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Golf

Molinari rilancia la sfida al Major preferito: “Ora gioco bene anche quando… non gioco bene!” 

Da Vincenzo Martucci 09/08/2018

Forte del primo, storico, trionfo Slam di un italiano, peraltro all’Open Championship, Francesco attacca il torneo dove l’anno scorso finì secondo: “Ho fiducia, perché compenso con gioco corto e putt” 

 Tutti dicono Molinari. Chissà, magari lo farà anche la tv che spesso se lo dimentica a beneficio dei nomi più noti e degli amici anglosassoni. Per presentare la 100ª edizione dell’US PGA Championship, quarto e ultimo major stagionale, a Bellerive, St. Louis nel Missouri, il sito web dell’European Tour dedica l’apertura a Francesco Molinari, neo primo campione italiano Slam, all’Open Championship a Carnoustie. Ricordando che il torinese è alla decima presenza consecutiva nell’unico major in cui non è mai uscito al taglio, dove l’anno scorso concluse al secondo posto, a due colpi da Justin Thomas. A 35 anni, nel pieno della maturità psico-fisica-tecnica, Francesco arriva a questa prova sula, scia di un’estate da favola, dopo essersi aggiudicato il primo titolo Rolex Series al BMW PGA Championship, dopo aver chiuso al secondo posto l’Open d’Italia e dopo aver firmato il primo successo sul Pga Tour, al Quicken Loans National. Volando al primo posto nella Race to Dubai e al sesto nel World Ranking, conquistandosi un posto nella nazionale europea di Ryder Cup.
   Il fenomeno che dovrebbe essere studiato in tutta la sua evoluzione e riproposto in tutte le scuole golf, ha la serenità dei forti“Non penso che la mentalità sia diversa. So quant’ho lavorato duro per vincere a Carnoustie e non sarà più facile solo perché ho vinto una volta. Piuttosto, sarà più duro perché c’è stato meno tempo per prepararsi e e ci saranno più pressione e più aspettative. Io ragiono uguale: ho cercato di fare più ore di preparazione possibile prima, di seguire la mia routine come a Carnoustie e all’Us Open, anche se lì non ho vinto. La cosa principale, per me, non è essere ossessionato dal risultato ma da quello che posso controllare, per far sì che il risultato ne sia il prodotto naturale. Per il resto, l’Us Pga Open è stato finora il Major dove, fino a due settimane fa, ho ottenuto il miglior risultato: nel 2009, ad Hazeltine, ho raggiunto il primo piazzamento fra i top ten, mi piacciono i club, tipici dell’Us Pga, mi piacciono i campi. In genere su questi Green ho sempre “puttato” bene. E l’anno scorso proprio in questo torneo ero arrivato ad essere in gara per vincere un Major, per cui, tornando, ho una bella sensazione e non vedo l’ora di vivere un’altra bella settimane”.
   La parola chiave è: fiducia. “Per me il fattore più importante per salire a un altro livello è stato quello mentale, così so no stato capace di esprimere il mio miglior golf, settimana dopo settimana, anche nei giorni in cui ero un po’ fuori assetto, compensando col gioco corto e il putt. Ora, mi sento decisamente più a mio agio a giocare con gli altri, rispetto a qualche anno fa, perché ho la sensazione di essere un giocatore più completo. Tiro anche un po’ più lungo, anche se non sono uno di quello che tira più lungo, eppure non c’è grande differenza con prima: il chip è migliorato, il putt è migliorato, il gioco di ferri, fortunatamente, è rimasto quello o è migliorato appena appena. Perciò, è soprattutto un fattore di fiducia. Che, per me, viene dal lavoro fatto negli ultimi due-tre anni di allenamento, e nella verifica immediata di miglioramenti che vedevo nei numeri. Perciò, non contavano le mie impressioni o come il mio modo di pensare voleva che pensassi, potevo constatare dalle statistiche che progredivo continuamente”. Forte dei risultati e dell’eccezionale equilibrio che ha raggiunto, Molinari non ha paura di lanciare l’ennesima scommessa: “L’unico problema è esprimere il mio Piano A. Se posso giocare bene come voglio, posso competere sulla maggior parte dei campi. Certo, con la pioggia pesante della vigilia, sono favoriti i grandi picchiatori. Ma sarebbe dovuto essere lo stesso a Carnoustie. In generale, penso che i Major siano un test per tutte le parti del gioco e, guardando ai miei recenti risultati, spero domenica di poter essere in gara per il titolo”.
   Parola di campione dell’applicazione e del lavoro.
VINCENZO MARTUCCI
Tags: 2018, favoriti, francesco molinari, US PGA Championship

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Nota sull’autore: Vincenzo Martucci

Napoletano, 34 anni alla Gazzetta dello Sport, inviato in 8 Olimpiadi, dall’85, ha seguito 86 Slam e 23 finali Davis di tennis, più 2 Ryder Cup, 2 Masters, 2 British Open e 10 open d’Italia di golf. Già telecronista per la tv svizzera Rsi; Premio Bookman Excellence.

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