La fortuna da sola vale spesso tutto, è un asso imbattibile e decisivo. Azzeccare l’incrocio giusto, con una situazione ideale, una persona, uno sponsor, può cancellare in un attimo, con un colpo di spugna, un passato intero, annullare qualità e studi, distruggere sogni e, viceversa, rilanciare perentoriamente, resettare tutto, annullare gli errori di una vita, fino a regalare un’ormai insperata verginità. Qualcuno sostiene invece che uno il destino se lo va soprattutto a cercare, chi la dura la vince, eccetera. E, a guardare le ultime vicende legate al commissario tecnico della nazionale italiana, Gian Piero Ventura, è questo il pensiero che ci viene in mente per un personaggio che, probabilmente, fortunatissimo non è. Perché, all’incrocio della sua carriera, ha trovato un calcio italiano povero di fuoriclasse di primissimo livello, soprattutto in attacco e a centrocampo. E, nel mezzo di un delicato trapasso generazionale, si trova ora con le spalle al muro dei playoff per acciuffare per i capelli la qualificazione ai Mondiali, con questa doppia, decisiva, sfida con la Svezia (andata venerdì a Stoccolma, ritorno lunedì 13 a San Siro). Chissà se non ha una personalità così spiccata fuori del campo e, in partita, non è uno stratega, anzi, commette errori che i tecnici di calcio, pur con tutto il rispetto verso l’uomo e il tecnico di grande esperienza, sottolineano spesso. Oppure se è sovraccarico di presunzione e superbia, o troppo povero di esperienza internazionale.
Che dire dell’ultimo, doppio, forse decisivo errore della sua gestione? Perché mai s’è messo fretta da solo ed ha annunciato le convocazioni per queste due partite così importanti senza attendere l’ultimo conforto dal campionato? Eppure non dispone di un blocco di giocatori sicuro e indiscutibile come la Juventus o l’Inter del passato. Anzi, ha richiamato Frello, che, detto così agli appassionati non dice niente, ma è il nome del trisnonno vicentino di italiano di Jorge Luiz Frello Filho. La star del centrocampo del Napoli-meraviglia, Jorginho, che finora Ventura aveva bocciato nel suo modulo. La fretta è cattiva consigliera. Spesso è suggerita dalla paura: di dover rivedere per l’ennesima volta le scelte, di dover dare ragione ai media, di dover ammettere altri errori di valutazione? Chissà. Di certo il Destino ha subito infilato il dito nella piaga e, nell’anticipo di campionato, gli ha regalato due gol-capolavoro su punizione, una di sinistro ed una di destro, a superare la barriera, di Simone Verdi, proprio l’attaccante del Bologna che il c.t. ha escluso dalle convocazioni. Proprio in un momento in cui ha un paio di uomini in forse nel ruolo.
L’avrebbe fatto anche se Verdi avesse giocato in una big? Questo è il solo il primo quesito che viene in mente e noi come ad altri. Quali altri dubbi regalerà ora il campionato al commissario tecnico? Davanti a quali altre valutazioni delicate lo porrà? E, soprattutto, sarà in grado Gian Piero Ventura di tornare sui suoi passi e cambiare queste affrettate convocazioni? Il diavolo, si sa, si diverte tanto alle nostre spese, punzecchiandoci sui nostri difetti…
VINCENZO MARTUCCI