Ian Matteoli è uno degli atleti più maturi dello sport italiano nonostante abbia appena diciannove anni. Il fenomeno di Bardonecchia appresenta una delle stelle dello snowboard freestyle tricolore come conferma il secondo posto nella classifica generale della Coppa del Mondo di big air. E’ stato in grado infatti di ottenere due podi nel corso della stagione puntando però ora prima sui Mondiali in programma in svizzera e poi sulle Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026. Lì il giovane piemontese proverà a mettersi al collo una medaglia come ha raccontato in occasione della visita al Galaxy Experience Space di Samsung in Piazza Duomo a Milano.
E’ soddisfatto per come sta andando la stagione?
La stagione è partita molto bene. Nelle ultime gare ho fatto un paio di errori, ma per ora sono contento.
I podi di Pechino e Klagenfurt confermano che può giocarsela con tutti?
Quei due podi sono stati una grande soddisfazione così come il secondo posto nella generale di big air. Vedo il potenziale, anche se devo migliorare un po’ di cose, ma comunque sono contento.
Dopo Klagenfurt qualcosa si è rotto. C’è stato qualche infortunio?
No, sicuramente mi sto spingendo molto oltre i miei limiti. Sono cose che ho provato in allenamento, ma non sono ancora pronto per esser portate in gara. Prima dei Mondiali vado ad allenarmi così da arrivare per dare il mio massimo. Per ora l’ho ripetuto poche volte, ma in gara dove hai solo una o due occasione per farlo, non viene sempre.
Iniziare la Coppa del Mondo ad agosto non è troppo stancante?
Sono partito il 30 dicembre e ancora oggi sono in giro. Ho fatto una gara dietro l’altra e quello impatta. Ora mi fermo un attimo prima dei Mondiali per poi ricominciare con gli allenamenti e arrivar fresco alla gara più importante della stagione.

Quanto è importante che questa disciplina possa esser maggiormente conosciuta per dare una spinta anche a voi?
È fondamentale per noi, perché se non ci sono persone che praticano, non può andare come sport. Negli ultimi anni sta crescendo molto, si sta creando una bella realtà. Sono molto contento che questo sport stia diventando più popolare. Spero che possa continuare la sua evoluzione sia a livello agonistico, ma anche rispetto al rapporto con gli appassionati.
Quanto aiuta la tecnologia nel preparare le gare?
Sicuramente sta avendo un impatto importante sul nostro sport, anche come si è visto di recente agli X Games dove hanno introdotto alcuni criteri di giudizio basati sull’intelligenza artificiale. Sono tutte cose sperimentali, ma sta avendo il suo impatto e, anche in futuro, diventerà sempre più importante.
Le piacerebbe un giorno partecipare agli X Games?
Ho preso parte già quest’anno ad Aspen. Avevo aspettative più alte, ma non è andata male. Ho concluso con un sesto posto nel big air. Potevo fare meglio, ho commesso qualche errorino nel salto, ma è stato una super esperienza, considerato che sono stato il primo italiano a partecipare nello snowboar freestyle.
E’ cresciuto fra Nuova Zelanda e Stati Uniti, quanto l’ha aiutata per diventare un campione?
Quella è stata fondamentale come l’esperienza in gara che pian piano sto accumulando. Una delle cose su cui hanno tanto vantaggio alcuni avversari è l’esperienza in gara. Tra una prova e l’altra sto cercando di accumularla e portarla poi in campo.

Fra le acrobazie che presenta in gara, com’è nata l’idea del frontside 2160?
È nata in allenamento, in estate, quando ci testiamo su una struttura artificiale dove puoi provare trick nuovi con un rischio molto più basso di infortuni. Lì ho iniziato a provare il frontside 2160 che nessuno ancora aveva completato. Lo scorso anno in allenamento sono riuscito a farlo sulla neve, ma l’ho un po’ archiviato. Quest’anno invece ho deciso di riallenarlo e sono riuscito a portarlo in gara a Pechino. È stata una grande soddisfazione nel completarlo in allenamento e in gara, ma ora spero di poterlo ripetere.
Cosa si aspetta dai Mondiali in Svizzera?
Le aspettative si tengono alte. Ora vado ad allenarmi e cerco di arrivare al massimo della mia forma, non solo fisica o tecnica, ma anche mentale. I Mondiali sono la gara più importante di questa stagione e sono il mio obiettivo principale.
Come si vede alle Olimpiadi 2026?
Sarebbe la mia prima Olimpiade e, essendo in casa, sarebbe incredibile. Non so cosa aspettarmi perché, non avendo esperienza, posso immaginare come sarà l’impatto emotivo. Sicuramente sarà diverso dalla Coppa del Mondo, motivo per cui quest’estate cercherò di lavorare il più possibile visto che un’Olimpiade in casa non è un’occasione che capita molto spesso.