E’ partita una stagione che promette scintille per un campionato n.75 da mille e una notte. Eppure, una sottile minacciosa invisibile insidia pende su quasi tutte le formazioni ai nastri. In particolare quelle più forti. Quelle che hanno dato più elementi all’attività internazionale. Alludiamo agli infortuni. Incubo di ogni allenatore, di ogni staff.
Si gioca troppo. Non c’è riposo sufficiente. I giocatori più bravi sono chiamati a disputare, fra club e nazionale, cinquanta, poi sessanta, fino a settanta-ottanta incontri ad ogni stagione. I tempi di recupero si assottigliano. Quelli di riposo gli allenatori li concedono con il contagocce. Quelli per l’attività fisica in palestra e la prevenzione, sempre meno. Il cane che si morde la coda? Più o meno, ma è così.
Questo campionato, più bello del mondo, così definito e non solo da noi, è partito con un pericoloso handicap. L’europeo si è concluso a Parigi appena due giorni prima del via alla coppa del mondo in Giappone. Cos’è, uno scherzo? Macchè, tutto vero. Il c.t. Blengini ci diceva in estate, calendario alla mano: “Se arriviamo in finale, ci toccherà partire da Parigi direttamente per Tokyo e naturalmente non porterò tutti i giocatori”. Poi sappiamo tutti com’è andata. Italia strabattuta dalla Francia nei quarti, giocatori a casa al venerdì. Poi martedì una nazionale “mista” è volata in Giappone. Accumulando otto sconfitte e un misero settimo posto. Però ha fatto esperienza con i giovani!
Quasi quasi, è andata bene così. Ma fino ad un certo punto. Perché al rientro da questa kermesse interminabile, ogni giocatore ha raggiunto il suo club per rientrare in palestra e riprendere ad allenarsi con la sua squadra di club. Ignorando, si fa per dire, il fuso asiatico, sempre tremendo al ritorno ai patri lidi, la fatica, i viaggi, i cambiamenti di albergo, di impianto, di letto, di alimentazione, di abitudini, di clima. Stanchezza più stanchezza. E subito in campo.Vitali Heynen, tecnico belga di Perugia, è arrivato a prendere in mano la sua nuova squadra appena tre giorni scarsi prima del via. Signori, sono Heynen, due allenamenti e via! Sirci, presidente perugino, ha ben diritto di affermare. “E io pago…!”.
Risparmiamo l’elenco dei neo infortunati. Uno per tutti, Matteo Piano, tornato rotto dal Giappone, fuori per almeno sei mesi se andrà tutto bene. Milano senza il suo capitano. La domanda che si pone è questa: possibile che Cev e Fivb non si siano accorte della vicinanza fra le due competizioni? Basta un calendario, due telefonate, noi partiamo sette giorni, dieci giorni dopo. Che ci vuole? Buon senso. Non c’è per faciloneria impreparazione caparbietà di questi sommi dirigenti. Il business viene sempre prima dell’incolumità dei giocatori. E della validità dello spettacolo.
Si potrà fare qualcosa? Il campionato ha corso il rischiodi disputare la prima di ritorno addirittura il giorno di Natale, sacro alla famiglia, per rispettare i dieci giorni utili alla riconsegna dei giocatori stranieri alle rispettive federazioni. ..Già, l’Italia è qualificata per Tokyo 2020. Ma a Berlino, primi di gennaio, le aspiranti europee ancora in lizza per un posto, se lo dovranno aggiudicare alla baionetta. Squadre come Serbia, Francia, Germania, Polonia resteranno fuori. Una sola dentro. Grazie a unintervento del vicepresidente italiano, Arena, nella Fivb, come ben spiegato dal nostro collega Gianluca Pasinisulla Gazzetta, si è corsi ai ripari. Un giorno di permesso è stato concesso, si giocherà il 26, Santo Stefano. Ma un match, quello di Trento, rimane il giorno di Natale. Buona digestione ai tifosi che se la sentiranno di andare al palasport di via Fersina. Meno bene ai giocatori di Ravenna, che il Natale lo festeggeranno in viaggio.
Vendere il prodotto a tutti i costi, ma senza esagerare. Eppure, nonostante i rischi del gioco in eccesso, la Supercoppa disputata a Civitanova fra le quattro grandi del campionato, ha mostrato un livello di gioco eccellente. Due semifinali bellissime. Una finale, tra Perugia e Modena, entusiasmante per intensità emozioni bellezza del gioco. Allora, chi ha ragione? Finchè si gioca a questo livello di eccellenza, le società, i dirigenti. Ma se il troppo stroppia, e gli infortuni aumenteranno a dismisura con giocatori stanchi e logorati, dove andremo a finire? Ai posteri…!
Una raccomandazione. Non roviniamo il giochino, please…!