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Sport

Allenare i giovani non è facile, e se non sei empatico… Fai dell’altro!

Da Maurizio Mondoni 22/03/2022

Dal prontuario del bravo allenatore a livello giovanile, ecco le 6 qualità fondamentali-base, i 3 errori assolutamente da evitare e i 6 coach preferiti

Ho sempre creduto, nella mia lunga carriera, che “allenare” non è un compito semplice, bisogna essere in grado di miscelare qualità tecniche, tattiche, educative e di comunicazione.

Un obiettivo importante per l’allenatore è quello di conoscere le motivazioni (competere, acquisire e migliorare le proprie abilità, sentirsi in forma, far parte di una squadra, stare con gli amici e farsene di nuovi, divertirsi, spendere energia) che hanno determinato e che continuano a mantenere elevato il coinvolgimento dei giocatori.

Di conseguenza, l’allenatore dovrebbe soddisfare il maggior numero delle motivazioni espresse dai propri giocatori, pertanto il suo compito è quello di dare un obiettivo ai giocatori che sia impegnativo e nel contempo raggiungibile e……..non “bacchettarli sempre”.

 

I requisiti e il comportamento

 

Secondo me i requisiti e le qualità fondamentali dell’allenatore a livello giovanile dovrebbero essere:

 

– la competenza;

– la passione;

– la capacità di relazionarsi con i propri giocatori;

– possedere una personalità equilibrata;

– avere una sufficiente autostima;

– ascoltare.

 

Come dovrebbe comportarsi un bravo allenatore a livello giovanile?

 

Sicuramente dovrebbe:

 

– manifestare interessamento e vicinanza verso i propri giocatori;

– manifestare apprezzamento, fiducia e incoraggiamento;

– fornire un aiuto per risolvere le difficoltà;

– concorrere alla formazione di un buon senso di auto-efficacia e di autostima;

– arrivare all’allenamento carico di entusiasmo;

– trasmettere sicurezza, affetto, accoglienza, serenità;

– essere munito di enorme pazienza.

 

Non dovrebbe rimproverare ma, al contrario, incoraggiare e motivare e rinforzare i comportamenti positivi.

 

E’ una figura sbagliata quando:

 

– ha bisogno di far vedere chi è che comanda;

– pensa di possedere tutte le idee e le soluzioni e rifiuta quelle dei giocatori, perché ha paura che intacchino la sua autorità;

– rifiuta il confronto.

 

Quali sono gli allenatori preferiti dai giovani giocatori?

 

Sono quelli che:

 

– trasmettono sensazioni positive;

– rinforzano la prestazione;

– incoraggiano dopo un errore;

– forniscono indicazioni tecniche dopo un errore;

– sono organizzati, preparati e competenti;

– utilizzano uno stile autorevole e non autoritario.

 

L’empatia

 

Un tratto della personalità particolarmente dal quale non si può prescindere se si deve guidare una squadra a livello giovanile è l’empatia, cioè la capacità di assumere come proprio il punto di vista di altri individui, per capire come ognuno percepisce e vive eventi ed emozioni.

L’empatia è quella risorsa alla quale l’allenatore può (e deve) attingere per comprendere gli interessi e i bisogni dei suoi giocatori.

E…..se non sei empatico, fai dell’altro, non allenare i giovani!

 

 

Tags: Allenare i giovani non è facile, e se non sei empatico... Fai dell'altro!

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Nota sull’autore: Maurizio Mondoni

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