Bloooog!
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Il Milan quattro gol li fa e la Juventus quattro gol li prende. Ma quale miracolo, quale notte dell’orgoglio bianconero. Niente di nuovo sul fronte occidentale, la Juventus era un disastro prima ed è un disastro adesso. Dal ko di Haifa contro il Maccabi passa ai quattro gol incassati dal Benfica e amen: la Champions League è perduta, resta solo la speranza della qualificazione di consolazione in Europa League. Agnelli aveva cercato di stimolare la squadra e aveva salvato la panchina di Allegri. Ma adesso torna tutto in discussione, anche la conferma dell’allenatore: la Juventus si sta squagliando ormai del tutto, solo l’ingresso di qualche giovane ha risvegliato un po’ la squadra. Pure Agnelli ovviamente è nel mirino: e l’inchiesta sulle plusvalenze mette in forte discussione anche la presidenza del club. Non ancora arrivati alla fine di ottobre un traguardo è già perduto, un anno maledetto fin dall’inizio. Il Milan invece domina: dopo i due ko col Chelsea, i quattro gol che lo tengono in corsa per gli ottavi li fa alla Dinamo Zagabria con Gabbia, Leao e Giroud. Insomma c’è chi la Champions League la gioca dignitosamente e chi invece deve andare a nascondersi.
La Juve consegna al Milan e alle altre la campanella del governo
Benfica 4, Juventus 3. E Dinamo Zagabria 0, Milan 4. Il Milan quattro gol li fa e la Juve quattro gol li prende. Certe volte bastano i risultati a dirci tutto. Se per caso avessimo ancora qualche dubbio il numero dei gol fatti da una parte e presi dall’altra sono anche il flusso di un potere che passa da una parte all’altra. La Juve si sta ridimensionando sempre di più, il Milan contemporaneamente sta crescendo. E secondo me c’è perfino una certa connessione: la Juventus, anche societariamente, sta implodendo, il Milan è squadra, sempre societariamente, in espansione. E come se la Juve stesse ora consegnando al Milan e alle altre la campanella del governo del calcio italiano.
Niente di nuovo quindi sul fronte occidentale. La Juventus andava a catafascio prima e va a catafascio adesso. Nonostante gli appelli all’orgoglio bianconero e nonostante “le partite da vincere a tutti i costi”. Che continuano a susseguirsi senza vincerne nemmeno una. Come ampiamente pronosticato non potevano essere due partitine con Torino ed Empoli a rovesciare una situazione sportivamente fallimentare.
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