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Golf

Metti che un giorno il capitano di Ryder Cup bussi alla tua porta…

Da Vincenzo Martucci 06/05/2018

Il simpatico incontro fra Bjorn e il dilettante Atkinson fra le iniziative per avvicinare il popolo di questo sport. Uno spunto per la Road to Rome 2022?

Come si promuove la Ryder Cup? Intanto, nella Road to Rome 2022 verso il Marco Simone, e cioè la prima, storica, Ryder Cup italiana, bisognerebbe partire dal basso, dal famoso “porta a porta”. Non sbandierando semplicemente un po’ di nomi e di etichette in un talk show televisivo, come quello che conosciamo noi, ma proprio utilizzando il faticoso sistema dei vecchi piazzisti che bussavano letteralmente porta dietro porta, casa dietro casa, cercando di vendere – armati di creatività ed ingegno – la loro merce. Un’ottima merce, come la gara più famosa del golf, per chi la conosce davvero e non per sentito dire. C’è la via – indispensabile – dei campi pubblici e gli investimenti al sud. C’è la via delle idee, quelle Doc, che, volendo, in un paese creativo come il nostro, si trovano.
Una, notevole, ci riporta al “porta a porta”, alla visita a sorpresa che il capitano della Ryder cup 2018 (dal 28 settembre a Saint-Quentin-en-Yvelines, un sobborgo di Parigi), Thomas Bjorn, ha fatto a casa di un golfista dilettante. Ha risposto a una lettera in cui, il 16 aprile, gli comunicava di non essere disponibile per una wild card alla Ryder di quest’anno.
   L’ironia di Stephen Atkinson meritava una risposta coi fiocchi. Ma mai e poi mai il 56enne inglese, handicap golfistico 6, si sarebbe immaginato di ricevere addirittura una visita a domicilio da un professionista come The Great Dane, il primo danese convocato nel 1997 nella tradizionale sfida biennale Usa-Europa, che però più che per i 15 successi sull’European Tour è rimasto famoso per il crollo al British open 2003, al Royal St.George, quand’era in vantaggio di due colpi a tre buche dal termine, ma si suicidò al bunker della 16 e fu scavalcato da Ben Curtis.
 Nella sua simpatica lettera, Atkinson, da appena numero 52187 del world ranking, spiegava che non era riuscito ad esprimere i miglioramenti e i progressi tecnici che pur sentiva di aver messo in atto, e rinunciava quindi a un posto di wild card nella nazionale europea. Figuratevi la sua faccia quando alla porta di casa, nel Berkshire, ha bussato Bjorn, con la Ryder Cup in mano per verificare di persona la situazione. E, dopo il test sul campo, mille risate e foto con la famosa Coppa, ha confermato il giudizio del dilettante. Bocciandolo. Ma entrando nelle realtà dei tanti altri Atkinson della situazione, tutti prigionieri del sogno golf, tutti innamorati pazzi della Ryder e dei suoi miti, tutti desiderosi di sentirsi parte di una festa mondiale com’è quella che anche l’Italia vivrà. Con la cornice giusta, si spera. Come merita l’idea luminosa che ha avuto Franco Chimenti.
VINCENZO MARTUCCI
vincenzomartucci57@gmail.com
(foto tra dal sito della Ryder Cup)
Tags: golf, Metti che un giorno il capitano di Ryder Cup bussi alla tua porta…, vincenzo martucci

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Nota sull’autore: Vincenzo Martucci

Napoletano, 34 anni alla Gazzetta dello Sport, inviato in 8 Olimpiadi, dall’85, ha seguito 86 Slam e 23 finali Davis di tennis, più 2 Ryder Cup, 2 Masters, 2 British Open e 10 open d’Italia di golf. Già telecronista per la tv svizzera Rsi; Premio Bookman Excellence.

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