“L’importante è partecipare” appartiene alla nobile retorica dei Giochi Olimpici, ma con buona pace del Barone De Coubertin, non è vero.
La frase “L’importante è partecipare” è stata pronunciata per la prima volta a Londra dal vescovo anglicano Ethelbert Talbot nella Cattedrale di Saint Paul in onore ai partecipanti ai Giochi Olimpici del 1908.
De Coubertin ha rettificato successivamente questa affermazione dicendo “L’importante nella vita non è vincere ma partecipare con uno spirito vincente, l’importante non è trionfare ma combattere, non è importante aver vinto, ma aver provato a vincere e essersi ben battuti”.
Mi ricordo che nel campetto del mio Oratorio a Cristo Re a Cremona, giocare non ci è mai bastato, vincere è stato sempre importante: vittoria e sconfitta hanno da sempre scandito la nostra infanzia e la nostra giovinezza.
La “partecipazione” è un’utopia democratica, appartiene alla società di massa e alla modernità, contiene in sé il sogno dell’uguaglianza e immagina un mondo dove non essendoci più sconfitti, si è tutti vincitori.
Ma non è vero!
La selezione, il merito, la fatica, la disciplina, l’intelligenza, la preparazione e il rispetto delle regole rimandano a un passato da dimenticare e che non deve più tornare.
Meritocrazia!
Anche San Paolo in una sua lettera ha affermato “Tendete ai carismi più alti”.
Quindi anche qui al Wbcs Supercamp proviamo a vincere e se non ci riusciano e ci siamo migliorati è come se avessimo vinto.
E’ un concetto difficilissimo da trasmettere, ma significativo”.
“Go Turtles”!