Gli italiani lo fanno meglio. Sinner-Musetti rappresentano il manifesto ideale dei NextGen, i migliori 8 under 21 del mondo che, dal 2017, sfilano in passerella a Milano con la prestigiosa etichetta Intesa Sanpaolo per presentare la moda che verrà sulla massima scena dell’ATP Tour. Per una gara che si disputa il 9-13 al Palalido, è davvero un sogno poter sbandierare due prodotti di casa così ricchi di talento e di promesse, già altamente competitivi a livello superiore e poterlo fare in Italia, alla vigilia delle due altre manifestazioni mondiali che verranno organizzate all’AlpiTour di Torino, le Nitto ATP Finals, e i quarti di coppa Davis.
Eppure, anche se dobbiamo continuamente stropicciarci gli occhi dopo vent’anni di risultati sporadici al vertice, i due “gemelli diversi” azzurri separati da sette mesi all’anagrafe sono italiani e ci fanno inorgoglire tutti i giorni.
Perché, al di là del tennis già solido che esprimono già così giovani, al di là dei progressi fisico-tattici-emotivi, al di là della comprensibile tensione che esiste in un derby dove il favorito, il 20enne altoatesino numero 13 del mondo, ha una pressione extra sulla prediletta superficie veloce indoor contro il 19enne carrarese numero 69, il loro comportamento all’esterno e nei confronti dell’avversario è stato perfetto. Da applausi. Come quelli che Jannik, convinto e partecipe, ha tributato a Lorenzo, interrompendo l’intervista di prammatica al microfono in campo, per salutare l’amico che usciva dal campo, sconfitto. Fra i due c’è sicuramente rivalità, ma è un sentimento puro, senza acredine e invidie: l’uno possiede infatti consistenza e solidità che viene da una testa particolare e a una maturità da sempre impressionante, l’altro ha il talento del tocco e della creatività tennistica. E anche le parole che i due si scambiano, sin dal primo scontro ufficiale, due anni fa nel pre-qualificazioni degli Internazionali d’Italia a Roma, sono sempre dolci, affettuose, cameratesche, ideali.
Biglietteria Intesa Sanpaolo Next Gen ATP Finals
Vedere due italiani che si battono così a viso aperto, senza urla e gestacci, senza proteste e comportamenti riprovevoli, è un ulteriore motivo di soddisfazione per un ambiente spesso lacerato in passato da sgarbate scomposte guerriglie fra poveri. Mentre oggi Sinner e Musetti, dietro Berrettini, Fognini e Sonego, e come traino di tanti altri, lottano dichiaratamente per l’eccellenza. Tutto ciò completa il poster ideale dei NextGen, una categoria disegnata dall’ATP per lanciare il post-Fab Four che sta facendo faville. Come dimostrano l’esplosione al vertice della covata tutta russa di Medvedev, Rublev, Khachanov e mezza russa di Tsitsipas, Zverev e Shapovalov, per continuare con i solidi Ruud ed Hurkacz, con Aliassime e Fritz dalle abbaglianti scintille, con l’elettrico De Minaur, con l’elegante francese Humbert, e con altri interpreti del circuito da Davidovich Fokina a Tiafoe, tutti transitati per la passerella di Milano che si ripropone fra qualche giorno al Palalido.
Per l’Italia sarebbe straordinario poter replicare lo straordinario show di mercoledì sera al torneo di Anversa. Ma il successo crea problemi di abbondanza e Sinner, già qualificato per le Intesa Sanpaolo Next Gen come Aliassime, Alcaraz e Korda, è in lotta per qualificarsi al Super8 dei grandi, il 14-21 alle Nitto Atp Finals di Torino, insieme a Matteo Berrettini cui manca solo la conferma dell’aritmetica per confermare la presenza alla gara finale ATP della stagione dopo l’esordio di due anni fa e la presenza come riserva dell’anno scorso, ennesimo record italico.
Invece Musetti è a caccia dei punti per assicurarsi un posto fra gli 8 della prova: attualmente nell’ATP Race To Milan è sesto con 886 punti, lontano 16 punti da Jenson Brooksby (902), con alle spalle Juan Manuel Cerundolo, Brandon Nakashima, quindi Rune, Gaston e Baez. Proprio la partita di Anversa pur così positiva per Lorenzo, in un primo set giocato alla pari per 42 minuti, fino al 5-5, dimostra come il talento di Carrara sia oggi lontano dall’amico Jannik.
Finché infatti ha avuto energie, Lorenzo ha premuto alla disperata sull’acceleratore, mantenendosi in scia di Sinner, con ritmi di palleggio molto elevati e anche qualche lodevole iniziativa a rete. Ma appena l’avversario ha cambiato ulteriormente marcia, ha messo la freccia e si è staccato inesorabilmente, per la soddisfazione di mastro Riccardo Piatti e del mago della preparazione fisica Dalibor Sirola presenti alla prova.
Da quel momento non c’è stata praticamente più partita. Sinner ha continuato a volare mentre Musetti non riusciva a stargli dietro, si disuniva, perdeva i colpi, correva e sbagliava, evidenziando una differenza che, sul veloce indoor, appare ancora più lampante che su altre superfici, a cominciare dalla terra rossa. Del resto, l’altoatesino, pur coi comprensibilissimi alti e bassi di un giocatore ancora in costruzione, è in fiducia con addirittura tre titoli stagionali ATP vinti, mentre il carrarese non riesce più a vincere due partite di fila dal Roland Garros, da 10 tornei, cosa che influisce grandemente sulla fiducia.
La partita con Sinner, proprio la partita contro un avversario più anziano praticamente di un anno, che già due anni fa gli era lontano come maturità e rendimento, al di là del 6-7 7-6 6-3 di quell’epilogo, dev’essere di grande indicazione a Musetti sulla programmazione dei prossimi impegni e del lavoro da fare per migliorarsi sia sotto il profilo fisico che su quello tecnico e tecnico. La base è ottima, il tennis è sicuramente di primo livello e Lorenzo potrà sfoderare tutti i suoi numeri fra i coetanei alle Intesa Sanpaolo NextGen Finals e fare un po’ di esperienza in più, proprio come hanno fatto tanti nomi che sono transitati per Milano e oggi fanno la storia del tennis a livello più alto. Da Daniil Medvedev in giù.
Vincenzo Martucci
(testi e foto tratti da supertennis.tv)