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Sport di contatto

Al via la Coppa del Mondo di rugby: all’Italia serve il miracolo? No, basta un prodigio…

Da Ruggero Canevazzi 21/09/2019

Il Giappone ospita il terzo evento più seguito del mondo. Favorite Irlanda e le nostre avversarie del girone Sudafrica e All Blacks

Da ieri, Ovalia rivolge il suo sguardo verso il Sol Levante e lo farà ininterrottamente per un mese e mezzo. Già non ci seguite? Allora non sapete qual è il terzo evento sportivo contemporaneo più importante del mondo, dopo Olimpiadi e Mondiali di calcio. Stiamo parlando della Coppa del Mondo di rugby, la cui nona edizione è scattata ieri in Giappone con il match inaugurale tra i padroni di casa e la Russia. Fino a 10-12 anni fa, il terzo evento sportivo internazionale più seguito era il Tour de France, che si portava dietro la lunga tradizione dello sport popolare per eccellenza, quel ciclismo simbolo di abnegazione, fatica e passione. Il rugby ha portato il suo evento più importante così in alto nel corso degli anni, con il passaggio storico al professionismo del 1995 e poi con edizioni sempre più seguite. Da France 2007 il numero di tifosi al seguito e paesi collegati giustifica il titolo di terzo evento sportivo più seguito del pianeta e la conferma arriva proprio dalla sede di questa Coppa. Per la prima volta il torneo è ospitato da una nazione diversa dalle 5 storiche del Sei Nazioni (la sesta, inutile specificarlo, è l’Italia) e dalle tre dell’Emisfero Sud (Nuova Zelanda, Australia e Sudafrica). Il Giappone poi offre in termini economici, organizzativi e turistici tutto il necessario per capitalizzare il business che si crea attorno a un evento del genere.

Formula e squadre favorite
La Web Ellis Cup conserva la formula in vigore da diverse edizioni. 20 nazioni partecipanti divise in 4 gruppi da 5 squadre, con le prime due che si qualificano ai quarti di finale, con sfide secche a eliminazione diretta fino alla finale di sabato 2 Novembre a Yokohama City. Le principali favorite sono, naturalmente, la Nuova Zelanda che vuole centrare il tris dopo gli ultimi due titoli, il Sudafrica, che dopo un periodo di appannamento ha ritrovato la proverbiale compattezza e ha sconfitto gli All Blacks e l’Irlanda, che alla Coppa del Mondo non ha mai avuto grande fortuna ma ci arriva dopo aver sconfitto i neozelandesi lo scorso Novembre a Dublino e da prima squadra del ranking mondiale (mettere dietro gli All Blacks nel ranking, da sempre dominatori vista la loro impressionante continuità di rendimento, è un biglietto da visita del tutto eloquente).

L’Italia: cosa dobbiamo aspettarci?
Da sempre gli azzurri inseguono al mondiale i quarti di finale, autentico Eden cui aspiriamo senza mai riuscire a raggiungerlo. “Inseguendo il paradiso del rugby” (Editore Nutrimenti) è l’azzeccato titolo di un gustoso libro del collega Fabrizio Zupo, che racconta diversi aneddoti e dietro le quinte delle spedizioni italiche ai Mondiali, divertenti e molto efficaci nel descrivere ansie e speranze che finora sono state sempre disilluse. Quest’anno arriviamo al Web Ellis Cup dopo 17 sconfitte consecutive nel Sei Nazioni, ma la bella prestazione nell’ultimo match contro la Francia, il generale allargamento del bacino di giocatori cui attingere, i successi non più così sporadici ottenuti da Zebre Parma e Benetton Treviso nella Celtic League (i veneti hanno raggiunto quest’anno uno storico quarto di finale) portano gli azzurri ad affrontare la pool di qualificazione ai quarti di finale con fiducia. Probabilmente anche perché l’ansia di qualche anno fa, quando attraversavamo tempi migliori, ora è sostituita dalla consapevolezza che le nostre due antagoniste costituiscono due montagne insormontabili, a meno di un miracolo. La Pool B infatti ci vede opposte ai seguenti avversari:

–          Nuova Zelanda

–          Sudafrica

–          Canada

–          Namibia

La lista dice già tutto: quello che ci aspettiamo è vincere bene contro le poco quotate Namibia e Canada e uscire a testa alta dalle sfide con i due colossi dell’emisfero Sud, tra l’altro entrambi particolarmente in forma o almeno più dell’Australia che parte un gradino indietro. Insomma, avessimo incrociato i Wallabies, qualche vaga speranza la potevamo pure coltivare, così proprio no. “Dite quello che volete, ma io non mi sento eliminato in partenza e noi faremo di tutto per centrare il nostro sogno”. Così commentò il girone azzurro Sergio Parisse durante la sua ultima conferenza stampa della carriera nel Sei Nazioni, dopo la bruciante sconfitta con la Francia. Non sono parole di circostanza e nemmeno speranze di un illuso. La sfida dell’Italia è proprio questa: non rassegnarsi a un mondiale sufficiente, con due convincenti vittorie contro le due squadre che dobbiamo superare e due sconfitte inevitabili contro i giganti. No, anche se i miracoli succedono una volta sola, il quinto mondiale di Sergio Parisse e il prodigioso recupero di Leonardo Ghiraldini sono due prodigi (quelli invece si ripetono, a differenza dei miracoli) che devono folgorare i più giovani sulla via di Tokyo , dove giocheremmo l’eventuale quarto di finale domenica 20 Ottobre. Una fede incrollabile in un autentico prodigio, l’eliminazione di una delle favorite da parte dell’Italia che perde sempre. Altrimenti avremmo potuto anche starcene a casa. Una follia fuori dalla realtà? Lo dicevano anche del recupero di Ghiraldini…

* Foto tratta da Independent

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Nota sull’autore: Ruggero Canevazzi

Giornalista pubblicista e ingegnere. Grande appassionato e conoscitore di tennis, calcio e rugby, ha praticato hockey su prato a livello agonistico e poi ha seguito il Sei Nazioni per Sportsenators con Italia-Francia 2019, dopo molte altre partite della Nazionale di rugby sempre nel Sei Nazioni e Irlanda-Italia alla World Cup 2015. Per il tennis ha seguito due US Open (2015 e 2016), due Roland Garros (2017 e 2018), due ATP di Montecarlo (2014 e 2016), due turni di Fed Cup (Italia-Slovacchia a Forlì 2017 e Italia-Belgio a Genova 2018), l'ATP di Halle 2019 e le ATP Finals di Londra 2019. Autore di circa 300 articoli.

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