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Tennis

Troppo forte Carlos o troppo debole Jannik, cosa ci dice la finale degli Internazionali Bnl d’Italia

Da Vincenzo Martucci 19/05/2025

Troppo forte Carlos Alcaraz o troppo debole Jannik Sinner dopo tre mesi di forzato stop durante i quali non solo non ha potuto giocare partite ufficiali ma ha potuto nemmeno allenarsi ad alto livello? Troppo decisiva la terra rossa, la superficie meno vincente e anche meno amata del numero 1 del mondo? Troppe aspettative nel torneo di casa che non vede un vincitore italiano da Adriano Panatta nel 1976 e quindi troppe aspettative anche per Roland Garros per il Profeta dai capelli rossi?

LEZIONE

Paul McNamee, ex numero 1 del mondo e campione di 4 Slam di doppio e di due coppe Davis trincia un giudizio molto netto: “Alcaraz ha dimostrato la netta differenza che porta la terra battuta… Il Maestro di scacchi contro l’Apprendista… Il secondo set pieno di sottigliezze di velocità e altezza, l’arte dello scivolamento, angoli e drop shot… una lezione, cui Sinner potrebbe non avere risposta sulla terra battuta”. L’australiano boccia l’italiano solo sulla base del secondo set. Perché, quando l’altoatesino si è trovato con l’acqua alla gola e ha arrancato disperato, ormai dimentico della superficie, ha solo corso e picchiato la palla al meglio cercando una via di fuga. Evidenziando piuttosto, così, tutte le lacune sulla terra. Conoscendo però il suo orgoglio e la capacità di migliorarsi, sappiamo che il suo progetto-Roland Garros, è cominciato con questo torneo e quindi con questa partita, è proseguito negli elogi che ha proferito in campo all’avversario, si è trasferito negli spogliatoi, dove ha subito scambiato qualche parere significativo col tandem di coach Vagnozzi-Cahill e continuerà nella preparazione dei prossimi giorni e quindi anche nel corso di Parigi, per colmare il ritardo accumulato durante lo stop.

PROCCUPAZIONE

I dubbi sulla terra rossa riguardo a Sinner erano leciti già prima del test contro Alcaraz che, non dimentichiamo, è proprio come ha detto Jannik l’avversario da battere a Parigi, il più forte su questa superficie. Dove l’erede di Rafa è nato e cresciuto, ha vinto il Roland Garros 2024 e la metà dei suoi tornei. Perciò, al di là dei limiti di movimento sulla superficie – che Sinner lamenta in generale – , dopo il primo set, Carlitos è riuscito ad attuare la tattica migliore. E’ entrato sempre di più e sempre più perentoriamente in campo e, dal centro, come predilige, ha cominciato a spingere con insistenza sul dritto di Jannik (che da quella parte ha meno allungo rispetto al rovescio), appropriandosi dell’iniziativa e del comando delle operazioni. Eppoi ha tagliato il campo con le micidiali smorzate, che nasconde benissimo, spiazzando ancor di più l’avversario e rubandogli il tempo con qualche volata a rete e quindi qualche volée che a Sinner mancano.

SOLUZIONI

Sinner non può annullare gli storici limiti sulla superficie ma può lavorare sulla specificità dei movimenti e sull’intensità di gioco in generale che sono venuti a mancare nel secondo set e che può allenare da qui al 25 maggio. Ben sapendo che nel primo set ha comunque avuto due set che potevano cambiare faccia al match e che oggi come oggi, se sfoggia la sua versione migliore ed è quindi  concentrato e attento, e non regala punti facili, Alcaraz è imbattibile anche per lui. Come aveva pronosticato candidamente il rivale in casa Italia, Lorenzo Musetti, dopo averci perso in semifinale. Proprio per quel mix di potenza e varietà che solo lui possiede.

Vincenzo Martucci (Tratto dal messaggero del 19-05-2025) (Credits: Foto FITP)

 

Tags: cosa ci dice la finale degli Internazionali Bnl d'Italia, Troppo forte Carlos o troppo debole Jannik

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Nota sull’autore: Vincenzo Martucci

Napoletano, 34 anni alla Gazzetta dello Sport, inviato in 8 Olimpiadi, dall’85, ha seguito 86 Slam e 23 finali Davis di tennis, più 2 Ryder Cup, 2 Masters, 2 British Open e 10 open d’Italia di golf. Già telecronista per la tv svizzera Rsi; Premio Bookman Excellence.

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