Una sola Corea: ricerca di attenzioni, bluff o reale colpo del secolo? |
  • Chi Siamo
  • Firme e Voci
  • Sport
    • Accadde Oggi
    • Atletica
    • Calcio
    • Ciclismo
    • Ginnastica
    • Golf
    • Motori
    • Nuoto
    • Pallacanestro
    • Pallavolo
    • Pugilato
    • Sci
    • Sport di contatto
    • Tennis
    • Vari
    • Politica Sportiva
  • TennisVintage
  • La testimonianza
  • Galleria
  • Sport per Tutti
Una sola Corea: ricerca di attenzioni, bluff o reale colpo del secolo? |
  • Chi Siamo
  • Firme e Voci
  • Sport
    • Accadde Oggi
    • Atletica
    • Calcio
    • Ciclismo
    • Ginnastica
    • Golf
    • Motori
    • Nuoto
    • Pallacanestro
    • Pallavolo
    • Pugilato
    • Sci
    • Sport di contatto
    • Tennis
    • Vari
    • Politica Sportiva
  • TennisVintage
  • La testimonianza
  • Galleria
  • Sport per Tutti
Vari

Una sola Corea: ricerca di attenzioni, bluff o reale colpo del secolo?

Da Sport Senators 07/05/2018

Regole cambiate a Mondiale in corso da parte della federazione internazionale di tennis tavolo, che ha unificato Corea del Nord e del Sud che dovevano affrontarsi nei quarti e invece sono state promosse direttamente, insieme, in semifinale…

“Federazione internazionale sport in caduta libera di interesse cerca disperatamente attenzione da parte dei mezzi di informazione, disposta a tutto, anche a cambiare regole a Mondiali in corso per tentare colpo del secolo”. Magari è un po’ dissacrante questo modo di vedere le cose, ma sicuramente fa intravedere la realtà più degli annunci eclatanti a suon di “giornata storica” che hanno accompagnato la decisione dell’Ittf (International table tennis federation) di accettare la proposta di Nord e Sud Corea, che dovevano affrontarsi nei quarti di finale femminili dei Mondiali a squadre in svolgimento ad Halmstad (Svezia), di non giocare e di diventare una sola squadra qualificata per la semifinale. Presentata così, sembra una bella storia, sulla scia di esempi simili sia del passato, sia di tempi recenti. Si va dall’esempio più classico, proprio del tennistavolo, con la Corea unita che nel 1991 partecipa ai Mondiali a Chiba (Giappone) e con le donne batte addirittura la favoritissima Cina in finale, si passa dai Mondiali junior di calcio ancora nel 1991 e si prosegue con due squadre che sfilano unite nella cerimonia inaugurale dell’Olimpiade di Sydney 2000 per arrivare ai Giochi invernali a febbraio di quest’anno in Corea del Sud, a Pyeongchang, con due tedofori di Sud e Nord Corea che salgono lungo la scalinata verso il tripode olimpico impugnando la torcia con la fiamma per concludere con la squadra mista femminile nell’hockey su ghiaccio.
FAVOLE E POLITICA
Insomma, è la favola dello sport che supera le barriere e che fa da apripista ai politici, secondo lo spirito della “Diplomazia del ping pong” che risale al 1971, quando la squadra statunitense di tennistavolo fu invitata in Cina per alcuni incontri amichevoli e spianò la strada alla visita del presidente Richard Nixon, l’anno dopo, e all’incontro con Mao Zedong. Nel caso dei Mondiali di Halmstad, il riferimento si capovolge: i presidenti di Nord e Sud Corea, Kim Jong Un e Moon Jae-in, si incontrano e annunciano di voler denuclearizzare le loro due nazioni. Sulla scia di questa nuova speranza, che è stata interpretata dai commentatori politici addirittura come un primo passo verso la riunificazione, si è mosso il tennistavolo, dando un esempio concreto di buona volontà nel cammino verso la pace: due squadre, avversarie sul campo, rifiutano di giocare e si uniscono. Per essere una favola è bella e raggiunge il suo scopo: tutti i mezzi di informazione del mondo si buttano a pesce sulla notizia e i Mondiali di tennistavolo di Halmstad, ignorati fino a un giorno prima, diventano uno scenario di rilievo internazionale. Già, perché è proprio questo il punto della questione: quanto c’è di spontaneo e quanto di costruito ad arte per sfruttare la situazione favorevole. Andando a osservare bene cosa è accaduto e quali sono gli esatti termini della vicenda si scopre qualcosa di poco genuino, oltre a una serie incredibile di irregolarità e di ingiustizie.
IL GRANDE BLUFF
E’ opportuno ricordare il precedente del 1991 per avere le idee più chiare. Quella volta, la decisione di andare ai Mondiali con una sola squadra e una sola bandiera (sfondo bianco e Corea in azzurro, senza la barriera del 38mo parallelo che divide Nord e Sud) fu presa molto prima dell’inizio delle gare. Si decise la composizione delle squadre maschile e femminile, con un’equa divisione dei giocatori anche tenendo conto delle forze reali (più numerosi i sudcoreani di alta classifica fra gli uomini, più numerose le nordcoreane di alta classifica fra le donne), e si diede il via a una adeguata preparazione, facendo allenare e vivere insieme giocatori che presentavano anche, in qualche caso, incompatibilità di carattere. Era quindi un avvenimento programmato e preparato al meglio, tant’è che la Corea unita vinse il titolo a squadre femminili provocando una enorme sorpresa, a danno della Cina. Ai Mondiali di Halmstad, invece, le due Coree sono arrivate senza che ci sia stata la minima intenzione di presentare una squadra unica. Dopo gli ottavi di finale femminili, però, si arriva allo scontro fra Nord e Sud Corea nei quarti. A questo punto, non si sa bene cosa accade, perché la ricostruzione fatta dall’Ittf presenta punti oscuri. Si dice genericamente che le due squadre hanno deciso di non giocare insieme per dare un segnale di pace e di speranza. Ma non si dice se l’idea è stata delle giocatrici, dei dirigenti o di chissà chi altro. Di sicuro c’è che il dirigente sudcoreano intervenuto nella conferenza stampa ufficiale, il campione olimpico di singolo di Atene 2004, Ryu Seung Min, dice placidamente che non ne sapeva alcunché. Conoscendo bene le giocatrici nordcoreane, è escluso che abbiano azzardato una proposta del genere, perché è loro vietata qualsiasi iniziativa dai dirigenti, che a loro volta non possono farlo perché dovrebbero avere l’imbeccata da chi è vicino a Kim Jong Un. Obbediscono tutti agli ordini. E nemmeno le sudcoreane, da indiscrezioni di chi è loro amico, hanno pensato a questa soluzione. Quindi, non sono stati i dirigenti, non sono state le giocatrici, resta solo l’Ittf come “elemento pensante”.
L’OCCASIONE BUONA
In effetti, il vero interesse per una iniziativa così importante è proprio dell’Ittf e il motivo lo si scopre andando a vedere cosa sta succedendo nel mondo del tennistavolo. A dispetto dei trionfali comunicati ufficiali, in cui si parla di numeri da record e di sviluppo enorme di questo sport, la situazione peggiora di anno in anno. E allora andiamo a scoprire la realtà nascosta. Ad Halmstad, ci sono spettatori solo quando gioca la Svezia, ma si arriva al massimo a 400-500 persone, che nemmeno riescono a coprire metà della sala principale, in cui sono piazzati 3 tavoli. Una volta finita la partita degli svedesi, l’impianto si svuota e le altre squadre giocano nel vuoto e nel silenzio. Nella seconda sala (9 tavoli) e nella terza (12 tavoli) gli spettatori sono solamente i dirigenti delle squadre, qualche accompagnatore e alcuni giocatori non impegnati in quel momento. Insomma, la desolazione assoluta. E bisogna tener conto che la Svezia ha una grandissima tradizione nel tennistavolo, con 5 titoli mondiali vinti a squadre e tanti altri nel singolo e nel doppio grazie a campioni come il mitico Waldner, il più forte di tutti i tempi nel mondo, Persson, Appelgren, Bengtsson, Johansson, Alser, Lindh, Karlsson, tutti personaggi di rilievo in questo sport. Il problema è che gli spettatori sono diminuiti drasticamente negli ultimi 15 anni, non solo in Europa.
La situazione sta diventando seria persino in Cina, dove gli incontri di campionato hanno al massimo 500 spettatori e ai Campionati Nazionali c’è bisogno di portare scolaresche per riempire un po’ le tribune. Inoltre, sempre in Cina, stanno scomparendo club dal grande passato e città che una volta garantivano numerosi campioni non riescono nemmeno ad avere un giocatore in Nazionale, tant’è che i dirigenti della Federazione ne fanno convocare qualcuno solo per non far sparire centri che sono stati importanti nel tennistavolo cinese. Ma l’aspetto più negativo è quello che riguarda l’interesse degli spettatori cinesi davanti alla tv. Nel 2013, durante i Mondiali individuali a Parigi, le finali, con tutti cinesi, coincidevano con alcune partite di calcio della serie A cinese. La CCTV5 (canale dello sport della China Central television) trasmise il ping pong, ma cominciò a ricevere telefonate di protesta di tantissimi telespettatori che volevano vedere il calcio. E nel 2014, per i Mondiali a squadre a Tokyo, la stessa CCTV5 aveva previsto che, in caso di finale femminile fra Cina e Hong Kong, non ci sarebbe stata la diretta, ma solo la registrata. Poi, fu il Giappone a conquistare la finale e ci fu la diretta, ma resta lo stupore per una programmazione che per la Cina sarebbe dovuta suonare come una bestemmia e che invece era la normale conseguenza di un disinteresse sempre più evidente degli spettatori. E in Europa non è che le cose vadano meglio, perché se si guarda la programmazione di Eurosport, che un tempo garantiva una grande copertura delle gare di tennistavolo, si scopre che si è drasticamente ridotta.
Se, infine, si guarda alle presenze effettive dei rappresentanti dei mezzi di informazione, l’impressione è ancora più deprimente. L’Ittf snocciola cifre irreali, come 350 accrediti stampa ad Halmstad. Il punto è che ci mettono dentro anche i tecnici delle tv o chissà chi altro, perché i giornalisti realmente presenti non arrivano a 100 e moltissimi di loro non sono altro che dipendenti delle Federazioni che svolgono il ruolo di addetti stampa o professionisti di altri settori (professori di scuola, impiegati) che svolgono per diletto questo compito. Il numero dei veri giornalisti professionisti, quindi, è davvero minimo. Altro esempio: i Mondiali 2014 a Tokyo. L’Ittf annuncia 1100 accrediti stampa, ma alla fine, fra sala stampa e tribuna stampa ci sono i pochi “soliti noti”. La situazione, perciò, è chiara: il tennistavolo interessa sempre meno in tutto il mondo. Poi, capita la “buona occasione” ed ecco che spunta fuori la notizia a sensazione: la Corea unita.
LE MANCATE VERITA’
Il bluff, però, è facile da scoprire, soprattutto perché l’Ittf, nel tentativo di giustificare il tutto, è costretta a dire cose non vere e, davanti a qualche precisa contestazione, non sa fare altro che balbettare scuse. La incongruenza più evidente riguarda le squadre maschili coreane. La Corea, infatti, si è unita solo con le donne. Fra l’altro, si sono dovute scegliere le 5 giocatrici fra le 9 (5 del Sud, 4 del Nord) iscritte ai Mondiali perché una squadra può avere al massimo 5 elementi, e minimo 3. Quindi, ulteriore danno per le altre squadre perché la Corea adesso può scegliere quelle più in forma e quelle più adatte al gioco delle avversarie. Gli uomini invece restano divisi, Nord e Sud Corea vanno ognuna per la sua strada. Se c’era davvero il desiderio di un’iniziativa per la pace, perché non hanno unito anche le due squadre maschili? Si è trovata la scusa della sfida fra Nord e Sud tra le donne per inventare una unificazione che è contro le regole e profondamente ingiusta. Ma non si è minimamente ipotizzato di unificare le squadre maschili, anche perché ognuna può andare avanti in tabellone per conto suo e non vuole essere penalizzata. Fra le donne, invece, una sarebbe stata eliminata comunque e l’unificazione non avrebbe fatto danni, anzi. L’ipocrisia delle dichiarazioni ufficiali non finisce qui, perché come scusa ufficiale è stato detto che unire Nord e Sud in una sola squadra non danneggia altre squadre. Per scrupolo, l’Ittf ha chiesto alle altre squadre in lotta per il titolo se avevano qualcosa in contrario e queste hanno risposto di no, quindi, secondo i dirigenti Ittf, si poteva andare avanti. Già, ma le squadre che sono state eliminate dalla Nord o dalla Sud Corea non hanno subito forse un danno? Non tutte, certo, ma almeno quelle eliminate da una delle due Coree avrebbero potuto andare avanti in tabellone se l’unificazione fosse avvenuta regolarmente “prima” dei Mondiali. Quindi, non è vero che non ci sono squadre danneggiate, ci sono eccome. E non si può scaricare la responsabilità sulle altre squadre, è l’Ittf che deve essere garante dell’applicazione delle regole, senza chiedere ad alcuno se può cambiarle o no. Perché il nocciolo è qui: non si possono cambiare le regole a manifestazione in corso. Le squadre e gli atleti sono “protetti” dal rispetto delle regole, non si può invocare una “causa maggiore” perché a questo punto ogni presidente di Federazione può decidere che esiste una “causa maggiore” che autorizzi a cambiare le regole. Ed è stato proprio questa la contestazione che un giornalista, purtroppo uno solo, ha rivolto al presidente dell’Ittf, il tedesco Thomas Weikert. Più o meno testualmente, ecco cosa è stato detto a Weikert: “Lei ha presentato la vicenda come una richiesta di parere alle altre squadre, se fossero o no d’accordo, ma il punto essenziale è un altro, vale a dire il rispetto delle regole. Non si possono cambiare le regole a Mondiali in corso. Oggi cambiate la regola in nome della pace, e domani cosa farete? Cambierete un’altra regola in nome di chissà cos’altro? E avvantaggerete o danneggerete quali squadre? Qui si parla del principio sportivo, che non può essere leso, non è mai accaduto, in nessun altro sport, che siano state cambiate le regole a Mondiali già cominciati”. Weikert, visibilmente infastidito da questa contestazione, non ha saputo dire altro che: “La pace è più importante”. E ha chiuso in anticipo la conferenza stampa.
ALLINEATI E COPERTI
Il presidente Weikert cerca di rifarsi subito dopo, quando fa qualche altra dichiarazione a tv e agenzie. Probabilmente, dopo averci pensato un po’, prova a ribattere alle accuse, senza comunque riuscirci, anzi aggravando la sua posizione con alcune frasi, rilasciate all’agenzia Reuters, che suonano come autogol. La prima: “Naturalmente, c’è un piccolo rischio in questa decisione perché non rispetta al 100 per cento le regole”. E qui c’è la prima toppa peggiore del buco, perché non esiste una regola che si rispetti al 99 per cento, o al 50 o al 20 o chissà quale altra percentuale. La regola si rispetta al 100 per cento o non si rispetta. E’ anche questa la dimostrazione che l’Ittf sa benissimo di aver compiuto un atto irregolare, ma farsi pubblicità e avere gli occhi del mondo addosso era più importante di qualsiasi altra cosa e del rispetto delle regole. Poi Weikert continua: “Non ci sono stati svantaggi per le squadre che hanno giocato prima e abbiamo informato le altre e queste sono state d’accordo”. Come già detto, chi ha giocato prima è stato danneggiato, ma a quelle squadre l’Ittf non ha chiesto un parere! E poi la confessione: “Noi rispettiamo le regole. Sì, le abbiamo cambiate ma non lo faremo mai più. E poi la pace è più importante, merita che le abbiamo cambiate”. Quindi: rispettiamo le regole, ma le cambiamo. Bel modo di rispettarle. E quel “non lo faremo più” sembra la scusa di un bambino che ha fatto una marachella e ai genitori dice che non lo farà mai più!
La conclusione, sempre di Weikert: “Siamo tutti contenti per aver dato un piccolo segno nel processo di riunificazione della Corea”. Beh, adesso Kim Jong Un, Moon Jae-in, Trump, Xi Jinping, Putin e tutti i potenti della terra possono stare tranquilli, l’intervento decisivo dell’Ittf porterà la pace in Corea e nel mondo. Nel piccolo mondo del tennistavolo, invece, si continuerà ad andare avanti in silenzio, allineati e coperti. Tecnici, giocatori e dirigenti di tutte le nazioni hanno commentato con ironia le decisioni, qualcuno prospettando una riunione di Croazia e Serbia. Nessuno però parla ufficialmente, c’è una cappa di piombo sul tennistavolo mondiale e nessuno ha il coraggio di liberarsene, forse perché a quel punto vedrebbe chiaramente la situazione di uno sport che, poco alla volta, rischia di scomparire.
Gennaro Bozza
Tags: bluff o reale colpo del secolo?, olimpiade, Tennistavolo, Una sola Corea: ricerca di attenzioni

Condivisione...

Articolo precedente
Metti che un giorno il capitano di Ryder Cup bussi alla tua porta…
Articolo successivo
Pallavolo, Perugia pigliatutto punta la Champions prima delle grandi decisioni: Zaytsev, Anzani e il Palasport…

Nota sull’autore: Sport Senators

Post correlati

  • Lui star del rugby (fidanzato e fedifrago), lei (forse predatrice sessuale, forse no) e il giornalista impiccione: indovinate chi paga?
  • L’Olimpiade invernale 2026: Torino, Milano, o le Dolomiti? Comunque una occasione… a 5 Stelle!
  • Fischer-Spasskij, 50 anni fa il “Match del secolo”
  • Spionaggio smartwatch: ricevitore e lanciatore dribblano il battitore! Ma l’imbroglio del baseball è datato 1951
  • Da Spieth a Jordan, dal golf, al basket al baseball: ma davvero la gomma da masticare è un anti-stress?
  • Pattinaggio, Kostner: l’alibi dell’altezza maschera i limiti fisici. Tutte quelle cadute nascono da lì…

Ultimi articoli

  • Ryder Cup: l’Europa resta avanti e avvicina l’impresa, ma gli Stati Uniti non mollano  
  • Beach soccer, il terzo titolo europeo dell’Italia. La storia dei mondiali
  • Ryder Cup: l’Europa domina nella prima giornata , a Roma è un inno alla gioia
  • WorldSBK, intervista ad Andrea Locatelli: “Felice in Yamaha, proverò a diventare campione del mondo”
  • La Roma di Mourinho sembra lo spot della pesca dell’Esselunga
  • Il terzo tempo, sacro come la tradizione e spontaneo come… un cartone animato!

Sport Senators

Le grandi firme di 45 Olimpiadi, 8 mondiali di calcio, 86 tornei del Grande Slam, 13 Tour de France, 43 giri d’Italia, 20 GP di Formula 1, 31 Mondiali di Atletica leggera, 100 campionati Mondiali ed Europei di nuoto, ginnastica, scherma, judo, e tanti altri sport.

Accounts Social

  • Facebook
  • Twitter

Newsletter

Vuoi ricevere la nostra newsletter?
Iscriviti!

Cerca

Sport Senators © 2018 - All Rights Reserved | Testata registrata al Tribunale di Milano. Registrazione n.168 del 30.05.2018. Direttore responsabile Vincenzo Martucci

  • Home
  • Chi Siamo
  • Firme e Voci
  • Sport
  • Accadde Oggi
  • Galleria
  • Sport per Tutti
  • TennisVintage
  • Privacy policy

Continuando la navigazione, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi