Tutti dicono Berrettini, e Fognini e Sinner. E’ chiaro, sono i tre italiani che hanno fatto i maggiori risultati nel 2019 e si proiettano sul 2020 con ambizioni di vertice. Ma, a parte Marco Cecchinato che punta a una grande ripartenza dopo il suo annus horribilis, e le velleità dei coetanei 27enni Stefano Travaglia e Salvatore Caruso, del veterano Andreas Seppi, e di tutti gli altri, giovani e meno giovani, che si sentono particolarmente stimolati dal Rinascimento del tennis maschile italiano, c’è un altro grande protagonista che suscita molta attenzione. Perché non ha ancora delineato la sua esatta fisionomia e i suoi margini di progresso. E’ Lorenzo Sonego, il 24enne torinese, terzo degli italiani nella classifica mondiale, al numero 52 Atp. Un prospetto particolare sia atletico che tecnico. Un ragazzo alto e magro, di 1.91 per 75 chili, che è spuntato fuori all’improvviso e che continua a meravigliare dopo una prima, importante, stagione sull’Atp Tour. Ne abbiamo parlato col suo allenatore storico, Gipo Arbino, anomalo come coach del circuito Atp, coi suoi 64 anni d’età, i modi e la personalità, proprio come l’allievo. Che allena al Green Park Rivoli dov’è direttore tecnico.
“SONEGO GIOCATORE A TUTTO CAMPO, MODERNO”
“Sonego è un giocatore a tutto campo, moderno, come si gioca oggi, non deve rinunciare alle sue caratteristiche di regolarità da fondo. Ma sto cercando di fargli esprimere anche quelle d’attacco”, dice il simpatico Gipo che, altra cosa insolita per un coach di tennis, fuma la pipa. Sonego migliora e può migliorare ancora tanto. Quando sente queste parole, Gipo si anima, si infervora: “E’ quello che dico anch’io. Infatti abbiamo studiato un po’ tutto con la video analisi di Danilo Pizzorno, che abbiamo inserito nel team. I punti deboli come il rovescio e la risposta, ma anche la precisione al servizio, i fronzoli che lo possono ostacolare. Sì, sono davvero e fortemente convinto che può migliorare ancora”.
“NELLA PARTE SUPERIORE DEVE PRENDERE TRE CHILI DI MUSCOLI”
Uno dei punti interrogativi di Sonego riguarda il fisico. “Infatti Lorenzo pagherà più settimane il preparatore atletico Damiano Fiorucci perché lo segua nei tornei. Quest’anno sarà con noi da subito, a Doha, ad Auckland ed in Sud America. Perché i momenti per lavorare sono pochi, con questa stagione così lunga, e quindi lavoriamo anche durante i tornei. E Lorenzo deve rafforzarsi nella parte superiore, deve prendere tre chili di muscoli”. Il ragazzo è uno che si allena tanto: “Tre ore e mezza la mattina e altre tre ore e mezza il pomeriggio, tutti i giorni meno giovedì e sabato che fa mezza giornata, e la domenica, che riposa. Lo alleno con due sparring partner insieme al palleggio, con uno che serve da metà campo, per la risposta, qualche volta invitiamo qualcuno, come Vavassori e Donati o andiamo al centro tecnico federale a Tirrenia, ma non sono preoccupato di questo, facciamo insieme tanti lavori con la mano e il cesto: la tecnica è a posto, non mi preoccupa quando vai in giro per dieci mesi l’anno nei tornei”. La tecnica di Sonego è talmente buona che ad Antalya, il torneo Atp sull’erba che ha vinto quest’anno, le condizioni erano particolarmente difficili: “Era un’erba vecchia maniera, in certi punti c’era qualche buca, la palla rimbalzava male, c’erano 35 gradi, tanti si innervosivano, invece Lorenzo che è rapido, ha reagito al meglio”.
“LA TERRA SUA SUPERFICIE PREFERITA”
Quindi l’erba è la sua superficie migliore? Macché. Forse. Vedremo. Serve una riprova. Intanto, nello stile del personaggio indecifrabile, in attesa di una controprova, a Wimbledon ha perso subito con Granollers. Che dice Arbino? “E’ ripartito subito dalla Turchia con un volo privato e l’hanno fatto giocare già il lunedì, poi la mattina gli è venuto anche un risentimento alla schiena e ha giocato con un’iniezione”. In realtà, la superficie preferita da Sonego “è la terra”. Come spiega sempre Arbino: “Non solo perché è nato sul rosso, perché poi ha giocato da subito anche sui campi, ma perché è molto bravo in difesa, ti fa impazzire coi suoi colpi, ha una bella palla corta e sa scivolar bene”.
“SEMPRE SERENO, ACCETTA LA SCONFITTA”
Fino a pochissimo tempo fa Sonego era un giocatore con certe caratteristiche e certi limiti, ma il suo allenatore non si accontenta: “Ultimamente anche con Umberto Rianna stiamo rivedendo i suoi margini di miglioramento. Cresce al rovescio e cresce anche al servizio: la sua punta di velocità è 231 chilometri all’ora, ma batte anche a 223/228.
Non ha la seconda di Isner, ma non è un giocatore a una sola dimensione: servizio e dritto. E’ di più”. Una qualità che Sonego possiede di sicuro è il coraggio, si è visto spesso, quest’anno, sui punti importanti, quando ha cercato la rete. Arbino si compiace proprio: “E’ vero, è una gran bella dote”. Ma il tecnico ne esalta un’altra, ugualmente importante: “E’ sempre sereno, accetta la sconfitta, se conto le volte che c’è rimasto male per una partita persa non arrivo alle dita di una mano. E’ importante, perché non si stressa. Anche quest’anno, quando abbiamo fatto un paio di incontri con tutto lo staff, lui non era amareggiato per quelle due partite che ha perso al pelo e lo hanno tenuto fuori dai top 50”.
“GLI PIACE LA MUSICA, FREQUENTA I VECCHI AMICI”
Così come non pensa che è numero 52 del mondo, Lorenzo non pensa ai soldi: “Viene da una famiglia media, né povera né ricca, ma sa investire su se stesso con l’obiettivo della sua crescita”. Sonego è uno spirito semplice, è attaccatissimo al maestro dal quale non si è staccato ultimamente quando Arbino è stato operato per risistemare le cose dopo un’ernia ombelicale. Si appoggia a un preparatore mentale, Lorenzo Beltrame: “Anche su Skype“. Non legge: “Niente di niente, gli piace la musica, ama ballare, ha una fidanzata, un’ottima ragazza che gli dà tranquillità, e frequenta i vecchi amici di sempre, molti dei quali giocano anche a tennis”.
“LORENZO FELICE DEI BUONI RISULTATI DEGLI ALTRI”
Il suo miglior amico sul circuito è Matteo Berrettini: “La qualità più bella che ha Lorenzo è che non conosce l’invidia. Anzi, è intimamente e sinceramente felice quando sa dei buoni risultati degli altri e non fa mai paragoni. Dice sempre: “Ognuno ha i suoi tempi. Io posso anche scendere al 200 del mondo, ma poi risalgo, so che giocherò forte”. Infatti era risceso, quest’anno: “Mi ha fatto sette sconfitte al primo turno, forse ha risentito della pressione di dover fare risultato. Mi agitavo più io. E lui mi ripeteva: “Tranquillo”. Ha avuto ragione lui”.
Quest’anno è partito da un Challenger, da 107 del mondo, e ha perso nel terzo turno delle qualificazioni agli Australian Open. Poi le ha superate sei volte e l’1 luglio è arrivato alla classifica-record di 46 del mondo. Con quella sua fascia da Karate Kid cinematografico dove può arrivare quest’indecifrabile Lorenzo Sonego?
*Articolo ripreso da Supertennis.tv*