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Golf

Tutti gli indicano “il campanile”, l’Open d’Italia, Chicco guarda alla luna, alla Ryder Cup!

Da Vincenzo Martucci 02/06/2018

Molinari secondo a un colpo dal redivivo Kaymer lancia lo sprint per un terzo urrà tricolore e l’incoronazione a numero 1 italiano di sempre. Ma la sua dimensione è più composita e superiore, a cominciare da quella maglietta arancione…

Gli parlano di record. Gli prospettano un favoloso tris agli Open d’Italia, dopo il 2006 e il 2016, e un altrettanto storico sesto urrà nell’European Tour. Lo innalzano quasi oltre Costantino Rocca, il pioniere del golf italiano nei tornei importanti, all’estero. Lo lusingano affiancandolo in centinaia, in migliaia, nei suoi giri a Gardagolf all’inseguimento delle buche. Lo esaltano ricordandogli che è dalla undicesima buca del secondo giro di Wentworth – un campo classico di questo sport – non commette un bogey. Cioè, da 80 buche non chiude con un colpo più del dovuto. Lui, Francesco Molinari, si è riappacificato anche col nomignolo “Chicco”, non più diminutivo, ma vezzeggiativo, e avanza spedito sul bellissimo percorso di Brescia col sorriso stampato in faccia come non gli era successo mai. Ha la sicurezza dei forti. Non sa se davvero vincerà, non sa se agguanterà il redivivo Martin Kaymer, ex numero 1 del mondo, battuto nel 2015 ai playoff da Karlberg, a secco sul Tour da Pinehurst 2014, quand’ha firmato il secondo Major, che comanda dopo due giri con un colpo di vantaggio a quota 13 (-11). Non sa si scrollerà di dosso gli altri quattro coi quali è appaiato a -10, gente forte come Graeme McDowell, Rafa Cabrera Bello, Thomas Pieters e Danny Willett (campione Masters 2016). Non sa se terrà a bada i cinque che inseguono a una solo colpo, e gli altri cinque che sono a due, fra i quali anche Matteo Manassero, che gioca in casa. Da uomo e giocatore forte, Chicco ha la consapevolezza del suo nuovo livello di professionista rotto a qualsiasi esperienza sul Pga Tour, alla grande perizia nei ferri e alle qualità nell’approccio, ha aggiunto un’efficacia nel putt e un rendimento medio-alto che forse, in extremis, gli procurerà in extremis anche un posto in squadra nella nazionale europea di Ryder Cup.
    Chicco è fiero di aver bissato il 66 del primo giro col 66 del secondo, ha l’esperienza per sapere ormai tutti su come gestire emozioni e forze in queste appassionanti, ma logoranti maratone. Peraltro, sulla scia di un giorno importante come Wentworth. “L’ultimo bogey inizia a essere lontano ma preferisco non pensarci e continuare a giocare in maniera aggressiva come richiede questo tipo di percorso. Se poi dovesse arrivare un bogey, spero che rimanga solo un episodio isolato. Tanti campioni in alta classifica? E’ normale che tutti i migliori siano nelle posizioni d’avanguardia perché i punti per la Ryder Cup sono di più nelle gare delle Rolex Series. Siamo nel momento clou della stagione e giocatori come Kaymer, Cabrera Bello e McDowell non vogliono certo rinunciare a rappresentare l’Europa a Parigi”.
   Insomma, gli altri, tutti gli altri attorno indicano la punta del campanile e lui mira alla luna, molto più in alto. Capace di esprimere concetti più complicati, di fare più cose, di elevarsi, come faceva da giovane quando  è stato in grado di conseguire la laurea senzamollare il golf pro, come fa oggi nel vestire la maglietta arancione nella giornata contro la violenza per l’uso delle armi, orgoglioso di far parte del “WearOrange”. O, più in generale, mentre insegue il vero obiettivo stagionale. Forte di tanta concretezza e serietà, sulla scia del tweet del capitano della Ryder europea, Thomas Bjorn, subito dopo il successo al Bmw Pga di Wentworth: “Qualcuno ha deciso di aggiungersi alla festa… Prova di classe mondiale da parte di Francesco Molinari, impressionante”.
   Ce n’è abbastanza per aumentare il getto di acqua sul fuoco da parte di Chicco, che è sempre stato freddo e attento nella gestione delle emozioni. Anche se sa, anche se sente, di essere padrone della situazione come non mai sul percorso stretto e lungo di Gardagolf, dov’è indispensabile dosare forza e precisione col misurino del farmacista, ma soprattutto non farsi travolgere dalla pressione della gente di casa. Bella, bellissima ma pure tanto pericolosa. Tanto da meritare antidoti extra. Intanto, accanto a lui c’è il guru, Phil Kenyon, che a metà stagione ha cambiato la sua attitudine sul putt, piccoli-fondamentali accorgimenti che qualsiasi giocatore di golf ben conosce: dalla miglior lettura delle pendenze, al rilascio della testa del bastone, alla linearità del rotolo della palla. E poi c’è la famiglia, ben governata dal regista di casa, la moglie Valentina, una boccata di spensieratezza e semplicità per evadere dal golf. Per poi rituffarsi con nuova lena e chiarezza di idee nella gara.
   Alle 12.25 comincia l’Open vero, quello post-taglio, ma soprattutto lo sprint alla Ryder Cup del 28-30 settembre a Saint-Quentin-en-Yvelines, in Francia.
VINCENZO MARTUCCI
Tags: francesco molinari, golf, open d'Italia, ryder cup

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Nota sull’autore: Vincenzo Martucci

Napoletano, 34 anni alla Gazzetta dello Sport, inviato in 8 Olimpiadi, dall’85, ha seguito 86 Slam e 23 finali Davis di tennis, più 2 Ryder Cup, 2 Masters, 2 British Open e 10 open d’Italia di golf. Già telecronista per la tv svizzera Rsi; Premio Bookman Excellence.

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