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Sport, Tennis

Macchè Sharapova. La sorpresa è Konta, travolta dal troppo improvviso ed eclatante successo!

Da Vincenzo Martucci 29/08/2017

Masha aveva già battuto sei volte su sei la traballante Halep, ed era nelle condizioni ideali per esaltarsi sotto le mille luci di New York. Ma l’australiana naturalizzata brit dov’è finita? E che impressione i tre set a zero di Shapovalov a Medvedev

Simona Halep era l’avversaria ideale per l’esordio di Maria Sharapova agli Us Open, addirittura la numero 2 del tabellone, mascherata da una classifica bugiarda e da una condizione psichica labilissima dopo le quattro occasioni mancate negli ultimi due mesi per scalzare Karolina Pliskova dal trono del ranking. Due, proprio negli Slam, i tornei dove la ragazza che s’è fatta ridurre anche il seno per esprimersi al meglio nello sport, soffre maggiormente, come dicono le finali del Roland Garros del 2014 e di giugno. Ed era quindi espostissima ad un altro capitombolo in questa quinta occasione, lontana appena cinque punti dalla potente ceca. Di più: dall’alto dei suoi 188 centimetri, contro gli appena 168 della romena, del 6-0 nei testa a testa fino a questo scontro di Flushing Meadows, dell’enorme esperienza nei grandi match e ancor di più in quelli di sera a New York, Masha si sentiva superiore. Al di là dei problemi al braccio sinistro e dai pochissimi match disputati dal rientro dopo lo stop per doping: tre a Stoccarda, due a Madrid, uno e mezzo a Roma (contro la Lucic s’è ritirata nel terzo set) e uno a Stanford (dove ha rinunciato al secondo test contro Tsurenko). Anche se quindi il match è durato due ore e tre quarti, per le titubanze della russa “made in Usa” (60 vincenti e 64 gratuiti), ed è stato largamente pompato dai media come la grande sorpresa della prima giornata dell’ultimo Slam stagionale. Anche se in realtà, non è proprio così.

La vera sorpresa, almeno per noi, è la caduta verticale di Johanna Konta, detta Jo. L’australiana naturalizzato britannica, che il 17 luglio era salita al numero 4 del mondo e minacciava di diventare una realtà di vertice, s’è persa, dopo il clamoroso scivolone con botta alla testa ad Eastbourne (dove vive) e il k.o. con Venus Williams nelle semifinali di Wimbledon (da favorita). Travolta prima dalla sua stessa erba e dal suo stesso pubblico (e pressione) di casa, e quindi tradita dal famoso servizio-grimaldello, è crollata subito agli Us Open dove si era presentata nella pole position a otto posti per diventare addirittura numero 1 del mondo. Cedendo d’acchito alla vitalità a singhiozzo, ma terrificante, di Aleksandra Krunic che, agli Us Open 2014, superò le qualificazioni ed eliminò Piter, Keys e Kvitova, allora 4 del mondo, per poi arrendersi, fra gli applausi del pubblico, soltanto a Vika Azarenka. L’elastica serba, cresciuta tennisticamente a Mosca, in quel circolo Spartak che ha lanciato star come Anna Kournikova, Anastasia Myskina e Marat Safin, è quindi riscivolata dal numero 62 del mondo negli inferi della classifica per colpa della sua indole un po’ pigra, ed è appena risalita al 77. Transitando per un tumore alla carotide. Brava Aleksandra, ma la povera Jo ci fa un po’ pena, schiacciata com’è dai media britannici che, senza l’ammalato Andy Murray, avevano spostato i riflettori tutti su di lei. Fulminandola.

Altre sorprese della prima fiorata agli Us Open? Più della rimonta di Tipsy, al secolo il redivivo Janko Tipsarevic che recupera da due set a zero sotto Thanasi Kokkinakis (ancora senza fondo), e della zampata di quel drago del cemento di Milhail Kukushkin su David Ferrer (crollato dopo un set), colpiscono i tre set a zero coi quali Denis Shapovalov liquida il derby NextGen contro Daniil Medvedev. Il test Tsonga dirà a che punto è la stella nascente targata Canada, ma chiaramente di ceppo russo.

Vincenzo Martucci

Tags: konta, Macchè Sharapova. La sorpresa è Konta, tennis, travolta dal troppo improvviso ed eclatante successo!, us open

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Nota sull’autore: Vincenzo Martucci

Napoletano, 34 anni alla Gazzetta dello Sport, inviato in 8 Olimpiadi, dall’85, ha seguito 86 Slam e 23 finali Davis di tennis, più 2 Ryder Cup, 2 Masters, 2 British Open e 10 open d’Italia di golf. Già telecronista per la tv svizzera Rsi; Premio Bookman Excellence.

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