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Golf, La testimonianza

Io, mamma, e il mio jolly: Matteo Manassero

Da Sport Senators 18/03/2017

Che cosa vuol dire lasciar andar via di casa il figlio bambino per realizzare i suoi sogni da golfista professionista? Francesca Scandola ci racconta un percorso umano magico. Fino alla Onlus che gestisce per uno dei più grandi talenti del nostro sport.

Quando mi è stato chiesto di scrivere per questo Blog non vi nascondo che ho provato orgoglio e anche preoccupazione, ma il sostegno di mio figlio Matteo mi ha convinto ed eccomi qui a raccontarvi la mia storia di mamma di un giovane che ha fatto della sua passione il suo mestiere!

Spesso mi viene chiesto cosa si prova ad essere la mamma di un ragazzo come Matteo.

La mia risposta è sempre la stessa. Provo lo stesso orgoglio di ogni madre che vede il proprio figlio felice di aver realizzato il suo sogno.

L’amore di Matteo per il golf nasce praticamente con lui, non c’era nessun golfista in famiglia ma il caso ha voluto che vicino a dove abitavamo venisse aperto un campo pratica gestito dal maestro Adriano Zorzi (il papà di Veronica) e questo ci permise di avvicinarci e provare….!

E’ stato chiaro fin da subito che in Matteo era nata una vera e propria passione per questo sport e fin da allora la sua risposta a chi gli chiedeva cosa vuoi fare da grande era: “Voglio fare il giocatore del tour”.

Tutta la mia vita di relazione con mio figlio è stata accompagnata dal golf: durante la settimana, finiva presto i compiti per poter andare a praticare e il sabato e la domenica si andava insieme in campo. Nel 2000 prese l’handicap al Gardagolf (la sua seconda casa) e da quel momento cominciammo a girovagare x l’italia.

Sinceramente nonostante le sue vittorie, e nonostante tutti lo vedessero come un fenomeno, io non ho mai calcato la mano su questo aspetto (anzi tendevo a mal sopportare che tutti lo esaltassero) il mio obiettivo era solo assecondarlo nella sua passione, farlo crescere nello sport, qualsiasi esso fosse, senza pensare al domani…!

Certamente lui aveva chiaro il suo traguardo ma nessuno di noi era preparato a quello che significò la vittoria del British Amateur. Affrontare la decisione di lasciare la scuola ha creato in me, figlia di insegnanti, un momento di preoccupazione ma la sua determinazione non mi ha lasciato scampo, ha saputo rassicurarmi e non mi ha mai delusa.

E’ entrato nel tour maggiore ed ha avuto subito grandi risultati, sono entrati nella nostra vita giornalisti, manager, persone che prima vedevamo in televisione ora entravano nella nostra quotidianità, luoghi meravigliosi che prima potevo solo sognare ora diventavano quasi “normali” scenari di routine. Tutto questo era inebriante, i primi tempi, ma anche molto stressante.

La cosa più difficile per me è stata gestire il cambiamento del mio ruolo di mamma… in modo così repentino e pubblico! Normalmente, il distacco dai figli avviene in modo più graduale: ci si prepara insieme attraverso il percorso formativo scolastico, universitario, la ricerca del lavoro e il naturale passaggio nel mondo dei grandi! Per me e Matteo, invece, tutto è avvenuto dall’oggi al domani, e all’età di 17 anni…!

Ho dovuto farmi da parte e “affidarlo” a persone che da lì in poi si sarebbero occupate di lui: manager, allenatore, preparatore atletico. E ho dovuto accettare che loro avrebbero passato più tempo di me con mio figlio, si sarebbero occupati della sua crescita avrebbero condiviso con lui tutte le prime esperienze di questa sua nuova vita. Questo mi ha fatto sentire in colpa, mi sembrava di non fare abbastanza per lui ma, paradossalmente, il periodo di calo di risultati di Matteo è stato per noi di grande aiuto per recuperare molto di quel percorso di crescita perso in precedenza.

Ora lui è completo, e più forte per affrontare il futuro e ha fatto pace anche con le sue rinunce del passato. Io ho risolto i miei sensi di colpa e, sinceramente, pur provando molto orgoglio per i suoi successi nel suo lavoro, sono enormemente innamorata dell’uomo meraviglioso che è diventato.

Ho pescato un grande jolly nella mia vita e sono così grata per questo che ho deciso di dedicare molto del mio tempo ad una Onlus di cui Matteo è ambasciatore, la “Dravet Italia Onlus”. E per raccogliere fondi, ho ripreso a girare i campi da golf italiani così come facevo con Matteo alle gare giovanili…!

Sono la mamma orgogliosa di un ragazzo che ha inseguito un sogno e con sacrificio e determinazione è riuscito a raggiungerlo.

Francesca

 

Matteo Manassero, nato a Negrar (Verona), 19 aprile 1993, già n. 1 del mondo amateur, vanta una serie di straordinari record di precocità: più giovane campione del British Amateur Championship, più giovane a passare il taglio al Masters, più giovane campione dell’European Tour. Ha vinto tre titoli pro, il più ricco al BMW PGA Championship 2013 con un birdie alla quarta buca di spareggio. Si sta riprendendo dopo un periodo di difficoltà di risultati.

(si ringrazia Claudio Scaccini per le belle foto)

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Nota sull’autore: Sport Senators

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