L’impresa di Lille sbatte sul palo francese: per l’Italrugby il bicchiere è mezzo vuoto o mezzo pieno? |
  • Chi Siamo – Le nostre firme
  • Sport
    • Accadde Oggi
    • Atletica
    • Calcio
    • Ciclismo
    • Ginnastica
    • Golf
    • Motori
    • Nuoto
    • Pallacanestro
    • Pallavolo
    • Pugilato
    • Sci
    • Sport di contatto
    • Tennis
    • Vari
    • Politica Sportiva
  • TennisVintage
  • La testimonianza
  • Galleria
  • Sport per Tutti
L’impresa di Lille sbatte sul palo francese: per l’Italrugby il bicchiere è mezzo vuoto o mezzo pieno? |
  • Chi Siamo – Le nostre firme
  • Sport
    • Accadde Oggi
    • Atletica
    • Calcio
    • Ciclismo
    • Ginnastica
    • Golf
    • Motori
    • Nuoto
    • Pallacanestro
    • Pallavolo
    • Pugilato
    • Sci
    • Sport di contatto
    • Tennis
    • Vari
    • Politica Sportiva
  • TennisVintage
  • La testimonianza
  • Galleria
  • Sport per Tutti
Sport, Sport di contatto

L’impresa di Lille sbatte sul palo francese: per l’Italrugby il bicchiere è mezzo vuoto o mezzo pieno?

Da Ruggero Canevazzi 28/02/2024

Dopo la grande partita pareggiata in Francia con beffa finale, gli azzurri sono chiamati a dimostrare subito quella continuità che in situazioni simili è spesso mancata

Che rabbia! Che beffa atroce. E che sfiga quel pallone che scivola dalla base, costringendo il povero Garbisi a un calcio quasi al volo per non venire stoppato dai francesi. E quel maledetto palo… Già, i francesi, due volte fortunati, alla fine ma anche all’inizio, per quella meta concessa con molta generosità dal debuttante arbitro inglese Christophe Ridley, peraltro bravissimo (a dirla tutta, il calcio finale era da far ripetere, perché nei calci di punizione, durante i 60 secondi a disposizione del calciatore, gli avversari non possono intervenire: possono farlo solo per i calci di trasformazione di una meta). Un’Italia corsara stava per compiere l’impresa, battere in casa sua la squadra che solo quattro mesi fa in Coppa del Mondo ci annichiliva 60-7. Certo, questa Francia è diversa e molto più sperimentale di quella collaudata dei Mondiali, ma anche gli azzurri avevano non poche defezioni (tra gli altri Allan, Negri, Lorenzo Cannone). L’Italrugby ha completamente riscattato la batosta di Dublino, 36 punti a zero dall’inarrivabile Irlanda, con una prova difensiva pressoché perfetta e con la lucidità necessaria per non buttare via i palloni con passaggi affrettati e imprecisi. Anche un fondamentale come la touche, fortemente deficitario contro gli irlandesi, ha presentato un notevole miglioramento. Vero anche che non abbiamo saputo sfruttare al meglio la superiorità numerica per tutto il secondo tempo, a seguito dell’espulsione di Jonathan Danty.

A conti fatti, il bicchiere è mezzo vuoto o mezzo pieno? Al capitano Michele Lamaro, nella conferenza stampa dopo il match, è stato chiesto: “E’ più forte la soddisfazione di aver giocato alla pari con la Francia o il rammarico per la vittoria mancata di un soffio?” Lui ha risposto laconico: “Rammarico“. Coach Quesada invece ha preferito esaltare la prova della squadra. Resta, appunto, il rammarico di non aver vinto, mancando il primo successo in terra francese nel Sei Nazioni dopo una partita dove avremmo più che meritato.

Ma dopo quasi 11 anni siamo rientrati nelle prime dieci squadre del ranking mondiale, mentre nel “ranking” del Sei Nazioni abbiamo 3 punti, al quinto posto assieme al Galles (ma i dragoni hanno una miglior saldo punti fatti – punti subiti). Inoltre Tommaso Menoncello è stato eletto man of the match e capitan Lamaro, autore di 18 placcaggi (come Ross Vintcent), è stato osannato dalla stampa estera: ”Lamaro ha abbattuto così tanti corridori francesi che gli servirà una settimana di bagno nel ghiaccio al ritorno in Italia”. Ma con tutto questo ben di Dio, come abbiamo potuto sprecare l’ultimo calcio, dannazione!

Insomma, questo bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto?

La risposta è… da rimandare. Solo la prossima partita, sabato 9 marzo a Roma contro la Scozia, autentica prova del nove dei progressi azzurri, ci dirà se la grande prestazione di Lille è stato l’inizio di un vero cambio di passo oppure uno degli episodi brillanti finiti nel limbo degli acuti sporadici. Certo, l’occasione fallita con beffa finale per battere i francesi in Francia grida vendetta, ma hanno detto bene sia Lamaro sia Quesada: non è un calcio sbagliato a cambiare l’ottima partita giocata. Il famigerato bicchiere, dunque, si sarà rivelato mezzo pieno o mezzo vuoto dopo la sfida con gli highlander scozzesi, perché troppe volte l’Italia ha fallito la prova del 9 facendo seguire a una grande partita una prova deludente.

Nel Sei Nazioni dell’anno scorso l’esordio azzurro fu ottimo. Contro la Francia a Roma ce la giocammo fino alla fine (29-24 per i galletti il risultato finale). Nel match successivo con l’Inghilterra a Twickenham, però, nel primo tempo venimmo a lungo dominati dagli inglesi, pur disputando una buona reazione nella ripresa, ma a risultato ormai compromesso (31-14 al fischio finale). Allo stesso modo, dopo una bella partita persa 34-20 contro l’Irlanda che poi avrebbe fatto il Grande Slam (e quest’anno è a un passo dal ripeterlo, sarebbe – sarà, questi qui non li ferma nessuno – record perché non c’è mai stata una squadra capace di vincere sempre per due anni di fila nella centenaria storia del Sei Nazioni), il match contro un Galles fino a quel momento deludente imponeva agli azzurri la vittoria. Eravamo a Roma ed era il primo match del torneo da dover vincere, non sarebbe bastata la buona prestazione. La vera prova del 9. Purtroppo fallita dagli azzurri, mai veramente in partita e con molti errori figli del peso dell’inedita responsabilità di farsi trovarsi alla fine dalla parte giusta del tabellone (i gallesi s’imposero 29-17).

Contro la Scozia non si chiede all’Italia di vincere per forza, ma di rispettare quello che è ormai un mantra delle interviste di Capitan Lamaro: dimostrare di aver il diritto di rimanere nel Sei Nazioni giocandocela per tutta la partita e nel finale avere anche l’occasione di vincere. Se sarà così, magari anche perdendo di un soffio, i ragazzi di Quesada rivedranno il bicchiere mezzo vuoto di Lille spumeggiante di birra e fiducia. Due sostanze fondamentali, nel rugby come nella vita…

 

*Autore della foto: DENIS CHARLET
Ringraziamenti: AFP
Copyright: ANSA

Tags: #italia #rugby

Condivisione...

Articolo precedente
Badminton: dall’Oriente con furore… anche in Italia. Occhio a Giovanni Toti
Articolo successivo
A Cagliari i FIP European Padel Championships 2024

Nota sull’autore: Ruggero Canevazzi

Giornalista pubblicista e ingegnere. Grande appassionato e conoscitore di tennis, calcio e rugby, ha praticato hockey su prato a livello agonistico e poi ha seguito il Sei Nazioni per Sportsenators con Italia-Francia 2019, Italia-Galles 2023, dopo molte altre partite della Nazionale di rugby sempre nel Sei Nazioni e Irlanda-Italia alla World Cup 2015. Per il tennis ha seguito per Ubitennis due US Open (2015 e 2016), due Roland Garros (2017 e 2018), due ATP di Montecarlo (2014 e 2016), due turni di Fed Cup (Italia-Slovacchia a Forlì 2017 e Italia-Belgio a Genova 2018), l'ATP tedesco di Halle nel 2019 e nel 2023, le ATP Finals di Londra 2019. Per Sportsenators è stato inviato a Wimbledon 2022 e agli Internazionali d'Italia a Roma del 2024. Autore di circa 350 articoli.

Post correlati

  • I cambiamenti climatici e… sportivi: la Finlandia senza neve
  • Fiocchi di Ghiaccio: “Quando volo con la tavola, mi sento finalmente libero”
  • Quella volta davanti al Re a Barcellona, come Italia-Germania 4-3
  • La via di Auger-Aliassime: “Mostrate il percorso, non solo la meta”
  • Più cattivi dei cattivi: Draymond Green e i suoi “fratelli”
  • Effetto Sinner: è tennis-mania

Ultimi articoli

  • Wimbledon, Cobolli non si ferma più, schiantato anche Cilic e primi quarti di finale Slam
  • Wimbledon, il giorno degli ottavi. Attenti a quei tre
  • Wimbledon junior, tutto sulle spalle di Vasamì
  • “Sono tornata perché amo il Giro e so di poter dare ancora molto al ciclismo”
  • Usciamo dal coro, aiutiamo i nostri bambini!
  • L’addio al figlio, il pianto del Campione: “E’ la peggior sconfitta della mia vita”

Sport Senators

Le grandi firme di 45 Olimpiadi, 8 mondiali di calcio, 86 tornei del Grande Slam, 13 Tour de France, 43 giri d’Italia, 20 GP di Formula 1, 31 Mondiali di Atletica leggera, 100 campionati Mondiali ed Europei di nuoto, ginnastica, scherma, judo, e tanti altri sport.

Accounts Social

  • Facebook
  • Twitter

Newsletter

Vuoi ricevere la nostra newsletter?
Iscriviti!

Cerca

Sport Senators © 2018 - All Rights Reserved | Testata registrata al Tribunale di Milano. Registrazione n.168 del 30.05.2018. Direttore responsabile Vincenzo Martucci

  • Home
  • Chi Siamo – Le nostre firme
  • Sport
  • Accadde Oggi
  • Galleria
  • Sport per Tutti
  • TennisVintage
  • Privacy policy

Continuando la navigazione, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi