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Sport

Giro in Testa – La tragedia del Gavia: Chioccioli crolla, Hampsten vince il Giro nel gelo di Bormio

Da Marco Cangelli 29/05/2025

La mattina di domenica 5 giugno 1988 vige la paura al Giro d’Italia. Le telefonate dei tifosi accorsi in massa sul Passo Gavia sono drammatica: in cima nevica, la temperatura è ben sotto lo zero e la strada è difficile da scrutare.
Il gruppo è preoccupato: i big guidati da Giuseppe Saronni incontrano il patron della Corsa Rosa Vincenzo Torriani chiedendo la neutralizzazione della tappa o, per lo meno, il cambio del percorso. Il numero 1 del Giro non ci sta e, con un buffetto fraterno, si avvicina al fuoriclasse milanese dicendogli “Beppe, hai voluto la bicicletta? Ora pedali”.
Il giorno prima Tony Rominger ha vinto la tappa a Chiesa Valmalenco con il benestare della maglia rosa Franco Chioccioli che, salendo verso Selvino, ha messo una serie ipoteca sulla vittoria finale. “Coppino” ha trentatré secondi di vantaggio su Urs Zimmermann e cinquantacinque su Roberto Visentini, deciso a non farsi sfuggire nuovamente il Giro dopo quanto accaduto l’anno prima. Più lontani Flavio Giupponi e Andrew Hampsten che distano 1’10” e 1’18”, destinati più a giocarsi un posto sul podio.
In alto però nevica e nessuno sa come proteggersi, soprattutto in vista della lunga discesa che porterà i corridori verso Bormio. Gli unici a scattare con berretti di lana e manicotti come se si fosse in pieno dicembre sono gli uomini della 7 Eleven-Hoonved. Il direttore sportivo Mike Neel ha avuto un colpo di genio: chiama il rifugio posto in cima al passo e chiede quali siano le condizioni. La situazione è drammatica così, in previsione della tormenta, sottopone i suoi ragazzi a una “colazione da campioni” con tanto di bistecca gigante nel piatto.
Hampsten è già stato avvertito la sera precedente da Gianni Motta che sul Gavia potrebbe vincere il Giro e la conferma arriva dal general manager della 7 Eleven-Hoonved Jim Ochowicz che si piazza a 1500 metri dal gran premio della montagna per fornire ai suoi corridori passamontagna, guanti in gore-tex, giacca impermeabile e copri scarpe.
Johan van der Velde sale in maglia ciclamino verso il Passo del Gavia
Sembra un pazzo, eppure già sull’Aprica si percepiscono le prime avvisaglie di quanto accadrà durante la giornata: sull’ascesa valtellinese piove e fa freddo, in discesa la situazione peggiora anche ulteriormente tanto che il gruppo si spezza. Risalendo la Val Camonica il meteo sembra cambiare in meglio così l’olandese Johan van der Velde scatta per provare a conquistare la tappa.
Incurante di quanto potrebbe accadergli, il portacolori della Gis Gelati parte soltanto con maglia ciclamino e pantaloncini, come se il gelo non lo aspettasse sulla cima. Sotto la tormenta van der Velde diventa un pupazzo di neve con il manto bianco che si appoggia sulla chioma bionda. Nessuno ha intenzione di seguirlo anche perchè dietro c’è chi patisce terribilmente il freddo. Saronni e Visentini vanno in crisi, Chioccioli tiene duro, ma davanti ci sono Hampsten e Erik Breukink.
I due osservano il battistrada a distanza di sicurezza senza nemmeno pensarci di andarlo a prendere. Passano sul gran premio con un minuto e mezzo di ritardo, ma dopo poche curve si trovano davanti van der Velde, confuso e in preda al gelo, alla caccia di un rifugio.
I due proseguono indisturbati dandosi cambi regolari e giungendo assieme a Bormio con Breukink che si prende la vittoria parziale, mentre Hampsten vola in maglia rosa. Nella discesa crolla Chioccioli che giunge al traguardo con 5’04” svenendo fra le braccia del suo direttore sportivo, mentre Saronni e Visentini patiscono oltre mezz’ora.
Franco Chioccioli in crisi lungo il Gavia
All’arrivo di Bormio si vedono scene drammatiche, tra chi perde coscienza non appesa sceso dalla bicicletta a chi beve caffè bollente per riscaldarsi senza parlare di chi punta direttamente sui superalcolici.
E van der Velde che fine ha fatto? Colto da un principio di assideramento, l’olandese trova rifugio in un camper lungo la discesa del Gavia chiudendo la tappa con 46’49” di ritardo dal vincitore, ma mantenendo ben salda la maglia ciclamino.
Tags: #giro d’Italia, Andrew Hampsten, Franco Chioccioli, Giro in Testa, Giuseppe Saronni, Johan van der Velde, Roberto Visentini

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Nota sull’autore: Marco Cangelli

Nato il 4 giugno 1997 a Bergamo, svolge il ruolo di giornalista pubblicista dal 2016 collaborando con una serie di testate online. Laureato in Scienze Storiche con un Master in Radiofonia, lavora attualmente nella redazione di SportMediaset svolgendo conducendo una serie di programmi presso Radio Statale e Radio RBS. Appassionato di sport a 360 gradi, ha seguito 3 Olimpiadi e un giorno sogna di poterlo fare dal vivo.

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