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L’Ego di Vettel, il talento di Hamilton e la direzione sportiva di… Whiting: tre tasti delicati per la Ferrari! 

Da Sport Senators 31/07/2018

Anche nel GP d’Ungheria il primo pilota di Maranello commette un errore: doveva lasciare andare all’attacco Raikkonen in partenza, invece s’è fatto chiudere da Bottas, mentre l’alfiere delle Mercedes dimostra di essere anche abilissimo. Con qualche aiutino dai giudici….  

 Il campionato di F1 è andato in vacanza. Riprenderà il 26 agosto nel mitico circuito di Spa-Francorchamps in Belgio. Ma nel frattempo ci sono stati ancora due giorni di prove all’Hungaroring e tutte le squadre avranno ancora un settimana di lavoro a dispozione. Ognuna sceglierà quella che riterrà più utile per i propri programmi. Dopo 12 gare, la classifica vede Hamilton in testa con ben 24 punti di vantaggio su Vettel e la Mercedes al comando con 10 sulla Ferrari. Rispetto all’anno passato, con lo stesso numero di corse disputate, il tedesco ha fatto 31 punti in meno. Risultato complessivo, quindi, considerando la maggiore competitività della SF71H in confronto alla precedente monoposto, un trend meno brillante per quanto riguarda Sebastian.
       All’errore di Hockenheim che, a mio avviso è stato grave, ma aveva delle attenuanti dovute alle condizioni ambientali, si è assommato quello fatto da Vettel in Ungheria. Uno sbaglio tattico che pochi hanno rilevato che però potrebbe essere stato determinante per lo svolgimento del Gran Premio e il risultato finale dello stesso. Il misfatto è avvenuto alla partenza. C’erano due Mercedes in prima fila. Hamilton in pole position e Bottas al suo fianco. Entrambi i piloti montavano le gomme Pirelli Ultrasoft, le più morbide a disposizione. Le Ferrari erano in seconda, con Raikkonen davanti a Vettel. Sulle «rosse», per avere un’opzione strategica differenziata, i tecnici del Cavallino avevano dotato degli stessi pneumatici la vettura di Kimi preferendo le gomme Soft per quella di Sebastian.
Ora la logica, vista la decisione presa, farebbe pensare all’intenzione di mandare il finlandese all’attacco, per tentare di superare almeno un rivale, se non due.
      Al via le Mercedes sono scattate benissimo, imitate dalle Ferrari. Alla prima curva Raikkonen ha tentato il sorpasso ma Hamilton e Bottas erano troppo vicini per rischiare di infilarsi in mezzo. Il finlandese, allora ha cercato di passare alla successiva. Ma cosa è capitato?  E’ successo che il signorino Vettel ha visto un varco aperto e ha occupato lo spazio libero, impedendo al compagno di squadra di allungare. Così si è formato un trenino nel quale Hamilton rappresentava la locomotiva libera di andare al massimo, mentre Bottas fungeva da ostacolo mobile per le due Ferrari costrette a tenere il ritmo più blando del povero Valtteri nel ruolo di seconda guida. Un impegno doppiamente gravoso per il finlandese che non ha potuto dare il massimo per cercare di strappare il primo posto ad Hamilton e alla fine, dopo aver rispettato alla lettera tutti gli ordini impartiti dal suo box, ha dovuto anche ingoiare una dichiarazione di Toto Wolff, responsabile della squadra, nella quale lo ha definito «un perfetto scudiero». Bottas si è risentito, ha detto che avrà un confronto con lo stesso Wolff. Ma cosa potrà ottenere? Gli hanno appena rinnovato il contratto per il 2019 garantendogli un bel mucchietto di milioni di ingaggio. Quando avrà l’incontro si sentirà dire: «In squadra i nostri piloti hanno lo stesso trattamento».
    Tornando a Vettel, che è indubbiamente un fuoriclasse, la manovra in partenza all’Hungaroring ha rilevato un altro lato del suo carattere: non è un pilota generoso, la sua è stata un’azione spinta da un grande Ego. Non gli andava bene di essere superato da Raikkonen, pur sapendo che con le gomme più tenere Kimi avrebbe potuto infastidire le due Mercedes. E forse avrebbe anche potuto portargli la vittoria. Inoltre il finnico ha anche risparmiato Vettel, quando il tedesco negli ultimi giri è stato speronato da Bottas, perchè se non avesse rallentato avrebbe potuto negargli il secondo posto.
     Ora la Mercedes e Hamilton continuano a sostenere che la Ferrari è più veloce. Forse per qualche giro. Ma i tedeschi intanto sono riusciti a migliorare il comportamento delle loro vetture nell’uso degli pneumatici, anche con temperature ambientali molto elevate. Inoltre hanno bloccato questa sbandierata superiorità velocistica della Scuderia di Maranello con una strategia degna del Machiavelli. Soste ai box perfette, scelta azzeccata di ogni decisione, l’uso improprio di Bottas. E i risultati si vedono.
     E’ chiaro che Hamilton è dotato di un talento enorme, perché certi giochetti si possono fare soltanto se hai a disposizione un pilota che oltre ad essere bravissimo sa anche approfittare di ogni occasione. A favore di Vettel posso soltanto dire che certi suoi atteggiamenti, il nervosismo dimostrato in alcune occasioni, sono il risultato anche della pressione enorme che subisce. Lui vorrebbe vincere ancora e farlo con la Ferrari, per una consacrazione definitiva. Senza dimenticare che lo stesso Sebastian in particolare e la Ferrari in generale vengono penalizzati dalla direzione corse più di quanto non si faccia con la Mercedes e con la Red Bull. La direzione sportiva è nelle mani di Charlie Whiting, inglese, ex meccanico della Brabham, indipendentemente dai commissari scelti di gara in gara. Anche la punizione inflitta da Bottas dopo che ha buttato fuori la Red Bull di Ricciardo che lo stava superando è stata ridicola: 10 secondi da assommare al tempo totale al traguardo di Valtteri. Un nulla di fatto. Il finlandese è rimasto al suo quinto posto, perché il sesto, Gasly con la Toro Rosso, era staccato di 30 secondi.
    Ma lo scandalo era stato ancora più evidente a Hockenheim, quando Hamilton era sto indagato per essere rientrato  in pista quando aveva già imboccato la corsia dei box. Manovra proibita dal regolamento. Anche perché dalla sua manovra ha tratto un innegabile vantaggio. Fra l’altro se Lewis si fosse fermato nella pit-lane, molto probabilmente non avrebbe vinto la gara. Gli è stata comminata una ammonizione,  sostenendo che aveva ammesso l’errore e che non aveva creato pericoli, creando fra l’altro un precedente clamoroso. Come dire: ho rubato, ma sono pentito. Sarebbe quasi ora di cambiare, la FIA dovrebbe trovare un giudice imparziale.
Cristiano Chiavegato
Tags: formula 1, mondiale 2018, Vettel - Hamilton

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