I cugini d’oltralpe hanno di che sorridere: a Tokyo 2020 i galletti della pallamano hanno conquistato una storica doppietta dorata; battute, infatti, rispettivamente il Comitato Olimpico Russo per mano della nazionale femminile (30-25) e la Danimarca dai colleghi della maschile (25-23).
Il formato della pallamano Olimpica in salsa parigina rimarrà simile alle precedenti edizioni, iniziando con una fase a gironi seguita dalla fase ad eliminazione diretta. Ci sono, però, delle novità: nonostante i Giochi inizino ufficialmente il 26 luglio 2024, data della Cerimonia di Apertura, le competizioni di pallamano, rugby e calcio inizieranno due giorni prima. Di fatto, gli unici giorni in cui non ci saranno eventi di pallamano in programma saranno il 26 luglio e gli ultimi due, 10 e 11 luglio. Le date da cerchiare in rosso sul calendario per quanto riguarda la pallamano sono l’8 e il 9 luglio, giornate roventi per gli appassionati di questo sport indipendentemente dalle condizioni atmosferiche: si svolgeranno, infatti, le finali sia maschili che femminili per il bronzo e per l’oro.
A contendersi le medaglie ci saranno 12 squadre per genere, un totale di 168 atleti per sesso (14 elementi per squadra). Molto avveniristiche le cornici che si preparano ad ospitare gli incontri di pallamano. Con i suoi 7800 posti a sedere, la South Paris Arena 6, costruita nel 1923 in occasione della Fiera di Parigi, si è rifatta completamente il maquillage per l’occasione. Ad un’ora di treno dalla Capitale, invece, sorge lo stadio Pierre Mauroy di Lille, la casa dei “mastini” del LOSC Lille, inaugurato nel 2012, in grado di ospitare per i Giochi fino a 27.000 spettatori e di trasformarsi in arena indoor grazie al tetto retrattile di cui è fornito.
Un po’ di storia
Il primo torneo di pallamano disputato ai Giochi risale al 1936. Fu Hitler a chiedere che questo sport venisse introdotto nel programma delle Olimpiadi di Berlino: la Germania, patria putativa del gioco, aveva, secondo il Fuhrer, grandi possibilità di vittoria. Andò a finire proprio così: oro ai tedeschi, argento all’Austria e bronzo alla Svizzera, in un torneo che vide la partecipazione di sole sei squadre.
Dopo questa prima apparizione la pallamano venne accantonata, ci fu solamente una partita dimostrativa a Helsinki nel 1952, prima del ritorno ai Giochi, nuovamente in Germania, a Monaco nel 1972. Cambiarono alcuni aspetti del regolamento, le squadre divennero 16, composte da 7 giocatori e non più da 11, inoltre si giocò al chiuso nei palazzetti e non all’aperto. Quattro anni dopo, a Montreal 1976, si disputò per la prima volta il torneo femminile, vinto dall’URSS.
In campo maschile le formazioni russe hanno dominato la scena olimpica, trionfando quattro volte sotto tre differenti denominazioni: come URSS nel 1976 e 1988, come CSI nel 1992 e come Russia nel 2000. La Svezia è la nazione che ha cullato più volte il sogno dell’alloro, avendo vinto tre medaglie d’argento consecutive, dal 1992 al 2000. Meglio è andata alle altre nazioni scandinave nel torneo femminile: la Danimarca ha calato il tris tra 1996 e 2004, mentre la Norvegia ha trionfato nell’edizione pechinese dei Giochi. Nel 2012 è stato il turno di Francia, competizione maschile, mentre in quella femminile ha trionfato la Norvegia. A Rio, le nazionali scandinave hanno dominato la pallamano maschile, Danimarca medaglia d’oro; nel femminile, invece, trionfo della nazionale russa.
Regole e misure
La pallamano moderna si gioca su un campo indoor di 40 m x 20 m tra due squadre di sette giocatori ciascuna, più altri sette che si accomodano in panchina dalla quale si può attingere senza limitazioni di ogni sorta. I giocatori possono fare fino a tre passi senza far rimbalzare la palla e possono tenerla per un massimo di tre secondi. Una partita di pallamano dura 60 minuti e comprende due frazioni di gioco da 30 minuti l’una. La sfera ha una circonferenza di 58-60 cm (54-46 cm per le donne) e un peso di circa 450 grammi (375g per le donne). A 9 metri dalla porta c’è la linea del tiro di punizione, mentre i rigori vengono battuti dai 7 metri.
Le squadre e gli atleti da tenere d’occhio
La Francia, la Danimarca maschile e la Norvegia femminile sono allo stato attuale dell’arte le nazioni più vincenti nella pallamano e tutti i 28 titoli del Campionato Mondiale maschile messi in palio sono stati conquistati da squadre europee. Nel Campionato Mondiale femminile, solo la Corea del Sud (1995) e il Brasile (2013) hanno saputo contrastare l’egemonia del Vecchio continente. La Danimarca nel 2023 ha dovuto fare un po’ di spazio nella propria bacheca: tripletta senza precedenti di titoli mondiali maschili e titolo di MVP del torneo al terzino destro Mathias Gidsel, che aveva già ottenuto lo stesso riconoscimento ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020.
Oltre a Gidsel, spiccano nella rosa danese il tre volte Giocatore Mondiale dell’Anno dell’IHF Mikkel Hansen e Simon Pytlick, autentico meteorite al Campionato del Mondo 2023. Tanta qualità anche a difesa dei pali: Niklas Landin ha ottenuto, infatti, due riconoscimenti come Giocatore Mondiale dell’Anno dell’IHF. Hansen e Nikola Karabatic sono tra i più grandi di tutti i tempi della pallamano con il francese che si avvicina alla fine della sua illustre carriera, costellata di nove ori tra Olimpiadi, Mondiali e Europei. Spera di chiudere in gloria a Parigi 2024, dove le candeline sulla torta da spegnere saranno diventate 40. Alle sue spalle hanno già iniziato a scalpitare Nedim Remili, 28enne, e Kentin Mahe, classe 1991, pronti ad uscire definitivamente dall’ingombrante ombra del franco-serbo. Un occhio di riguardo anche alle Svezia di Jim Gottfridsson, vittoriosi all’EHF EURO 2022, mentre Alex Dujshebaev, terzino destro di evidenti origini russe, è un comprovato match winner per la nazionale iberica.
Sul versante femminile, il portiere Katrine Lunde, 44 anni, è a caccia del terzo oro. Situazione agli antipodi per la sua compagna di squadra Nora Mørk: tornata da una serie di infortuni al ginocchio, la vittoria di un titolo olimpico continua ad avere per lei le sembianze di una chimera. Stine Oftedal, giocatrice dell’anno IHF 2019, e la pivot Kari Brattset Dale vengono entrambe da un ottimo periodo di forma. La Francia, campionessa olimpica uscente, proverà a difendere il titolo potendo contare
sull’ottima copertura di Grace Zaadi, difensore centrale, e la capacità di liberare spazi in attacco di Pauletta Foppa (pivot).