche una grande invidia. Perché un tempo i talenti sapevamo scovarli anche noi, e oggi non più. In Italia ormai bisogna ricominciare a fare calcio dalla base. L’ora di fare punto e a capo.

*Articolo ripreso da www.bloooog.it

Tags: #Europei2024, spagna

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Nota sull’autore: Fabrizio Bocca

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