Le nuvole sull’Abetone minacciano pioggia e alla partenza di Firenze c’è grande fermento. La maglia rosa è sulle spalle di Enrico Mollo, tuttavia tutti attendono la rimonta di Gino Bartali.
“Ginettaccio” riparte dalla sua Firenze dopo che nella seconda tappa del Giro d’Italia 1940, durante la discesa della Scoffera, aveva investito un cane che gli aveva causato una terribile caduta. Bartali non si era fermato, però il tempo perso lo ha allontanato dalle vette della classifica generale e per rientrare serve un’impresa delle sue.
Lo spazio per attaccare c’è visto che lungo i 91 chilometri che separano la città dei Medici e Modena sono inserite ben quattro salite: Piastre, Oppio, Abetone e Barigazzo. Il capitano della Legnano è reduce dal secondo posto del giorno precedente, ma non appare in grandi condizioni, così il direttore sportivo della Legnano Eberardo Pavesi escogita una tattica per molti suicida.

Invece che puntare direttamente su Bartali, l’ex corridore milanese scommette su un giovane gregario proveniente dal Piemonte, Fausto Coppi. Non ha ancora vinto nulla, eppure negli anni precedenti si è distinto nelle classiche italiane chiudendo al decimo posto la Milano-Sanremo a inizio anno, vinta da Bartali.
Coppi si è già messo in luce a Genova chiudendo al secondo posto dietro Pierino Favalli, proprio nella tappa dove Bartali era caduto e aveva detto momentaneamente addio al sogno rosa. L’Airone di Castellania rimane guardingo ed ecco che, quando Ezio Cecchi scatta sulle Piastre, Coppi lo insegue a ruota.
Lo “scopino di Monsummano” prova a lasciare tutti sul posto, ma il giovane alessandrino dice no ed ecco che sull’Abetone transitano distanziati soltanto di sette secondi l’uno dall’altro. La maglia rosa Mollo passa con 1’55” di ritardo insieme agli altri inseguitori, mentre Bartali transita a oltre quattro minuti insieme a Fiorenzo Magni e a Giovanni Valetti, vincitore delle ultime due edizioni del Giro.
In discesa Coppi spicca il volo, in mezzo alla bufera stacca Cecchi e prende di petto il Barrigazzo lasciando che la grandine gli scorra leggera sulle spalle. Corre senza pensieri verso Modena dove trionfa in solitaria fra lo stupore dei tifosi, allibiti nel vedere uno sconosciuto trionfare nella frazione appenninica. Coppi vince con 3’45″ su Olimpio Bizzi e Gino Bartali, rientrato nonostante un problema tecnico che l’aveva appiedato.
Mollo arriva ancor più distante e cede la maglia a Fausto che guida con 1’03” sul torinese e 3’46” su Severino Canavesi. Con buona pace di Bartali e dei suoi tifosi che arricciano il naso ma, come direbbe Pavesi, l’importante che abbia vinto un corridore della Legnano.