La Lazio si prepara ad affrontare un avversario tutt’altro che banale nel prossimo turno di Europa League: il Bodo/Glimt. La squadra norvegese è diventata una delle sorprese ricorrenti nelle competizioni europee negli ultimi anni, capace di regalare calcio spettacolare e risultati clamorosi. I biancocelesti di Marco Baroni sono avvisati: quella che li attende non è una semplice trasferta in Scandinavia, ma un vero e proprio test di maturità europea.
Una storia di passione e rinascita
Fondata nel 1916 e con sede nella città di Bodø, ben oltre il Circolo Polare Artico, il Bodo/Glimt è una delle realtà più affascinanti del calcio nordico. Dopo decenni passati tra i bassifondi del calcio norvegese, il club ha vissuto una vera rinascita a partire dal 2017, culminata con la storica vittoria del campionato nel 2020, la prima della sua storia. Un traguardo replicato nel 2021 e accompagnato da prestazioni di alto livello anche sul palcoscenico europeo.
Il progetto tecnico è guidato con grande continuità da Kjetil Knutsen, allenatore che ha rivoluzionato il modo di giocare della squadra, trasformandola in una macchina da gol capace di mettere in difficoltà anche avversari molto più blasonati.
Uno stile di gioco europeo
Il Bodo/Glimt gioca un calcio offensivo, dinamico, fatto di pressing alto e verticalizzazioni rapide. È un 4-3-3 fluido, in cui gli esterni offensivi sono fondamentali nel creare superiorità e nel pressare sin dalla prima costruzione avversaria. La squadra ama dominare il possesso anche contro avversari di rango, pur pagando spesso dazio in fase difensiva. Ma è proprio questa filosofia coraggiosa che ha reso il Bodo un’avversaria tanto temibile.
Tra i giocatori più interessanti, spiccano il capitano Ulrik Saltnes, centrocampista di grande equilibrio e intelligenza tattica, e il talentuoso attaccante Faris Pemi, autore di diverse reti nella campagna europea in corso.
I precedenti contro la Roma: la notte perfetta
Per i tifosi italiani, il Bodo/Glimt non è un nome sconosciuto. Anzi, evoca ricordi molto nitidi, soprattutto nella mente dei cugini romanisti. Nella Conference League 2021/2022, il Bodo riuscì nell’impresa storica di battere la Roma di José Mourinho per 6-1 nella fase a gironi, un risultato che fece il giro del mondo. Al ritorno in Norvegia, i giallorossi strappano solo un pareggio (2-2) e nelle successive sfide dei quarti, pur venendo eliminato, il club norvegese mise ancora in difficoltà i capitolini vincendo la gara d’andata per 2-1.
Quel doppio confronto ha consacrato il Bodo come realtà europea da non sottovalutare, capace di imbrigliare anche squadre di Serie A con palmarès e ambizioni superiori.
Lazio, è una trappola?
Per la Lazio, dunque, il Bodo/Glimt rappresenta un ostacolo che richiede la massima attenzione. I biancocelesti arrivano alla sfida forti di un organico esperto e tecnico, ma anche con la consapevolezza di dover affrontare un avversario che gioca senza paura. La chiave potrebbe essere l’esperienza e la qualità in mezzo al campo, dove Baroni può contare su giocatori come Rovella e Guendouzi per spezzare il ritmo norvegese e controllare il possesso.
Il doppio confronto sarà anche una prova della profondità della rosa laziale, spesso accusata di cali di concentrazione nelle partite europee. Attenzione massima, dunque, anche alla partita in Norvegia, dove il clima rigido e il campo sintetico rappresentano ulteriori ostacoli.
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