E se, accanto al Profeta dai capelli rossi (Jannik Sinner), capitan Filippo Volandri domani contro l’Olanda schierasse come secondo singolarista l’Apostolo Matteo? Non Berrettini, che comunque è arrivato a Malaga per sostenere da super-tifoso la nazionale alle Finals di coppa Davis, ma Arnaldi? Allenamenti, superficie, palle, condizione fisica, forma, fiducia e successi da esordiente a Bologna con Cristian Garin e poi Leo Borg, sancendo la promozione fra le magnifiche 8 sembrano indicare il 22enne di Pesaro. Che da gennaio, alla prima stagione ATP Tour, è passato dal 134 al 44 del mondo.
SCELTA DIFFICILE
“Per me è eccezionale essere qui, è la mia prima volta alle Finals. A parte la fase a gironi a Bologna, è la prima volta che gioco in squadra, sto cercando di capire cosa significhi e divertirmi”, sorride “Arnaldino”. Che, a differenza di Lorenzo Sonego non ha acciacchi recenti: la contrattura agli addominali nelle qualificazioni di Stoccolma che ha ignorato per non rinunciare al derby contro Fabio Fognini, perso nettamente per la paura di strapparsi. A differenza di Lorenzo Musetti, non viene da 4 top d’acchito consecutivi, Shanghai, Vienna, Bercy e Sofia, con in più lo sfregio di Davis contro il 158 ATP, Gabriel Diallo. Inoltre, l’allievo di Alessandro Petrone, spinge più di Sonego e risponde più di Musetti, e sembrerebbe l’uomo giusto per il numero 2 olandese, e 51 del mondo, Botic Van De Zandschulp. “Quest’anno ha fatto peggio dell’anno scorso, ma nelle ultime settimane ha confermato il livello. Gran servizio, tra dritto e rovescio colpisce la palla in maniera diversa, usa lo slice, non dà grande continuità non gli piace il ritmo alto ed essere pressato, e se gli togli il tempo sul dritto. La mia scelta andrà verso chi mi darà più garanzie per quel tipo di partita”, dice il capitano.
ENIGMA DOPPIO
Volandri, quali parametri decideranno il tandem azzurro? “Feeling e affinità col compagno, servizio a una certa velocità, qualità in risposta di gestire servizi veloci: su questo campo veloce i colpi di inizio scambio fanno la differenza. In allenamento cercheremo di ricreare la partita per arrivare a una conclusione”. Che, dopo il test di ieri, dovrebbe essere Musetti-Sonego. Sperando di non dover chiedere gli straordinari a Sinner che, nell’eventuale semifinale con la Serbia, ritroverebbe re Djokovic.
EFFETTO JANNIK
“E’ la nostra punta di diamante,
ce lo invidiano tutti, il gruppo gira intorno a lui” sottolinea Musetti. “L’Olanda è una squadra molto forte, compatta con un doppio fatto e finito. Però partiamo da noi, dalla nostra forza, dalla nostra unità. Domenica avevamo la cena di gala: l’abbiamo seguito prima insieme in hotel, poi sul pullman con tre cellulari diversi che avevano pure altri tempi, per cui esultiamo e imprecavamo in momenti differenti, e quando è arrivato, lunedì sera, l’abbiamo accolto con un applauso. Ma gli ho detto che sarebbe stato l’ultimo per le Finals: l’obiettivo si sposta ed è nuovo”, racconta Volandri. E l’eroe Sinner che dice? “Sono arrivato con buone sensazioni, ma quel che ho fatto a Torino non importa. Questo è un team event, una situazione diversa in una settimana molto importante per tutti noi. Sono contento di aver raggiunto la squadra: vediamo chi giocherà anche se siamo tutti un po’ stanchi, fisicamente e mentalmente, ma mi sento pronto a competere al 100%”. Djokovic nemmeno ipotizza di chiamarsi fuori.
Vincenzo Martucci (Tratto dal messaggero del 22 novembre 2023)