L’albo d’oro del Bonfiglio torna a parlare italiano dopo 13 anni. Lo fa grazie a Jacopo Vasamì, classe 2007,mancino come Gianluigi Quinzi , l’ultimo azzurro a sollevare il trofeo di quello che è lecito considerare il quinto torneo più importante del circuito Juniores. Abruzzese di nascita, ma romano d’adozione, Jacopo inizia a formarsi tennisticamente al Tennis Club Parioli, proseguendo la sua traiettoria al Tennis Club Nomentano, e a 12 anni è già segnalato come uno dei prospetti più interessanti della sua generazione.
Se ne rende conto anche un rappresentante della Rafael Nadal Tennis Academy, che gli propone una borsa di studio e un percorso suggestivo. Jacopo, a soli 12 anni e mezzo, prende la decisione che probabilmente gli cambierà la vita per sempre; si fanno le valigie, si lasciano gli agi e gli amici, si sceglie la strada per diventare seriamente un tennista professionista. Strada che Jacopo percorre a tutta velocità, tanto che a soli 16 anni consegue il diploma prima di tutti i suoi coetanei, grazie a meriti accademici che al termine della prima elementare gli consentono di passare direttamente alla terza, e alla scuola americana che prevede quattro anni di scuola superiore.
Già, perchè a Manacor, Jacopo impara ad esprimersi correttamente non solo in spagnolo, ma anche in inglese, che aveva comunque già iniziato a masticare grazie agli insegnamenti di mamma. Quattro anni, di cui due trascorsi sostanzialmente da solo, rappresentano la palestra ideale per la formazione di un talento che sembra pronto a sbocciare. E’ tempo di tornare a casa, da coach Fabrizio Zeppieri che lo ha forgiato, che ne accoglie i progressi e lo accompagna nel percorso che lo condurrà all’ingresso della top 10 del ranking Junior: Casablanca, Cairo ,Salsomaggiore , sanciscono la sua prepotente ascesa, tanto che Jacopo si sente pronto a misurarsi coi grandi. Lo fa a Barletta, dove supera brillantemente le qualificazioni e accede per la prima volta ad un main draw del circuito Challenger.
I riflettori si accendono su di lui in quel di Monza, dove si spinge addirittura sino ai quarti di finale, sciorinando un tennis fatto di accelerazioni , cambi ritmo, condotta aggressiva. Dotato di 193 cm di altezza , Vasamì dispone già oggi di un servizio mancino difficilmente leggibile e di un dritto lungolinea penetrante che rappresentano le migliori armi di un arsenale che sembra potergli assicurare una più che solida base di partenza per scalare rapidamente posizioni nel ranking. Fretta che non sembra comunque condizionarne la programmazione, perchè dopo i “botti” fra i grandi, ritorna saggiamente a misurarsi nel circuito Junior.
Lo fa a Milano, dove l’attenzione mediatica degli ultimi mesi lo ha di fatto reso il favorito del trofeo Bonfiglio. Ne è consapevole, il ruolo gli piace, il percorso è tortuoso ed è costretto più volte a rimontare. Missione compiuta, consapevole che si tratta solo di una tappa del suo ambizioso giro. Obiettivo immediato Roland Garros, poi Wimbledon. Un passo alla volta per un ragazzo che ha già percorso la vita correndo veloce rappresenta una splendida dicotomia per un ragazzo speciale che arriverà lassù, guidato dal cuore e dalla mente di chi ha saputo intuire sin da bambino quale fosse il sentiero da percorrere.
Luca Labadini (foto tratta da supertennis.tv)