Football Americano uguale Milano. E sabato 8 luglioresterà una data indelebile nella storia di questo sport perché la rivalità di vertice, che caratterizza tutto il movimento italiano, culmina nella prima finale scudetto, allo stadio Menti di Vicenza, con diretta FoxSports dalle 21.
Francesco “Tato” Zemichieli, direttore sportivo e anima dei Seamen, che significato ha questa sfida coi Rhinos?
“E’ la summa di una rivalità molto accesa, degli ultimi cinque anni, con noi Seamen che abbiamo perso la finale 2013, abbiamo vinto quelle 2014 e 2015, e l’anno scorso abbiamo perso in semifinale proprio contro i Rhinos che poi hanno vinto il titolo”.
I Rhinos partono favoriti.
“Perché sono i campioni in carica, in Italia sono imbattuti da due anni e ci hanno battuti nelle ultime quattro partite su quattro”.
In che cosa i Rhinos sono superiori ai Seamen?
“Il loro capo allenatore americano, Chris Ault, è un allenatore leggenda, ha creato un nuovo sistema di gioco. Noi dei Seamen pure abbiamo un capo allenatore nordamericano, Tony Addone, ma con tutto il rispetto, il movimento Usa è superiore a quello canadese“.
I Rhinos hanno qualcosina in più anche dai tre giocatori americani.
“I loro americano sono tutti di ottimo livello, soprattutto il quarterback, JJ Pryor, che, dopo il college ha provato coi pro, come fanno tutti laggiù, è sicuramente il nome che mi viene subito alla mente pensando ai Rhinos. Ma anche noi abbiamo i nostri americani fortissimi”.
Come faranno allora i Seamen a battere i Rhinos?
“Attingendo all’adrenalina, la droga naturale e misteriosa che non tutti hanno e che spinge a sforzi e prestazioni super”.
Clamoroso è anche il fatto che la capitale del football americano non abbia un casa in città.
“Fino a due anni fa c’era il Vigorelli, che è chiuso per lavori, e quindi noi siamo emigrati al Breda di Sesto San Giovanni e i Rhinos a Pero. E’ un vero peccato che una città come Milano, la più europea del nostro paese, sia un po’ indietro nello sport”.
Al di là della esaltante rivalità, è anche un male che il football americano si restringa un po’ troppo a Milano.
“Beh, Bolzano e Parma sono altre due importanti realtà, noi di Milano vantiamo magari un roster, la panchina, più importante. E dietro, abbiamo le nostre formazioni under 19, under 16 e under 15, siamo strutturati al meglio. Questo è anche il mio lavoro, nel quale sono aiutato dall’esperienza, perché ho fatto l’allenatore in tutte le serie e come aiuto in nazionale, e oggi sono un dirigente d’azienda (Giunti editore)”.
Quanto costa una squadra di serie A di football in Italia?
“Rispetto alla Germania dove certi club hanno un budget di 500mila /un milione di euro, da noi non costa cifre assurde: ci vogliono 150-160mila euro l’anno per gestire cento persone, della prima squadra, fra 50-60 giocatori, una decina d’allenatori, eccetera, eccetera. I Rhinos hanno dietro un gruppo di finanziatori, i Seamen hanno soprattutto un mecenate, Marco Mutti, che è affiancato dallo sponsor principale”.
Però il pubblico risponde e non risponde.
“E’ un vero peccato, perché lo sport ha un grande appeal sui giovani, è fashion, se ti prende ti cattura veramente, perché insegna valori importanti come il rispetto dell’avversario, propone allenamenti duri, è formativo anche per la lingua, avendo a che fare con capo allenatore e tre giocatori fondamentali di lingua americana. Negli anni 80, quando giocavo io (11 anni nei Frogs vincendo tre campionati e una coppa Campioni, n.d.r.), c’erano 20mila spettatori, ora ci siamo abituali a 3/4 mila, mentre all’estero sono sempre 7/8mila, come nel campionato tedesco che è quello leader in un panorama che s’è comunque arricchito, in Europa, della presenza di sloveni, turchi, romeni, polacchi”.
Magari a questo Italianbowl la gente verrà anche per ottenere l’autografo dal mitico Calvin “Megatron” Johnson.
“La nostra organizzazione è sempre ottima nelle grandi partite, e a Vicenza s’arricchirà anche di quest’ospite d’onore eccezionale, detentore di 12 record NFL assoluti, tra cui maggior numero di yard ricevute in una gara (329) e in una stagione (1964), più gare consecutive con almeno 10 ricezioni, e come giocatore più rapido (solo 115 partite) nell’èlite dei ricevitori con oltre 10.000 yard in carriera. Sarà un motivo in più di un grandissimo spettacolo”.
Vincenzo Martucci