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Calcio, La cena delle beffe

Che lezione, il Bayern! In Italia, non è mai colpa nostra, non siamo mai noi che abbiamo sbagliato…

Da Roberto Perrone 05/05/2018

Applaudiamo il signorile e sportivo “mea culpa" di Jupp Heynches, eppure non smettiamo mai di discutere delle malefatte arbitrali e di auto-assolverci. Questa è una delle ragioni per cui il nostro movimento calcistico è stabile in retroguardia!

 Il paradosso è che quelli che hanno salutato con più salamelecchi e profusione di complimenti la superiorità etica di Jupp Heynckes (“c’era almeno un rigore per noi, ma non posso prendermela con l’arbitro dopo tutte quello che abbiamo sbagliato”) alla fine di Real Madrid-Bayern Monaco, siamo stati noi. Noi italiani, cioè, in assoluto il popolo calcistico che spende più tempo a discutere delle malefatte arbitrali del mondo. Ma non è neanche questo il guaio. E’ che non smettiamo mai. E’ la sindrome dell’anniversario a zavorrarci. I vent’anni dello scontro Ronaldo-Iuliano nella famigerata Juve-Inter del 1998 hanno occupato le pagine dei giornali, dei siti web, dei social, allo stesso modo dell’anniversario della tragica vicenda di Aldo Moro e della sua scorta, trucidati dalla Brigate Rosse nel 1978. Il gol di Turone (1981) è ancora lì a perseguitare la vita dei tifosi dell’una e dell’altra squadra.
   Al di là delle ragioni e dei torti, è questa orrenda memoria storica (ieri ne ha parlato, again, l’ex presidente dell’Inter Massimo Moratti) ad ammorbare, a viziare l’aria dell’ambiente calcistico. Aldo Serena, ex grande attaccante e storico commentatore Mediaset, ogni volta che si accomoda in tribuna a Verona si prende una scarica di insulti. La prima volta che sono capitato con lui alla stessa partita, sono rimasto colpito e ho chiesto di quale colpa si fosse macchiato. Ho così scoperto che il “misfatto” risaliva al 1985 quando ci fu la sfida fratricida di Coppa dei Campioni tra Juventus e Verona. La sua colpa: un fallo di mano in area non punito con il rigore. Così è un quarto di secolo che si becca gli insulti. I padri lo raccontano ai figli e la faida continua. Lo fanno anche gli juventini, eh: Collina è ancora il nemico numero 1 dalla pioggia di Perugia (2000).
   Siamo un popolo strano, pronto a esaltare la signorilità di un anziano e vincente allenatore tedesco ma non a imitarlo, lasciandoci alle spalle torti veri o presunti. Non arriveremo mai al suo livello, ma basterebbe limitarci allo sfogo post partita e poi ognuno per sé. Non è un problema solo del calcio o dello sport, però, riguarda ogni aspetto della vita. Questa mentalità ci porta a scaricare sempre su altri fattori/figure le nostre sconfitte. Così ci auto-assolviamo. Non è mai colpa nostra. Non siamo noi che abbiamo sbagliato.
   Questa è una delle ragioni per cui noi non siamo ai Mondiali, il nostro movimento calcistico è stabile in retroguardia e non vinciamo un trofeo internazionale dal 2010.
Roberto Perrone
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Tags: bayern monaco, calcio, Jupp Heynches, Roberto perrone

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Nota sull’autore: Roberto Perrone

Giornalista e scrittore, ha cominciato al Giornale di Indro Montanelli (1981-1989). Dal novembre 1989 al giugno 2015 è stato inviato del Corriere della Sera. Ha seguito 9 Olimpiadi, 7 Mondiali di calcio, 5 Europei di calcio, 11 finali di Champions League; inoltre, ha scritto di tennis, raccontando tutti i tornei del Grande Slam, la Coppa Davis e la Fed Cup, e di nuoto (9 Mondiali e 11 Europei). Scrive anche di enogastronomia e viaggi, il suo sito è www.perrisbite.it

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