Arriva la Spagna, arriva l’Europa. E tutti a dire che “qui comincia veramente il Mondiale”. Ma non è esattamente così. Si sono già corse tre gare e, soprattutto, Valentino Rossi si presenta davanti a tutti nella classifica iridata. Certo, lo ha riconosciuto anche lui, Maverick Vinales (-6 punti) e Marc Marquez (-18) finora sono andati più forte, però accecati dalla lotta fratricida hanno sbagliato una volta per uno. Per questo forse Valentino farebbe bene a lasciarli scornare tra loro: figurarsi nella prossima gara di casa a Jerez. Piuttosto dovrebbe marcare gli altri, che potrebbero togliergli punti preziosi.
E allora occhio soprattutto a Dani Pedrosa. Il pilota in miniatura sta andando forte come forse non hai fatto nella sua lunga militanza in MotoGP (sempre con la Honda ufficiale) ma questa nota positiva gli ha procurato più danni che benefici. In Argentina, infatti, si è buttato a terra mentre stava guidando velocissimo per andare a togliere il secondo posto proprio a Rossi. In Texas il regalo è stato ancora più grande. Perché stava andando fortissimo e ha pensato – si è illuso – di poter resistere all’attacco dell’imbattibile (su quella pista) Marquez, facendo rientrare Valentino e distruggendo la gomma posteriore. Così, quando Marc se lo è tolto comodamente davanti, lui si è trovato senza armi per difendersi. E si è dovuto accontentare del terzo gradino del podio. Occhio perché in Andalusia è veramente pericoloso: in 10 anni, 2 pole, 2 vittorie, 5 secondi e 2 terzi posti. Con un solo quarto… però l’anno scorso.
L’altro cliente scomodo di casa Honda (la moto sta crescendo bene, o almeno meglio dello scorso anno) è Cal Crutchlow, cliente di lusso col Team Cecchinello, ma praticamente ufficiale a tutti gli effetti. Anche lui è pericoloso. Perlomeno lo è stato molto in Argentina, quando ha battagliato con Valentino per la seconda piazza. La spia di allerta del consumo benzina – dice lui – l’ha fatto correre in difesa. Ma alla fine è sembrato psicologicamente arrendevole con Valentino, a cui ha indirizzato sperticate lodi: questa “sudditanza” può essere una carta in più da giocarsi per guadagnare punti preziosi.
Un avversario scomodissimo Rossi se lo trova in casa. La volata senza fortuna nei primi giri del Qatar non era un fuoco di paglia e Johann Zarco può di diritto essere considerato un nuovo big e pericolo concreto. Il francese, debuttante, è molto aggressivo e non mostra tanti timori reverenziali, come ha fatto vedere la spallata a Rossi con conseguente fuoripista ad Austin, ma ha un limite tecnico. Che lo stesso Valentino ha spiegato molto bene quando ha deciso di andare avanti con la M1 2017, che pure gli dava problemi, e non tornare alla velocissima e conosciuta 2016 che usa Zarco, nel team satellite Tech3: “Va forte, ma consuma di più la gomma dietro”. Come puntualmente abbiamo potuto nelle ultime due gare. Il francese è fortissimo nella prima parte di gara, ma poi è costretto a mollare. Diciamo che sembra poter essere controllato comodamente alla distanza.
Un discorso a parte lo merita la Ducati. Con Jorge Lorenzo in crescita ma ancora “a scuola di rossa” per imparare un nuovo modo di correre, quello rappresentato da Andrea Dovizioso non sembra un pericolo per Valentino. Dopo la magnifica cavalcata “quasi” vincente del Qatar, Dovi si è spento sulle due piste successive che invece dovevano essere favorevoli. In Argentina avrebbe fatto 9° e sarebbe stato superato anche dall’Aprilia di Espargaro, che invece incidentalmente l’ha falciato; in Texas ha navigato lontano in ottava posizione. La Ducati a Jerez ha fatto due giorni di test, uno anche con i piloti ufficiali, ma quella andalusa è una delle piste più ostiche per la Desmosedici. Pensare di impensierire questo Valentino sembra un sogno ad occhi aperti.
Filippo Falsaperla