Che grinta e che tennis Jasmine Paolini! Non era facile arginare la tenacia e lo slancio in recupero di Sorana Cirstea che, ad un certo punto, in svantaggio 6-2 4-2, è sembrato stesse riscrivendo lo stesso copione del match dei quarti contro Vondrousova, riuscendo, sul 2-4, a strappare la battuta a Jas per pareggiare poi sul 4-4. Non solo, forte dei sei matchpoint salvati in precedenza contro la ceca, sul 5-4 per l’azzurra, le annulla la palla del match, per poi sorpassarla sul 6-5. E invece, se Sorana è ostica, Jasmine lo è ancora di più perché, a quel punto, è bravissima a non scoraggiarsi, a stringere i denti e ad estrarre dalle corde colpi perfetti, soprattutto con il suo siluro di dritto. Annulla 5 setpoint sul 6-5 Cirstea, per poi cancellarne un sesto al tie-break che, alla fine, vince per 8 punti a 6, chiudendo 6-2 7-6(6) una partita sofferta e lottatissima, soprattutto alla fine, dopo quasi due ore di gioco.
Un risultato clamoroso per la pupilla di Renzo Furlan, il suo primo tifoso, che centra la prima finale in un Masters 1000, la quinta finora in carriera. Non solo. Da lunedì Jasmine sarà la nona italiana a varcare la soglia della Top 20 (dopo Reggi, Cecchini, Farina, Schiavone, Pennetta, Errani, Vinci e Trevisan) e sarà almeno n. 16 del mondo, n. 14 se dovesse vincere il titolo. Batte per la terza volta su tre incontri la Cirstea e dimostra, a 28 anni, di essere in continua progressione e miglioramento. Un 2024 cominciato con i migliori auspici per la tennista toscana che fa il salto di qualità negli Slam accedendo per la prima volta agli ottavi di finale a Melbourne. Con il risultato al “Dubai Duty Free Tennis Championships”, diventa inoltre la quinta tennista italiana a raggiungere una finale di questa categoria, dopo Francesca Schiavone, Flavia Pennetta, Sara Errani e Camila Giorgi. Non a caso, alla fine del 2023, era tra le candidate del circuito WTA come “Most Improved Player of the Year”. Un’ascesa figlia di quella fiducia in se stessi e perfezionamento tecnico affinati negli anni con calma, dedizione e tanta umiltà.
“Alla fine vi ho regalato un piccolo dramma!” scherza una raggiante Paolini nell’intervista in campo a fine match. “Ogni volta contro di lei è più o meno la stessa cosa. Vinco il primo, poi il secondo è un po’ complicato e poi vinco il terzo. Continuavo a dirmi che se avessi perso anche questa volta il secondo, dovevo ricominciare di nuovo e dovevo continuare a muovermi così, a spingere e a giocare profondo. Però tentavo di rimanere nel momento presente. È stata dura. Lei gioca benissimo quando è in svantaggio, cerca di fare più vincenti e di giocare più velocemente; io mi dicevo: “Avanti, forza, non è possibile che lo faccia due volte di fila! No dai , scherzo! Mi dicevo che dovevo muovere le gambe e picchiare duro sulla palla, altrimenti lo avrebbe fatto lei per prima“.
L’avversaria di Jasmine in finale sarà un’altra outsider, la qualificata russa Anna Kalinskaya. Classe 1998 e attuale n. 40 del mondo, anche Anna sta vivendo un momento di piena ascesa; quest’anno a Melbourne si è issata per la prima volta ai quarti di un Major battendo agli ottavi proprio Jasmine e ora accede alla sua prima finale in un Masters ‘1000’ dopo aver sconfitto ben tre campionesse slam: Ostapenko agli ottavi, Gauff nei quarti e nientemeno che la n. 1 del mondo Swiatek in semifinale.
Laura Guidobaldi (foto della nostra inviata Marta Magni)