Il più vecchio in pista è lui, Kimi Raikkonen. Ha compiuto 38 anni da pochi giorni. Il più giovane si chiama Lance Stroll che ne festeggerà 19 il giorno 29 di questo mese. La Williams che lo aveva ingaggiato nell’autunno del 2016 fu costretta e rimandare l’annuncio di qualche tempo per via dello sponsor alcolico, il canadese non era ancora diciottenne. Ma se vogliamo sapere chi è stato il baby di sempre a debuttare in Formula 1, dobbiamo ricorrere a Max Verstappen che disputò la sua prima corsa in Australia nel marzo del 2015 quando aveva 17 anni e 166 giorni. In verità aveva esordito anche prima con la Toro Rosso nelle prove libere del GP del Belgio a 17 e 3 giorni. In passato c’erano già stati molti ragazzini ad entrare nel Circus dei motori appena svezzati, automobilisticamente parlando: lo spagnolo Alguesuari, Alonso, Kvyat, tanto per citarne alcui dell’epoca moderna, tutti sotto i vent’anni. Ma bisogna ricordare che gareggiarono dei drivers giovanissimi anche in periodi lontani. Nell‘80 il nezelandese Mike Thackwell disputò la sua prima corsa a 19 anni e 183 giorni. E bisogna risalire quasi ai primordi con il messicano Ricardo Rodriguez che andò in pista nel 1961 con la Ferrari 156 a Monza a 19 anni e 224 giorni.
Mai come ora, tuttavia, si era arrivati a uno scontro diretto generazionale. I grandi campioni nei primi due decenni del Mondiale erano quasi dei “nonni”: Juan Manuel Fangio conquistò il suo ultimo titolo a 46 anni, Farina il primo e unico a 43, Jack Brabham a 40, Graham Hill a 39 e non avevano rivali competitivi molto acerbi. A rompere un po’ gli schemi arrivò Emerson Fittipaldi, titolato a 25 anni nel 1972. Poi fu Vettel a stabilire il record, ancora imbattuto, diventando campione del mondo nel 2010 a 24 anni e 134 giorni.
Così mentre Hamilton, salvo impensabili sorprese, è avviato a conquistare il suo quarto casco iridato a breve termine, si pensa a quello che potrebbe essere nel 2018 il duello del secolo fra il fuoriclasse inglese di origine caraibica e l’emergente, arrembante e indiavolato Max Verstappen. Se Lewis sta macinando primati di pole position e di vittorie, con l’obiettivo magari di superare Michael Schumacher (7 titoli e 91 primi posti), l’olandese è già in vetta ad alcune classifiche: è il più giovane di tutti i tempi anche ad aver vinto una gara, a salire sul podio, e a conquistare dei punti. Gli manca soltanto di ottenere un pole, ma potrebbe essere una questione di ore. Per ora il più precoce a farlo è stato Vettel, nel famoso GP d’Italia a Monza del 2008 quando guidava al Toro Rosso ed aveva 21 anni e 73 giorni.
Una sfida fra un pilota che compirà 33 anni il prossimo 7 gennaio e un avversario ancora quasi imberbe, visto che il dotatissimo asso della Red Bull ne ha compiuti 20 solo il 30 settembre. Due personaggi abbastanza diversi fra loro nella vita, abbastanza simili in pista. Due che non vogliono mai perdere. Molto dipenderà, è ovvio, dalle macchine che avranno a disposizione. Ma è facile pensare che la Mercedes sarà ancora a vertice elle prestazioni e che la Red Bull crescerà di livello, come ha fatto in questa seconda parte della stagione. La squadra austriaca a puntato tutto su SuperMax, rinnovandogli il contratto per altri 3 anni, sino al 2020. Sarà uno dei motivi dominanti per lo spettacolo della prossima stagione, pur tenendo conto del ruolo che potrebbe e dovrebbe avere la Ferrari. Lewis ha già detto: «Finché sarò in pista farò di tutto per non lasciargli conquistare troppe pole position e troppe vittorie. Comunque sarà bello ed eccitante lottare con uno come lui. Tutto sommato mi farà tenere alta la concentrazione e la determinazione, perchè se si vince facile anche la Formula 1 può diventare poco divertente, anzi noiosa».
Cristiano Chiavegato