Manny, quando era ancora un bambino, vendeva ciambelle e sigarette in strada. Tra i suoi clienti c’erano uomini della mala. Frequentava le vie di General Santos City, nel sud delle Filippine. Lì dove ogni giorno morivano uomini e donne, vittime della battaglia tra i separatisti islamici e il governo.
Se era un giorno fortunato, Manny faceva a pugni in cortile. Si batteva a mani nude per soldi. Cento pesos, poco più di due dollari americani, per ogni sfida.
Dionisia, la mamma più dura del ferro, era una donna molto religiosa. Voleva che il figlio diventasse prete. Ma faticava a controllarlo. Lei faceva lavori saltuari, vendeva verdure ai bordi delle strade, non aveva abbastanza soldi per assicurare cibo tutti i giorni ai sei bambini.
Liza e Domingo erano figli del primo matrimonio. Isidra, Alberto, Rogelio ed Emmanuel (detto Manny) erano nati dalla relazione con Rosalio. Per amore di lei era andato a lavorare in un’altra città, quando Dionisia aveva scoperto che aveva una nuova compagna, avevano divorziato.
Manny era piccolo. Faceva ancora le scuole elementari. Ma già contribuiva al bilancio familiare. In casa avevano bisogno di lui. Vendeva ninnoli lungo strade piene di buche, dove bambini mezzi nudi e dai capelli arruffati inseguivano per divertimento vecchie ruote arrugginite di biciclette.
A Manny piaceva studiare e non voleva crescere in un posto senza futuro. General Santos City, Cotabato del Sur, lo era. Aveva così cominciato a coltivare un sogno. Un giorno sarebbe diventato un pugile, sarebbe diventato ricco con lo sport.
Ogni pomeriggio avvolgeva attorno alle manine dei minuscoli asciugamani e mimava le azioni che aveva visto fare agli amici più grandi. Solo molti anni dopo avrebbe capito che quei colpi sparati all’aria sarebbero diventati il cibo principale nel quotidiano menù della fatica.
La boxe, quella vera, l’ha scoperta a quattordici anni. In casa, per punirlo della sua ennesima bravata, lo avevano privato del cagnolino a cui lui era molto affezionato. Divorato dalla rabbia, Manny era entrato in una palestra e aveva deciso che lì avrebbe costruito il suo futuro.Il primo a credere che avrebbe potuto farcela era stato Dizon Cordero, un ex pugile che da dilettante era riuscito a vestire la maglia della nazionale filippina. Gli aveva insegnato l’arte, gli aveva imposto la disciplina. Lo aveva portato in casa, dove aveva potuto assicurargli un pasto e un letto per dormire. Dopo un solo mese di allenamento il ragazzino aveva fatto l’esordio sul ring.
E aveva vinto per k.o. al primo round.
Il destino era già segnato…
A 16 anni era già professionista.
Oggi ha in bacheca sei titoli mondiali in altrettante categorie di peso. Ha cominciato da mosca, è arrivato ai superwelter.
È sposato con Jinkee, sul braccio sinistro ha tatuati i nomi della moglie e dei loro quattro figli. Su di lui sono stati scritti due libri, è stato girato un film. Fa pubblicità a detergenti, medicinali, cibo, telecomunicazioni. È stato attore e cantante. Presenta un famoso show televisivo e tiene una rubrica fissa sul più popolare quotidiano delle Filippine.
È entrato in politica, ha fondato un partito: People Champ’s Movement. È diventato membro del Senato filippino con la United National Alleance, prendendo oltre sedici milioni di voti. Resterà in carica fino al 2022.
Ama la vita notturna ed è stato al centro di qualche gossip e di uno scandalo clamoroso: la denuncia per evasione fiscale di qualche anno fa.
Ma è anche uno che non dimentica le sue radici. Ha fatto e fa grandi donazioni in benficienza. In questi giorni ha fatto il giro delle zone più povere della provincia di Sarangani per distribuire derrate alimentari e medicine. A Maasim, municipalità situata nella regione di Soccskargen, ha aiutato circa duemila persone trascorrendo l’intera domenica impegnato nella distribuzione dei soccorsi.
È ricco e famoso. Ha guadagnato 430 milioni di dollari. Ha un allevamento di galli da combattimento, è proprietario di una squadra di basket e di un’organizzazione pugilistica. Ma non si è mai dimenticato della sua gente. In preparazione del match contro Cotto, nove anni fa, ha interrotto gli allenamenti per tornare nel suo Paese sconvolto da un tifone di violenza inaudita. Si è dato molto da fare nei soccorsi, è andato in giro a distribuire medicine, ha pagato i funerali di chi non poteva permettersi di seppellire i propri cari, ha offerto soldi per comprare generi di prima necessità.
Nelle Filippine è un eroe popolare, quando combatte cala addirittura il tasso di criminalità.
MANNY PACQUIAO
60-7-2 (39 ko)
Mancino.
Campione: mosca Wbc, supergallo Ibf, superpiuma Wbc, leggeri Wbc, welter Wbo, superwelter Wbc. Poi campione welter Wbo e adesso Wba. Ha detenuto anche il titolo Ibo dei superleggeri.
Vive a General Santos, Filippine.
Sposato, padre di cinque figli.
Prossimo rivale: Adrien Broner (33-3-1, 24 ko).
Ha sconfitto: Chatchai Sasakul, Lehlo Ledwaba, Jorge Eliecer Julio, Marco Antonio Barrera (due volte), Erik Morales(due volte), Oscar Larios, Juan Manuel Marquez (due volte), David Diaz, Oscar De La Hoya, Ricky Hatton, Miguel Cotto, Joshua Clottey, Antonio Margarito, Shane Mosley, Brandon Rios, Timothy Bradley (due volte), Chris Algieri, Jessie Vargas e Lucas Martin Matthysse.
*articolo ripreso da https://dartortorromeo.com/