Dopo aver percorso circa 1338 km a piedi, il lombardo Carlo Airoldi, tra i pochi italiani iscritti alla prima edizione dei Giochi Olimpici, arriva ad Atene dopo un viaggio suddiviso in 26 tappe e iniziato il 28 febbraio.
Nato a Origgio, in provincia di Varese, il 21 settembre 1869, Airoldi è un podista specializzato in corse di lunga distanza. Nel 1892 vince la Lecco-Milano e successivamente anche la Milano-Torino. Ma diventa famoso in tutto il continente quando vince la massacrante Torino-Barcellona del 1895 – una gara di marcia in 12 tappe per complessivi 1050 km – e si entusiasma alla notizia dell’organizzazione della prima edizione dei Giochi Olimpici, in programma ad Atene nella primavera del 1896.
Per partecipare alla maratona di Atene, convinto di poter essere uno dei pretendenti alla vittoria finale, affronta un viaggio rocambolesco, tutto rigorosamente a piedi.
L’impresa è talmente commovente da indurre il principe Costantino, ereditario al trono di Grecia, a riceverlo nel suo palazzo reale. Ma l’ingenua rivelazione di essersi procurato piccole ricompense in denaro in occasione delle gare sostenute, in particolar modo il vanto di aver ricevuto 2000 pesetas per la vittoria di Barcellona dell’anno prima, va controil regolamento olimpico. Gli organizzatori negano al podista italiano di gareggiare alla maratona di Atene, in quanto professionista.
C’è anche da dire che, ai più, Airoldi incuteva timore nella misura in cui potesse essere ancor più resistente dei maratoneti greci, la cui vittoria a Olimpia avrebbe spalancato le porte dell’immortalità.
Nonostante gli fu negata l’iscrizione alla maratona, Airoldi cercò in tutte le maniere di correrla lo stesso, nel tentativo di dimostrare di essere il migliore dei concorrenti. Tuttavia venne fermato da un giudice prima della conclusione della corsa e fu portato per una notte in prigione.