Da noi non succede, o almeno è molto più raro che un eroe dello sport sia anche un capo-popolo, il primo sottoscrittore di una colletta per la sua terra minacciata dall’ultimo uragano Irma che sta sconquassando le isole di Caraibi. Negli Stati Uniti, invece, è all’ordine del giorno. Anzi, è scattata una vera e propria gara, a chi parte prima e a chi offre di più, fra assi del baseball, del football e del basket. L’ultimo, in ordine di tempo è l’ex stella dei canestri Tim Duncan, cinque anelli Nba, uno dei due unici campioni della storia in tre decadi diverse. Doveva diventare una stella del nuoto, come la sorella Tricia, che partecipò alle Olimpiadi di Seul. A 14 anni, Tim era considerato uno dei più promettenti atleti nazionali sui 400 stile, si allenava per l’Olimpiade di Barcellona 1992, ma, prima il tumore al seno della madre, quindi l’uragano Hugo che devastò la sua isola di Saint Croix, rendendo impraticabile la piscina e traslocando gli allenamenti nell’Oceano Atlantico – Tim aveva il terrore degli squali – lo allontanarono definitivamente dalla nazionale e dal nuoto. Un’altra sorella, Cheryl, lo spinse verso il basket per distrarsi della scomparsa dell’amatissima madre e suo marito, Ricky Lowery, ex playmaker della Capital University di Columbus, Ohio, che si era trasferito con lei a Saint Croix gli trasmise passione e tecnica. Lasciandogli un segno indelebile, tanto che Duncan indossò sempre lo stesso numero di maglia del mentore, il 21.
Adesso, Tim ha scritto una lettera aperta per aprire una sottoscrizione, per raccogliere generi di conforto e soldi, cominciando dai suoi 250mila dollari. Ve la offriamo.
Hey, sono Tim.
Non sono solito scrivere direttamente ai media, o fare cose così pubblicamente. Perciò mi sento un po’ spaesato. Non uso Twitter. Non ho Facebook. Va bene le interviste, ma le preferisco brevi. Però, eccomi qui, a parlarvi direttamente, per chiedervi un favore. Giuro che non lo farei se non non contasse così tanto. Il basket mi ha già dato tanto negli anni, ma ora avrei bisogno di un paio di minuti della vostra attenzione. Mentre sto scrivendo, le Isole Vergini – il posto dove sono nato e cresciuto – è danneggiato con violenza dall’uragano Irma. La gente lì, molti dei quali sono miei amici, sta soffrendo. Le previsioni meteo parlano di un altro uragano, di Categoria 5, Jose, sta arrivando subito dopo. Nessuno può prevedere quale sarà lo scenario quando la pioggia finirà. Ora il tempo è essenziale. Io ho subito donato 250mila dollari per dare un primo aiuto, e mi impegno a controllare le vostre donazioni per il primo milione di dollari.
So che non tutti possono contribuire in solido, ma ogni gesto è ben accetto, se potete, ed ecco cosa posso promettere io: ogni dollaro donato andrà direttamente a sostenere gli sforzi sul territorio che partiranno appena il tempo lo permetterà, con un volo charter che partirà da San Antonio per St. Croix, il più piccolo agglomerato delle Isole Vergini. E sto anche mettendo insieme una squadra – un po’ di gente del luogo e un po’ di volontari esterni – che possano dare una mano ad aiutare quella gente.
In queste ore sto pensando tanto ai miei vecchi concittadini di St. Croix, dove recentemente ho portato anche i miei figli. Gli ho mostrato dove giocavo con gli amici quando avevo la loro età. Gli ho mostrato la mia scuola. E adesso mi chiedo solo: che cosa resterà lì dopo la tempesta? possiamo solo pregare, in attesa di agire. E – noi – possiamo davvero fare la differenza.
Coach Pop (il mitico allenatore dei San Antonio e degli Usa, Gregg Popovich) è sempre stato uno di quelli “dici di meno, fai di più”, e io l’ho sempre ammirato per questo e ho cercato di seguire al massimo il suo esempio. Ma Pop sa che bene quando è il momento di parlare, e così, con questo spirito, voglio perdermi un momento per dirvi perché casa mia è così speciale e perché ho bisogno del vostro aiuto così urgentemente, proprio in questo momento….
…. Ho già visto l’esperienza di un uragano. Ho visto le sue distruzioni. Ho visto perché ricevere aiuto – subito e importante – è così vitale. Il più grande uragano che aveva colpito le Isole Vregii era stato Hugo, Categoria 5, proprio come Irma, arrivò nel 1989, io avevo 13 anni, molta gente ancora ne parla, alcuni dicono che poi l’isola non è mai tornata normale, parlano del ritardo nei soccorsi nei giorni critici nelle settimane dopo il disastro, dovuto soprattutto alle piccole dimensioni dell’isola e della distanza dalle grandi città.
Hugo colpì di notte. La prima cosa che ricordo fu un forte boato che esplose dalle finestre. Mia madre e mia sorella irruppero nella mia camera e mi portarono via per mano, passammo il resto della notte seduti per terra in un piccolo bagno, con gli occhi sbarrati. Nessuno poteva dormire. Sentivano i boati, papà osservava una crepa nel soffitto che pian piano aumentava, penso che pregasse. Il tetto di casa nostra resistette, ma altri non furono così fortunati, alcuni morirono e molti si ferirono….
…. Hugo paralizzò l’economia, le persone persero i loro business, il prezzo del cibo salì e salì. Per i successivi sei mesi parte dell’isola rimase senza elettricità, le scuole rimasero chiuse per due mesi, dovevamo bollire l’acqua per bere e cucinare. …
… Ora che sono più anziano, so quant’è importante ricevere sollievo e riceverlo in fretta — e come una piccola isola può essere dimenticata facilmente – e non posso permettere che succeda ancora. Dopo Hugo ho vissuto con la roba di Chef Boyardee (pasta in scatola). Nel nostro quartiere misero su un centro di distribuzione e quello era l’unico cibo a disposizione. Così questa settimana sto pensando molto a quelle lattine perché erano doni di Dio, per me erano come magiche. Qualcuno ce le aveva spedite – non so chi, o quale organizazione, ma qualcuno ce le aveva spedite. Ed io ero così felice e grato. Non perché li amassi, ma perché quel cibo era assolutamente necessario…
… Isole come le nostre tendono ad essere dimenticate dopo gli uragani, sono remote, il che rende difficile spedirci materiale in fretta, con poca spesa e in modo adeguato. Molta gente non pensa alle Isole Vergini come la casa di qualcuno, ma come vacanza, l’ho capito solo più avanti…
… Aggiungervi ai miei sforzi andate alla pagina web Virgin Island Relief, e contattateci.
Grazie ancora