Jannik Sinner ha fatto due regali di compleanno (42°) al coach: s’è finalmente asciugato i capelli dopo la doccia e ha fissato oggi il terzo turno del Roland Garros contro Jiri Lehecka come secondo match a partire dalla 11 sul Susanne Lenglen. Quindi con ampio margine per Simone Vagnozzi, interista, di godersi con calma la finale Champions in tv. Che lo avverte: “Jan sta meglio, ma gioca un match più complicato. Lehecka tira forte, dai due lati, serve bene ma non si muove benissimo, gioca bene quando attacca, quando si difende fa un po’ di fatica. Per fargli male bisognerà di tenere in mano il gioco, muoverlo e non dargli tanto ritmo”.
FALSO POSITIVO
In realtà, al di là del 3-0 nei precedenti e del giusto rispetto per ogni avversario, nel gioco allo specchio di spinta da fondocampo fra i due 23enni, “Lehy”, che s’è procurato una frattura da stress alla schiena per alzare troppi pesi in palestra, non sembra possedere le armi per scardinare il gioco di Jannik, né la specificità sulla superficie. E l’altoatesino è in evidente crescita. “Siamo contenti per come siamo ripartiti dopo questi tre mesi, giocare così tante partite era l’obiettivo. Jan non. Mi ha sorpreso, lo conosco, ma già dai primissimi allenamento ha mostrato una mentalità incredibile che non era scontata dopo la sosta. Abbiamo potuto lavorare un po’ sul servizio su alcune variazioni e sul fondo atletico. Magari la sosta gli darà il vantaggio di essere più fresco a fine stagione”. Di sicuro Il numero 1 è più sorridente che mai: “Ha giocato l’anno scorso e fino a poco tempo fa con un peso sulle spalle. È importantissimo che ora si sia liberato. Ma lui è sempre stato uno molto molto solare, molto sorridente, naturalmente, e molto serio. Si è liberato di un peso e può esprimersi ancora ancora più liberamente”. Ed ora riparte a caccia di Alcaraz dopo gli ultimi 4 ko. “Ci metterei anche Riad”, protesta Vagnozzi. “Era un’esibizione ma si giocavano tanto e ci tenevano molto a vincere. Queste partite sono state tutte decise da piccole cose: a Roma il primo set è stato punto a punto e ci sono stati i due set point…”. Jannik e Carlos sono “quelli che in prospettiva sono più pronti e come mentalità sembra che possano stare lì per più tempo possibile. Ma due anni fa si parlava di Rune, poi dipende dall’evoluzione del giocatore, dalle scelte che fan …Oggi fra i giovani dico Mensik e Fonseca, c’è anche Tien, e Draper è top 5”.
PERICOLO RUNE
I 31 gradi di Parigi e il campo metà illuminato e metà in ombra si sommano alla tensione di Lorenzo Musetti facendogli saltare i nervi: “Ci tenevo parecchio a vincere contro Navone, ma non avevo pazienza nello scambio, andavo di fretta e ho ricominciato a parlarmi addosso”. Di talento, ci mette un set e mezzo e vince 4-6 6-4 6-3 6-2. Ma negli ottavi contro il redivivo Rune, che rimonta Halys a dispetto del pubblico di casa, la promessa è di rigore: “Niente più alti e bassi, con Holger ci ho perso due volte sul cemento, sulla terra è molto aperta”. Intanto, come da pronostico, Jasmine Paolini supera Starodubtseva 6-4 6-1 e Matteo Gigante paga gli sforzi di 3 turni di qualificazioni più 2 di tabellone, ritrovandosi senza gambe contro Shelton e cede 6-3 6-3…… Ma col record in classifica: 129 ATP. Mentre l’amico del cuore, l’altro romano Flavio Cobolli, sale all’inedito 25, e oggi va “all in” contro Sascha Zverev.
Vincenzo Martucci (Tratto dal messaggero del 31-05-2025)