Il 13 febbraio 1985 Campobasso è febbricitante. Quarantamila dei cinquantacinquemila abitanti del capoluogo del Molise sono riuniti sugli spalti dello Stadio Nuovo Romagnoli per accogliere la Juventus campione d’Italia. La struttura, realizzata in fretta e furia dall’impresa di Costantino Rozzi, potrebbe ospitare un massimo di trentamila persone, ma l’occasione di vedere Michel Platini e compagni all’opera è troppo ghiotta per impedire ai molisani di vedere i propri beniamini.
Le temperature rigide che si incontrano sull’Appennino non sembrano un problema per i cittadini di Campobasso che non credono ai propri occhi quando vedono arrivare la squadra di Giovanni Trapattoni. Dopotutto i rossoblù hanno già compiuto un’impresa nel raggiungere gli ottavi di finale di Coppa Italia eliminando a sorpresa il ben più quotato Ascoli, ma soprattutto riscattando la clamorosa sconfitta con i pugliesi del Casarano.

L’entusiasmo è così acceso che poco prima della partita il terreno del Nuovo Romagnoli si riempie di migliaia di coriandoli lanciati dagli spalti, costringendo gli addetti allo stadio a sistemare in fretta e furia. Sembra di stare in Sudamerica, eppure si è a Campobasso, nel bel mezzo delle montagne, al cospetto di fenomeni come Platini e Zbigniew Boniek.
Quel calore umano non sembra però interessare molto alle stelle bianconere che affrontano la squadra molisana con sufficienza, quasi già certi di aver la vittoria in pugno. Discorso totalmente diverso per l’undici di Bruno Mazzia, subentrato a metà stagione a Giancarlo Cadè e in grado di far navigare la squadra in acque tranquille in Serie B. Il presidente Antonio Molinari ha promesso un lauto premio in caso di pareggio e, complice il tifo indemoniato dei quarantamila, la formazione di casa sembra volare sulle ali dell’entusiasmo.

E’ quindi il Campobasso a far la partita ed ecco che al trentottesimo emerge l’uomo più atteso, Guido Ugolotti. Un passato nelle giovanili della Roma senza mai sfondare, un buon trascorso ad Avellino, ma soprattutto un amore sconfinato per il Molise dove trova l’habitat ideale. L’attaccante toscano fa partire un tiro che viene erroneamente deviato da Stefano Pioli. La palla trafigge la porta di Luciano Bodini e il Campobasso è in vantaggio.
La Juventus non sembra preoccuparsene, Platini e Boniek lasciano il campo nel secondo tempo e il Campobasso va vicino nuovamente al gol. Tiro di Mario Goretti e palo alla destra del vice di Dino Zoff. La partita si chiude quindi con Campobasso in festa e quasi incredula di potersi giocare il ritorno a Torino in vantaggio, quasi con il sogno di alzare un giorno la Coppa Italia.