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Calcio, Il calciatore della settimana

Bentancur, quanti dubbi: non è un regista e da mezzala può essere uno da grande Juve?

Da Enzo D'Orsi 20/08/2020

Eraldo Pecci analizza il centrocampista dei bianconeri e sospende il giudizio sulla stella dell'Uruguay, in cerca di una collocazione e tecnica e di una identità nel nostro campionato

Il brutto finale di stagione della Juve – e naturalmente l’eliminazione agli ottavi di finale della Champions League, contro il Lione, prima squadra francese nella storia a far fuori i bianconeri – ha riproposto molti interrogativi sul futuro di un bel numero di giocatori. Tra questi, anche Rodrigo Bentancur, 23 anni, che un po’ frettolosamente era stato innalzato dalla propaganda al rango di un protagonista della squadra che si pone l’obiettivo di migliorare la propria posizione all’interno delle grandi d’Europa.

La domanda è dunque questa: merita un posto fisso nella Juve che verrà questo uruguagio che Sarri ha utilizzato anche da regista, quando Pjanic gli sembrava affaticato e non in grado di reggere tre partite alla settimana?

Lo chiedo, come sempre, ad una guida esperta come Eraldo Pecci, che ha verso i giovani un occhio attento e paziente. “Mi hanno insegnato che le squadre e i calciatori hanno bisogno di tempo, di conoscersi e farsi conoscere, di annusarsi e capire se sono fatti per stare insieme. Questa premessa vale anche per Bentancur. Dico subito che non è un regista, ma un mediano-mezzala, può giocare benissimo da centrale in una squadra che adotti il centrocampo a due con tre trequartisti e una punta, meno bene – la mia è solo un’opinione – in un centrocampo a tre. In questo caso, deve fare la mezzala con un regista in mezzo”.

Nessuno sa ancora come intenda giocare Pirlo, né quale idea abbia sull’impiego di Bentancur. Pecci non dispensa suggerimenti: “Pirlo è una persona intelligente, è stato uno dei più grandi centrocampisti, ha vinto molto a livello internazionale rivoluzionando il ruolo del regista, lui che era nato come trequartista. Sui giornali leggo molte ipotesi, forse troppe. Alcune mi sembrano fantasiose. Immagino un Pirlo molto pragmatico. Mi limito a dire che Bentancur mi fa venire in mente Demme, il centrocampista che Gattuso ha voluto per il suo Napoli. Rispetto a Demme, che ha ridato equilibrio ad una squadra in crisi, Bentancur sa verticalizzare un po’ meglio, si nota che vede bene il gioco, usa bene il destro e il sinistro, ma talvolta gli manca la tecnica raffinata per realizzare le giocate che intuisce. Può migliorare ancora, e se la Juve crede in lui è giusto che lo provi chiedendogli di più”.

In definitiva, il giudizio appare sospeso: “Nel rapporto tra quantità e qualità, Bentancur può trovare un suo spazio anche nella Juve, un club molto ambizioso, destinato a giocare almeno cinquanta partite tutte di livello medio-alto in una stagione. Dove possa arrivare è tutto da vedere, ma intanto è già un nazionale, e da quel che so anche l’Uruguay conta molto su di lui in vista del mondiale del 2022”.

Tags: #Bentancur, #Eraldo Pecci, calcio

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Nota sull’autore: Enzo D'Orsi

Classe 1953, ha seguito la Juventus per 21 stagioni per il Corriere dello Sport. Dal 1979 al 2000. Quattro Mondiali e cinque Europei da inviato. Più di 250 partite di coppe europee. Migliaia tra tutti i campionati. Ha lavorato anche a Paese Sera e Leggo, oltre ad una parentesi al settimanale Rigore. Ha collaborato con numerosi giornali stranieri, in particolare L'Equipe e France football. Simpatizza per il Manchester United dai tempi di Bobby Charlton, il suo primo idolo. E' convinto che sia Alfredo Di Stefano, e non Pelè né Maradona, il miglior calciatore di tutti i tempi. Adora il calcio inglese, l'Umbria e Parigi, non sempre in questo ordine. Sposato con Maria Paola, medico. Tre figli, quattro nipoti. Fin da bambino voleva fare solo il giornalista: anche per questo si considera fortunatissimo. Due libri per Edizioni inContropiede: “Gli undici giorni del Trap” (2018) e “Non era champagne” (2019). Un terzo in arrivo in autunno, “Michel et Zibi”, la storia della grande, lunga amicizia tra Michel Platini e Zbigniew Boniek. Non ama i social, ad eccezione di Twitter: @Edorsi53.

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