L’Italia di Pozzo gioca a Milano una gara unica contro la Grecia per l’accesso ai Mondiali casalinghi del 1934. La partita finisce 4-0 con una doppietta di Giuseppe Meazza e reti di Anfilogino Guarisi e Giovanni Ferrari.
È la prima partita ufficiale dell’Italia alle qualificazioni di un Mondiale, quattro anni dopo la rinuncia alla lunga trasferta in Uruguay.
Pozzo coglie l’occasione per provare forze nuove da portare in ritiro pre–mondiale nell’eremo dell’Alpino, sotto il Mottarone, sulle montagne piemontesi e poi a Roveta, sulle colline toscane.
Debuttano in Nazionale il portiere Ceresoli, i mediani Montesanto e Fantoni e l’attaccante Rocco. Curioso che nessuno di questi quattro viene convocato da Pozzo tra i 22 per i mondiali.
Ma se per Montesanto, Fantoni e Rocco si tratta di un’autentica bocciatura, per il portiere Carlo Ceresoli va diversamente.
Pozzo ne è entusiasta e all’estremo difensore dell’Inter viene assicurata la maglia da titolare. Tuttavia, poco prima dell’inizio della competizione, in allenamento un tiro maldestro di Arcari incrina l’avambraccio di Ceresoli che è costretto ad abbandonare il ritiro azzurro.
Nel 1938 Ceresoli è ancora designato al ruolo di titolare quando a 10 giorni dall’inizio del Mondiale s’infortuna nuovamente lasciando il posto a Olivieri, ma rimanendo nella rosa dei 22.
Così la sua più grande gioia con la maglia della Nazionale coincide con la gara di Wembley contro l’Inghilterra che ribattezza gli azzurri i “leoni di Highbury”. Ceresoli viene proclamato il migliore in campo dopo aver parato un rigore ainizio gara e aver neutralizzato decine di occasioni gol.
Fisico da atleta impeccabile con un senso della posizione eccellente e con una presa ferrea, Ceresoli è stato considerato con Combi tra i più grandi portieri italiani ante Guerra. In serie A esordisce con la sua Atalanta, poi passa all’Inter ma vince due scudetti con il Bologna sul finire degli anni Trenta.