“Perché in Italia la gente pensa allo sport in modo tradizionale, e quindi lo accompagna solo a fatica e sudore, formazione ed esibizione di muscoli, dimagrimenti e forma fisica esemplare. Mentre il golf agisce su tanti campi, dalla testa, dalla concentrazione, alla tenuta nervosa, anche al dimagrimento, se vogliamo, perché dopo 18 buche si perde almeno un chilo e mezzo. Non si corre, non si danno calci, ma si cammina tanto, si fanno tanti movimenti importanti e anche sforzi, ma in modo meno appariscente. E quindi la gente comune guarda al golf come a un gioco e non a uno sport”.
La sfida, nel golf, non è solo con l’avversario, ma plurima.
“Infatti, c’è quella contro il campo, che si traduce nella sfida sostanzialmente contro se stessi, che è un allenamento alla vita di tutti i giorni, e poi c’è sempre la sfida con l’avversario, anche se a volte non è così palese. Ma c’è, eccome”.
In Italia, invece, il calcio invece impera sovrano.
“E’ un problema di mentalità tutto italiano, perché poi il golf è lo sport più praticato al mondo. Se non vogliamo citare la Gran Bretagna dov’è un credo. Giovanni Malagò, prima di diventare presidente del Coni, mi diceva sempre: “Non voglio nemmeno sentir parlare del golf”. Oggi mi racconta i particolari delle gare, perché si vede proprio che le ha viste in tv, che si è appassionato. Il golf è talmente televisivo, e quindi popolare, da convincere un canale come Sky a trasmettere una gara dalle 8 del mattino alle 8 di sera”.
Ma poi ci sono i circoli, che continuano ad apparire fortini inattaccabili dalla massa.
“Sono sicuro che lungo la strada verso la Ryder Cup che organizzeremo a Roma nel 2022 abbatteremo pregiudizi e ostacoli. Già adesso, abbiamo rivelato che, rispetto agli stessi giorni dell’ano scorso, s’è mossa la stasi che stavamo accusando, anzi, il regresso di circa 2000 tesserati. Li abbiamo recuperati alla grande: è un gran bel segnale che stiamo operando bene. E con tutte le grandi operazioni che faremo a breve sono sicuro che faremo lo scatto decisivo pervadere il golf uno sport davvero popolare”.
I costi del golf rimangono elevati.
“Cercheremo di calmierarli. Il tesseramento libero, che permette di giocare dappertutto pagando il fee del campo, ha portato un miglioramento, con 10mila persone in più. Funziona anche la promozione dei 99 euro: tutto fa brodo”.
I circoli che cosa dovrebbero fare?
“Di far giocare gratis i giovani. Sarebbe un vantaggio sicuro ed immediato: il ragazzo, appassionato ed entusiasta, porta anche il genitore, pagante… Ma i circoli questo ragionamento proprio non lo capiscono!”.
E i maestri, non crede anche anche l’insegnamento sia un po’ statico, vecchio?
“Tendono ad allungare le fasi iniziali, ed invece dovrebbero fare meno tecnica e più pratica, da subito, in campo: portate gli allievi a fare un vero giro… “.
Vincenzo Martucci