Wimbledon sforna sorprese nei primi turni per la natura stessa della superficie che aiuta gli attaccanti. L’ultima è il NextGen Sebastian Ofner, solido 21enne austriaco al primo tabellone in assoluto Atp – e alla prima esperienza sull’erba! -, e quindi anche ai primi Slam (persino nelle qualificazioni…) che, dopo aver eliminato Thomaz Bellucci in tre set si è sbarazzato anche del più quotato Jack Sock nel secondo turno, al quinto set. Ofner, 1.91 per 81 chili, che non si è dedicato al tennis finché non ha finito la scuola dell’obbligo a 19 anni, ha preso le basi da Gunter Bresnik e dal papà di Dominic Thiem, Wolfgang, 217 del mondo, quest’anno vantava la finale di Mestre persa contro Joao Domingues, e il secondo turno di Ostrava dove aveva ceduto a Bolelli dopo aver superato le qualificazioni, la vittoria del torneo Futures di Antalya, in Turchia, e tre quarti di finale nei Futures in Grecia. Insomma, dai risultati, malgrado la scalata dell’anno scorso, da numero 803 del mondo, vincendo quattro titoli Futures in Austria e in Grecia, fra terra e cemento, si sarebbe definito un giocatore ancora lontano da Wimbledon. Invece, dopo aver superato le qualificazioni con una miracolosa rimonta da due set a zero sotto contro l’inglese Jay Clarke, si è auto-promosso al terzo turno nel derby contro il numero 1 della NextGen, cioè degli under 21 che l’Atp sta proponendo come gruppo protagonista del futuro.
Il più sorpreso è proprio Sebastian Ofner che, già col successo di primo turno contro Bellucci, ha intascato 57.000 sterline (73.800 dollari), il doppio dei 46.193 dollari, che ha incassato fra tornei Futures e Challenger: “E’ incredibile, insperato, incomprensibile. Ma se continuerò a servire così sarà dura per chiunque”.
Giorni fa, sul sito www.federtennis.it, avevamo presentato Wimbledon, ponendo l’indice proprio sui qualificati che, ai Championships, “fanno guasti”. Infatti, anche il belga Bemelmans, come Ofner, è al terzo turnoe fida Anderson, mentre Bolelli, Rosol, Stakhovsky, Gojowczyk e Rublev hanno superato il primo turno.
Citando uno studio dell’Ibm evidenziato da Craig O’Shanessy, sottolineavamo come, negli ultimi undici anni, la percentuale di successo dei provenienti dalle qualificazioni nel primo turno del tabellone principale di Church Road fosse stato addirittura del 40%, e che quindi i sedici promossi dal torneino di Roehampton fossero da tenere bene d’occhio. Nel 2012, i qualificati hanno vinto 10 dei 16 primi turni (63%), nel 2013 la percentuale è stata 9/16, l’anno scorso 8/16. E, dal 2006, almeno uno dei qualificati non solo ha superato il primo turno di tabellone, ma ha passato anche il secondo, anche se al massimo è arrivato ai quarti. Il record, per un qualificato, sono le semifinali, raggiunte nel 2000 da Vladimir Voltchkov (battuto da Pete Sampras), così come fanno ancora sensazione le semifinali di John McEnroe nel 1977 (stoppato da Jimmy Connors).
Il vantaggio principale per i giocatori di classifica più bassa, com’è ovvio, è che hanno già avuto match duri, addirittura tre, e li hanno vinti tutti. Inoltre, trattandosi della superficie meno praticata dal tennis moderno, hanno già avuto confidenza con l’erba locale, mentre gli ammessi di diritto in tabellone non hanno avuto la stessa possibilità. E non hanno saggiato nemmeno le condizioni ambientali, le palle, eccetera. Per cui il vantaggio si estende ai lucky loser, i perdenti fortunati, cioè i giocatori eliminati nell’ultimo turno delle qualificazioni, ma ripescati per la rinuncia di un iscritto diritto al tabellone principale. Ben quattro volte uno di loro è arrivato al quarto turno a Wimbledon: il più recente è stato il gigante Dick Norman, che nel 1995 perse con Boris Becker. Comunque, questa è la superficie che aiuta gli audaci, gli attaccanti, i giovani “dentro”.
Vincenzo Martucci