Anche Froome è rimasto “frullato”! Ma si può fare sport senza doping? Basterebbe andare – tutti – un po’ più piano… |
  • Chi Siamo – Le nostre firme
  • Sport
    • Accadde Oggi
    • Atletica
    • Calcio
    • Ciclismo
    • Ginnastica
    • Golf
    • Motori
    • Nuoto
    • Pallacanestro
    • Pallavolo
    • Pugilato
    • Sci
    • Sport di contatto
    • Tennis
    • Vari
    • Politica Sportiva
  • TennisVintage
  • La testimonianza
  • Galleria
  • Sport per Tutti
Anche Froome è rimasto “frullato”! Ma si può fare sport senza doping? Basterebbe andare – tutti – un po’ più piano… |
  • Chi Siamo – Le nostre firme
  • Sport
    • Accadde Oggi
    • Atletica
    • Calcio
    • Ciclismo
    • Ginnastica
    • Golf
    • Motori
    • Nuoto
    • Pallacanestro
    • Pallavolo
    • Pugilato
    • Sci
    • Sport di contatto
    • Tennis
    • Vari
    • Politica Sportiva
  • TennisVintage
  • La testimonianza
  • Galleria
  • Sport per Tutti
Ciclismo

Anche Froome è rimasto “frullato”! Ma si può fare sport senza doping? Basterebbe andare – tutti – un po’ più piano…

Da Marco Pastonesi 13/12/2017

Dopo tanti sospetti, il vincitore di 4 Tour de France, famoso per l’altissima frequenza di pedalate in salita, inciampa nel fatidico Salbutamolo. Non è un problema solo del ciclismo, come ha detto per ultimo il caso Schwazer, è un problema sociale, per superare i limiti umani

La bomba è scoppiata stamattina: “L’Uci conferma di aver notificato al corridore britannico Christopher Froome un Risultato di Analisi Anomalo (RAA) per la presenza di Salbutamolo in concentrazione superiore a 1000ng/ml in un campione raccolto nel corso della Vuelta a España il 7 settembre scorso. Il corridore è stato informato di questo risultato il 20 settembre 2017”. Analisi, positiva. Controanalisi, positiva. L’annuncio, dovuto. La sospensione provvisoria, non prevista per questo genere di farmaco.

Il kenyano bianco, il vincitore di quattro Tour de France e una Vuelta (con la doppietta nel 2017, da ripetere nel 2018, ma con il Giro d’Italia oltre al Tour), è finito anche lui nel ciclone del doping. Il Salbutamolo è un broncodilatatore, indicato per gli asmatici (e infatti Froome, e lo ha confermato la sua squadra, la britannica Sky, sostiene di soffrire di asma fin dall’infanzia) e per chi soffre di broncospasmi da sforzo (e chi non li ha, quando si va oltre i propri limiti), ma è indicato nelle sostanze proibite sia fra gli stimolanti sia fra gli anabolizzanti. Il limite fissato dalla Federciclo internazionale è di mille nanogrammi/millilitro, pari a 16 “puff” dello spray: oltre questa quantità, viene considerato non più un uso terapeutico, ma dopante, perché aiuta ad aumentare la massa muscolare e, nello stesso tempo, ad asciugare il corpo. Ma non è tutto: il Salbutamolo serve anche a mascherare l’uso di altre sostanze proibite.

Non è una novità, il Salbutamolo, nella maledetta farmacia dello sport. Con la stessa sostanza assunta in dosi massicce (ma inferiori a quelle di Froome), e con la stessa scusa dell’asma dichiarata nelle tesi difensive, ci sono stati – per dirne due – i casi di Alessandro Petacchi (un anno di squalifica) e Diego Ulissi (nove mesi), con la cancellazione delle vittorie ottenute nel periodo considerato in base al controllo antidoping. E sempre con la stessa sostanza, e con la stessa scusa, ci furono – per dirne altri due – anche i casi di Miguel Indurain e Oscar Pereiro (che però se la cavarono senza squalifiche). Per Froome si può immaginare la cancellazione della vittoria nella Vuelta (a favore di Vincenzo Nibali, giunto secondo) e di un periodo di squalifica che metterebbe a rischio i suoi programmi agonistici (il Giro si correrà in maggio, il Tour in luglio).

Froome non era, e non è, al di sopra di ogni sospetto. Lo ricordiamo quando faceva fatica ad arrivare in fondo alle corse, quando venne espulso dal Giro d’Italia del 2010 per traino in salita, quando improvvisamente alla Vuelta del 2011 supera addirittura il suo capitano Brad Wiggins e sale al secondo posto della classifica finale. Proprio in salita, le sue frullate – un’altissima frequenza di pedalate – sono diventate un marchio di fabbrica irripetibile, inimitabile e, soprattutto, imprendibile. Froome non era, e non è, al di sopra di ogni sospetto anche per le pratiche della sua squadra, la Sky, che non ha mai chiarito fino in fondo contatti pericolosi e traffici sospetti di sostanze proibite, che coinvolgevano lo stesso Wiggins, a fronte di dichiarazioni prefabbricate o silenzi imbarazzati e imbarazzanti. Ma finora i controlli antidoping avevano dato esito negativo.

Non è solo il ciclismo a non avere pace. Lo è lo sport in generale. Siamo ancora in attesa di conoscere il risultato della prova del Dna per Alex Schwazer, il marciatore altoatesino campione all’Olimpiade di Pechino nel 2008, poi trovato due volte positivo, la prima alla vigilia dell’Olimpiade di Londra 2012, la seconda in un controllo a sorpresa il primo gennaio 2016. Ma se la prima volta Schwazer si era dopato, la seconda volta –ci sono buoni motivi per sostenerlo – era dopato il controllo, perché Schwazer, grazie alla collaborazione con il maestro dello sport Sandro Donati, grande accusatore del sistema doping, era riuscito a dimostrare che lo sport della purezza è più forte dello sport del doping (e “Lo sport del doping” è il titolo di un libro di Donati su chi lo subisce e chi lo combatte). Come dire che il doping lo si combatte a parole incrociate, non a bonifici bancari o a carriere politiche.

Il doping, oggi, sta dovunque: nelle speculazioni finanziarie, nelle dichiarazioni fiscali, perfino nei titoli dei giornali. Non solo il ciclismo, ma tutto lo sport potrebbe esistere e resistere senza doping: basterebbe andare – tutti – un po’ più piano, a quella velocità permessa dalla natura di ciascuno di noi. Il doping deve essere combattuto non solo nelle agenzie dedicate ai test, ma anche nelle scuole e nelle squadre, fra gli allenatori e i genitori, con la storia e la cultura. Finché il doping è dentro di noi – e non c’è bisogno di antidoping per scoprirlo, sarebbe sufficiente un esame di coscienza -, Froome non è uno scandalo: si è soltanto adeguato.

Marco Pastonesi

Tags: ciclismo, doping, froome, marco pastonesi, scandalo doping

Condivisione...

Articolo precedente
Fontecchio, panchinaro o eroe? L’Italia deve imparare dalla Nba…
Articolo successivo
“Ringhio” Gattuso ritrova il sorriso in Coppa

Nota sull’autore: Marco Pastonesi

Genovese, ha seguito 15 Giri d'Italia, 10 Tour de France, 4 Coppe del mondo e 18 Sei Nazioni di rugby. Ha scritto, fra l’altro: Pantani era un dio, L'Uragano nero, Gli angeli di Coppi e I diavoli di Bartali, Ovalia - il dizionario erotico del rugby.

Post correlati

  • Segafredo smette e l’Italia è sempre meno nel ciclismo che conta
  • La quinta tappa, e Nibali vinse il Tour!
  • Meglio ultimo: a grandissima richiesta, torna la maglia nera
  • “Vorrei vincere il Tour de France come Pogacar, ma devo imparare a gestire gli attacchi”
  • Tutti sconfitti per l’ultima “tappina” del Giro! I veri corridori sono quelli che ogni giorno pedalano a Roma…
  • Velocità e inseguimenti, keirin e scratch: l’ennesimo miracolo all’italiana. Eppure le piste non decollano!

Ultimi articoli

  • “Quand’ho battuto Giulia Rizzi ho capito quanto sono forte”
  • WorldSBK, intervista a Danilo Petrucci: “A questa età guida la testa, non il fisico”
  • Fiocchi di Ghiaccio – Trondheim in default, la Tournée dei Quattro Trampolini femminile, gli esordi all’Isu Grand Prix
  • Caos tennistavolo mondiale: elezioni da film comico!
  • Sinner, fuga da Alcaraz
  • Povera Inter: il PSG l’ha trattata come una squadra di serie B e D francesi…

Sport Senators

Le grandi firme di 45 Olimpiadi, 8 mondiali di calcio, 86 tornei del Grande Slam, 13 Tour de France, 43 giri d’Italia, 20 GP di Formula 1, 31 Mondiali di Atletica leggera, 100 campionati Mondiali ed Europei di nuoto, ginnastica, scherma, judo, e tanti altri sport.

Accounts Social

  • Facebook
  • Twitter

Newsletter

Vuoi ricevere la nostra newsletter?
Iscriviti!

Cerca

Sport Senators © 2018 - All Rights Reserved | Testata registrata al Tribunale di Milano. Registrazione n.168 del 30.05.2018. Direttore responsabile Vincenzo Martucci

  • Home
  • Chi Siamo – Le nostre firme
  • Sport
  • Accadde Oggi
  • Galleria
  • Sport per Tutti
  • TennisVintage
  • Privacy policy

Continuando la navigazione, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi