Da numero 3 del mondo, dopo gli incredibili Djokovic e Nadal, finalisti agli Australian Open di domenica, Sascha è il giocatore di più alta classifica che va in passerella nel primo turno della nuova Coppa rivoluzionata dal calciatore-manager Gerard Piqué. E così riacquisisce quel ruolo di primattore che nei tornei stagionali non riesce a conquistarsi per via di quegli impiastri di “vecchietti” terribili, anche se, contro l’Ungheria, peraltro orfana della punta Marton Fucsovics, basterebbero Kohlschreiber, Struff e Gojowczyk. I quali probabilmente avrebbero gradito di avere una volta tanto la ribalta tutta per sé, dovendola cedere continuamente al bambino d’oro durante la stagione. E sicuramente sono gelosi delle attenzioni che vanno tutte a Sascha, a cominciare dalle domande a senso unico dei giornalisti.
Diversa la storia delle francesi: Garcia e Mladenovic, la bruna e la bionda, ennesime figlie di immigrati, ennesime figlie di papà allenatore, le classiche amiche per la pelle che, dopo aver litigato per motivi forse irraccontabili, da compagne di doppio anche sul campo da tennis (campionesse del Roland Garros 2016), sono diventate nemiche giurate, almeno fino alla prossima esplosione d’amore. Intanto, si riuniscono sul terreno neutrale della nazionale, nel primo turno del gruppo mondiale di Fed Cup contro il Belgio del 9-10 febbraio.
Il capitano Julien Benneteau, che ha preso a giugno il timone abbandonato da Yannick Noah, è stato chiarissimo: “Sarebbe stato impensabile non convocare la miglior tennista del paese, e io voglio avere la squadra più forte possibile”. Così la giocatrice cui Andy Murray aveva predetto un futuro da numero 1 del mondo, ancora fortemente in ritardo sulle aspirazioni i tutti, torna a casa per ritrovarsi. Da capo-squadra, cioè da 19 della classifica Wta, ben più avanti delle altre singolariste, la 44, Mladenovic e la 50, Cornet. Che poi sono proprio le compagne che, dopo la finale persa con le ceche nel 2016, l’avevano aspramente criticata dopo la sua rinuncia alla nazionale, nel 2017, per dedicarsi solo ai tornei. Tanto che, subito battute nel primo turno di Coppa di due anni fa, Kiki aveva graffiato l’ex gemella: “Meglio giocare e perdere con chi vuole davvero lottare insieme a te”. Con la Garcia che, convocata da Noah ad aprile contro la Spagna, aveva rinunciato presentando un certificato medico per persistenti problemi muscolari. Scatenando più commenti sarcastici da parte delle compagne. Ai quali ha risposto dominando la Cornet al Roland Garros. Poi è arrivata la pace armata, firmata dal capitano: “Caroline sa che tutti non vediamo l’ora di ritrovarla e faremo tutto il possibile per farla sentire a suo agio e felice”.
Ma come hanno reagito le altre giocatrici? Che cosa sta succedendo dietro le quinte? In questi primi mesi dell’anno, la Garcia ha battuto soltanto Ponchet, 250 del mondo, e Hives (225), e ha perso con Jorovic (131), Kenin (56) e Collins (35), e sicuramente avrebbe proprio bisogno di un bagno di serenità e fiducia. E l’ex amica Kiki ha salutato su twitter con il classico “Allez le Bleues” il poster con le immagine delle cinque francesi convocate per la Fed Cup, la veterana Cornet ha solo ritwittato la notizia, senza commenti, la Garcia tace. Finché non sbarcherà a Liegi, l’ennesimo “feuiletton” rimarrà senza un finale. Perché strada facendo, può replicarsi quale defezione dell’ultima ora.
*articolo ripreso da federtennis.it