In Italia, molto spesso si vedono bambini con il cellulare, il tablet o lo smartphone in
mano prima ancora di saper parlare: quali sono le conseguenze?
Secondo studi recenti, l’uso dei “touch screen” potrebbe interferire con lo sviluppo
cognitivo dei bambini, perché questi hanno bisogno di un’esperienza diretta e
concreta con gli oggetti per affinare il pensiero e la capacità di risolvere i problemi.
Il bambino di età inferiore ai 3 anni può apprendere nuove parole attraverso video
solo se è presente un genitore che aggiunge altre informazioni durante lo svolgimento
delle diverse sequenze.
Si suggerisce il divieto assoluto di utilizzo di smartphone, tablet e cellulare nei primi
due anni di vita e da quel momento fino ai 5 anni, si può far avvicinare un bambino
alla tecnologia per non più di un’ora al giorno.
L’utilizzo di strumenti elettronici durante l’infanzia per più di due ore al giorno è
associato ad un aumento del peso corporeo e a problemi comportamentali. esiste una
correlazione tra l’utilizzo di tablet, cellulari e smartphone e cefalea e dolore
muscolare (soprattutto al collo e alle spalle) dovuto all’inappropriata postura.
Inoltre l’uso dei dispositivi multimediali può interferire:
con la qualità del sonno dei bambini attraverso le sollecitazioni causate sia da
alcuni contenuti stimolanti sia dall’esposizione alla luce dello schermo che può
interferire con il “ritmo circadiano” quando l’esposizione avviene la sera;
con la vista, in quanto l’uso continuo dello smartphone può causare la
secchezza oculare (sensazione di corpo estraneo nell’occhio o bruciore
oculare); inoltre siccome gli smartphone, i cellulari e i tablet sono utilizzati a
una distanza ravvicinata a causa del loro piccolo schermo led, inducono fatica
oculare, abbagliamento e irritazione.
Con l’utilizzo continuo dei tablet e degli smartphone da parte dei bambini sono in
aumento:
– i casi di ritardo del linguaggio;
– un’elevata povertà di vocaboli, accompagnata di contro ad una esagerata gestualità.
Lo sviluppo motorio e lo sviluppo del linguaggio, sono strettamente connessi. Ma se
da un lato il ritardo del linguaggio è attribuito all’uso improprio dei cellulari, dei
tablet e degli smartphone, dall’altro è anche amplificato da un mancato sviluppo
motorio (determinato dall’immobilità del videogioco), tanto che alcuni bambini:
– sono goffi nei movimenti;
– non sanno correre;
– non sanno saltare;
– non sanno giocare con la palla (lanciare, ricevere, calciare);
– non sono in grado di andare in bicicletta.
Quando mangiano, il più delle volte i bambini non vedono quello che mangiano,
perché hanno davanti gli occhi il gioco sul cellulare, sul tablet o sullo smartphone e
distratti non si accorgono del cibo che i genitori gli imboccano o che loro stessi
prendono.
Ma di fronte a queste problematiche, cosa fanno molto spesso i genitori?
Confrontarsi con i genitori è sempre più difficile, cercano mille scuse per giustificare
le cattive abitudini che trasmettono ai loro figli, li lasciano giocare, così non
disturbano, venendo meno alla funzione educativa.
Spesso molti genitori arrivano a concedere ai figli l’uso del tablet, del cellulare o
dello smartphone anche due ore nella fascia d’età compresa tra cinque e otto anni;
comunque in ogni situazione, senza tener conto dell’età, questi strumenti non si
dovrebbero utilizzare per calmare i bambini, né come strumento “pacificatore”, a
seguito di un litigio o di un pianto.
È importante porre ai bambini dei limiti e trovare dei modi alternativi per intrattenerli
e calmarli; a tale scopo è fondamentale la partecipazione educativa dei genitori
all’esperienza digitale dei figli; la tecnologia può essere presente nella vita dei più
piccoli, purché la mamma o il papà siano sempre al loro fianco. Ai genitori tocca dare
il buon esempio, limitando l’utilizzo dei media “device” perché i bambini sono grandi
imitatori.
Soluzioni?
Più attività motoria, più giochi all’aria aperta, più curiosità e meno cellulare, tablet e
smartphone!